Chinatown Italia

Torniamoci su, perché la vicenda è clamorosa ed emblematica. Fare il tour delle potenze asiatiche, alla ricerca di soggetti istituzionali e privati disposti a investire nella vecchia Italietta, culla della civiltà ecc ecc, ci sta pure, non fa scandalo.

L’imbarazzo semmai sta nel come: in Cina il nostro super tecnico ci è andato con il cappello in mano, e si è dovuto sorbire la lezioncina sui grandi limiti del capitalismo, da chi fino a pochi anni fa veniva indicato come esempio di arretratezza culturale, oltre che di mancanza di totale rispetto dei diritti civili.

“Noi abbiamo il denaro cash, voi di debiti”, è stata l’essenza della riflessione cinese, “quindi se ci fornite le opportune garanzie siamo pronti a salvarvi dal fallimento”.

Siamo in una situazione da pre disastro, checché ne dicano i sostenitori di questo governo nominato, e non eletto. Mentre crolla il mercato delle piccole e medie impreseMonti, Passera e Fornero pensano a come sopprimere i diritti dei lavoratori e ridimensionare drasticamente il welfare. Preservando però interessi e rendite delle èlite che, per incapacità e disonestà, hanno affondato il Paese. L’Italia, dagli anni Ottanta ad oggi, ha progressivamente dismesso le proprie vocazioni agricola e industriale, senza però sostituirle con nulla. Non un terziario avanzato per il quale mancano infrastrutture e competenze (abbiamo la metà dei laureati degli altri Paesi europei, e i migliori fra questi fanno la valigia per non ammuffire anzitempo), neppure il turismo, che è tutto dire considerate le ricchezze naturali e artistiche di cui disponiamo, e che stanno andando in malora.

Così le tasse lievitano, i balzelli indiretti anche, e il popolo non può che giocare in difesa, riducendo al minimo i consumi, e guardandosi attorno smarrito. Ecco, lo smarrimento è la cifra interpretativa di questi mesi: che non è ancora consapevolezza, anche perché il sistema mediatico fa davvero l’impossibile per dimostrare agli italiani che Cristo è morto di freddo (tanto per stare in clima pre pasquale).

Ma mi sa che da qui a fine anno la presa d’atto del fallimento dell’intera classe dirigente di questo Paese sarà inevitabile. E allora, che fare, a fronte di notizie come questa?

Se qualcuno ha qualche idea, ci faccia sapere…

E. G.