Accanto a diversi aspetti positivi, mirati a ripristinare il contratto a tempo indeterminato quale pilastro del sistema dei rapporti di lavoro, a favorire l’avvio dei giovani verso prospettive di lavoro meno precarie, a estendere le tutele degli ammortizzatori anche ai lavoratori che oggi ne sono esclusi, seppure nel contesto di un modello ancora non di carattere compiutamente “universalistico”, il progetto di riforma del mercato del lavoro che il Governo Monti sta per varare contiene diversi punti da correggere e, soprattutto, un grave vulnus per quanto riguarda le modifiche proposte all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.
Nella formulazione proposta dal Governo tali modifiche segnano un pesante e inaccettabile arretramento sul fronte della civiltà e del diritto del lavoro. L’esclusione dell’intervento del giudice, e quindi della possibilità di reintegro, dai casi di licenziamento per “ragioni economiche”, apre di fatto la porta all’utilizzo di questa fattispecie da parte di quei datori di lavoro che intendano liberarsi di lavoratori a loro “sgraditi”; esercitando così una discriminazione dissimulata, di fronte alla quale il lavoratore risulterebbe del tutto disarmato.
Il Partito Democratico, come già annunciato dal suo Segretario, Pierluigi Bersani, si farà carico di tutte le iniziative necessarie, nei confronti del Governo, nel lavoro Parlamentare e nel rapporto con le forze sociali, affinché lungo l’iter di approvazione della riforma questo punto venga radicalmente corretto, ispirandosi compiutamente al cosiddetto “modello tedesco”, che affida alla magistratura la valutazione anche dei licenziamenti per cause dichiarate “economiche”.
Il Partito Democratico chiede, inoltre, che il Governo affronti con maggiore decisione e tempestività, non solo il sistema delle regole che organizzano il mercato e i diritti del lavoro, ma anche le politiche necessarie a creare lavoro e occupazione, anche avviando una politica che allenti l’ormai intollerabile pressione fiscale su lavoratori e imprese, che incida sul sistema del credito, che rimetta gli enti locali sani nelle condizioni di far partire almeno le piccole opere di manutenzione e di pagare sollecitamente i fornitori.
Daniele Borioli
Segretario provinciale Partito Democratico