Spesso, magari a torto, si accusano i politici di fare poco. Una volta tanto gli animalisti li avrebbero invece plauditi se non avessero fatto proprio nulla. Gli amministratori provinciali di Alessandria, infatti, lo scorso 15 febbraio non hanno perso l’occasione per offrire il peggio di se stessi concedendo l’ennesimo regalo ai cacciatori, lanciando così anche un chiaro segnale su come davvero la pensino, al di la delle dichiarazioni personali rilasciate in tempo di elezioni, sul referendum venatorio previsto a giugno.
La Provincia di alessandria, infatti, dimentica della pessima figura fatta l’anno scorso quando – dopo che la Lav (Lega anti Vivisezione) aveva annunciato ricorso al Tar – in fretta e furia ha dovuto ritirare il provvedimento di abbattimento delle volpi, assunto nonostante il parere negativo dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, con la delibera 52/12 ha oggi rimesso agli “agricoltori” la facoltà di poter sparare, senza alcuna limitazione, ai cinghiali in transito nei loro terreni.
Una decisione motivata dal dover contenere il numero di animali «altamente nocivi», presa all’unanimità dal presidente Paolo Filippi e dagli assessori Maria Rita Rossa (candidata sindaco sostenuta da tutto il centrosinistra alle prossime amministrative di Alessandria), Massimo Barbadoro, Raffaele Breglia, Gianfranco Comaschi, Carlo Massa, Cesare Miraglia e Lino Rava. Unici assenti Maria Grazia Morando e Graziano Moro, insieme (verrebbe proprio da chiedersi a che cosa serva …) al collega assessore con delega su caccia e pesca, Filippo Pio Caldone.
Da anni, invano, la LAV propone inascoltata il divieto di produrre cinghiali negli allevamenti per poi immetterli in natura – dai cacciatori stessi che hanno tutto l’interesse a tenere il numero altissimo degli ungulati – suggerendo possibili e incruente soluzioni alternative alle inutili e sanguinarie carneficine. Un esempio è stata la proposta della sterilizzazione farmacologica al posto dell’abbattimento. Esiste infatti un vaccino già sperimentato in altri Paesi che permetterebbe di sterilizzare i cinghiali attraverso esche specifiche apribili solo dagli ungulati, senza colpire altre specie. Ma tutto tace, perché così verrebbe meno il ruolo dei più “forti”, e sarebbe a rischio una imponente riserva di voti.
Ancora una scelta scellerata da parte dei nostri amministratori, quindi, che oltre a consentire ulteriori sparatorie nelle campagne – con il conseguente aumento di rischi potenziali per l’incolumità pubblica – impone a tutti i cittadini un gratuito coprifuoco. Filippi e i suoi, tuttavia, possono star certi che la Lav e le associazioni animaliste non accetteranno supinamente questa nuova ingiustizia, ma che sono già attive per portare la questione nelle sedi opportune, al fine di tutelare come sempre i diritti dei più deboli.
Lega anti Vivisezione Alessandria