Per la Federazione di Sinistra Ecologia e Libertà della provincia di Alessandria la Cgil ha tutte le ragioni di proclamare lo sciopero generale e la mobilitazione dei lavoratori contro la cancellazione dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori, cioè contro la possibilità delle aziende di licenziare senza giusta causa e giustificato motivo. Perché di questo si tratta. Dietro la strumentale differenziazione tra licenziamenti discriminatori o disciplinari o ancora economici, si nasconde una realtà più cruda e ricercata. Il governo Monti sta cercando di fare quel che non era riuscito a Berlusconi: introdurre in Italia la libertà di licenziamento!
Il provvedimento del governo colpisce il più elementare diritto dei lavoratori, quello di non essere licenziati a piacimento, cioè di non essere considerati merce. E a controbilanciare l’eliminazione dell’art.18, nonostante promesse e impegni, nella proposta del governo c’è poco o nulla. La situazione dei giovani non migliora affatto. Anzi, grazie alla sostituzione della mobilità e dell’indennità di disoccupazione, un po’ peggiora. Per molti di loro, infatti, non sarà facile garantire le condizioni di accesso: due anni di lavoro con 52 settimane pagate.
Con le nuove norme è poi facile prevedere che nei prossimi due/tre anni si avvii nel Paese a un vero e proprio processo di espulsione di massa di lavoratori ultracinquantenni che si troveranno senza lavoro e senza aver raggiunto i requisiti della pensione che il governo e Parlamento hanno di recente peggiorato. Migliaia di persone potrebbero così restare senza lavoro e senza pensione!
Ma la rottura non è stata solo esplicita, è anche stata enfatizzata dal Presidente del Consiglio con parole sul diritto di veto che evidenziano una precisa strategia: quella di mettere nell’angolo la Cgil per mostrare ai mercati il senso di una riforma appiattita sui loro desiderata: quelli che sono stati la causa dell’attuale gravissima crisi. E stupisce che Monti abbia giustificato la decisione di scardinare l’articolo 18 con la necessità di far cadere un impedimento “vero o presunto” agli investimenti delle imprese straniere. Non si comprime infatti un diritto fondamentale in nome di una “presunzione”. La verità è che si è voluto cancellare l’articolo 18, manipolarlo, deformarlo, per portare lo scalpo della civiltà del lavoro presso i potentati della finanza internazionale.
E questo per SEL è inaccettabile. Il vero problema dell’Italia nell’attuale crisi è la creazione di posti di lavoro. Al contrario rendere più facili i licenziamenti rappresenta una soluzione sbagliata che rischia di realizzare l’opposto: lavoro precario e licenziamenti facili come scelta alternativa agli investimenti in innovazione, ricerca, sviluppo sostenibile.
Sinistra Ecologia e Libertà sarà per questo al fianco della Cgil nello sciopero generale e in tutte le altre mobilitazioni con le quali i lavoratori e i precari si opporranno a questa controriforma, in tutte le sedi politiche e istituzionali. Non lo faremo per testimoniare, ma per raggiungere un obiettivo concreto e preciso: impedire che la libertà di licenziare diventi legge. Per questo il centro sinistra deve indicare al paese una visione ed una politica alternativa, e soprattutto affermare che la crisi è strutturale e che le ricette del governo tecnico non sono altro che la placida sottomissione all’obiettivo della BCE: lo smantellamento forzato del modello sociale europeo!
Non è, non può e non deve essere una battaglia solo della Cgil e nostra. Riguarda tutti i lavoratori e tutti coloro che si battono per difendere i diritti e la dignità del lavoro. Sono le radici sociali, costitutive, politiche e culturali della sinistra, la sua ragion d’essere. E’ la nostra gente: nessuno può pensare di abbandonarla.
SEL Alessandria