Imu e addizionale Irpef: ad Alessandria silenzio tombale!

C’è una domanda molto banale che andrebbe posta a tutti i candidati sindaco di Palazzo Rosso. Tanto banale che mi pare nessuno ancora ci abbia pensato. La domanda è: quanto pagheremo per Imu, addizionale Irpef, tariffe per servizi sociali?

La risposta è scontata, lo so: “non dipende dai noi, dipende dai conti. Anzi, dalla Corte dei Conti”. Però è un po’ troppo facile. Come voler allenare la nazionale di calcio, ma lasciando ad altri l’onere di fare la formazione.

Il Comune di Novi Ligure, per fare un esempio vicino a noi, ha già reso note tutte le tariffe del caso. Facendo alcune scelte e motivandole: ai cittadini naturalmente di valutare le decisioni degli amministratori. Naturalmente ora anche a Novi sono nelle ambasce, perché da Roma arrivano voci sempre più contraddittorie. Ma questo dipende dalla scarsa serietà del centro del Paese, mentre la periferia, in alcuni casi, risponde appunto presente.

Ad Alessandria no: qui da un anno si discute di bilanci, ma quanto profondamente si metteranno le mani nelle tasche dei cittadini non è dato sapere.

Eppure in primis dal sindaco Piercarlo, che oltretutto notoriamente Fa (e continua a sdrammatizzare la gravità della situazione finanziaria dell’ente che amministra da cinque anni), sarebbe lecito attendersi cifre, numeri, e non chiacchiere. Invece nulla da dichiarare, e a quanto pare neppure nulla da chiedergli.

Altrettanta chiarezza sarebbe lecito attendersi da chi si propone come alternativa di governo della città, a partire dalla candidata Rita Rossa. Assunzioni per tutti i precari? Imu ai massimi valori consentiti (il che significa almeno 3 volte la vecchia Ici: un salasso insostenibile per molti) oppure no? Anche qui, slogan e fumo: ma quanti sghei vogliono da noi non ce lo dicono.

Non sarà che il timore è di spaventarci anzitempo, e demotivarci rispetto al voto di maggio? Certo però che andare alle urne senza sapere quanti euri il mese successivo dovremo sganciare al Comune di Alessandria, consentitemelo, è una bella sòla…

E. G.