“Mai più in vita mia voterò una coalizione con dentro il PD”, scriveva ieri su facebook un giovane e combattivo esponente della sinistra antagonista alessandrina, in prima linea sul fronte No Tav e No Terzo Valico.
Mentre più o meno nelle stesse ore un vecchio leone della sinistra (ambientalista e non solo) del nostro territorio ricordava che, senza articolo 18, le sue battaglie a favore della salute dei lavoratori sarebbero state immediatamente “liquidate” con un bel licenziamento per motivi organizzativi.
Esattamente, aggiungo io, come succederà dal giorno dell’entrata in vigore della riforma del lavoro firmata Monti, Fornero, Pdl, Pd, Cisl e Uil ecc ecc….
E allora, tralasciando per un giorno le miserie del dissesto comunale alessandrino, forse potremmo provare, tutti quanti, ad interrogarci su dove stiamo andando.
Del resto chiunque diventi sindaco di Alessandria, non potrà che fare da paravento ad una serie di operazioni impopolari, gestite da commissari con in mano la calcolatrice. Per cui stacchiamo un attimo la spina dalla battaglia senza quartiere, e sostanzialmente con il nulla in palio, dei nostri valorosi 15 candidati, e guardiamo al Paese.
Dove da mesi è in atto una campagna di disinformazione che impegna tutti i grandi media, che fanno la corsa a convincerci che, da quando Monti ha preso il posto di Berlusconi, l’Italia ha letteralmente cambiato faccia. Eravamo una terra di filibustieri, e un Paese prossimo al crac economico-finanziario, e in un battibaleno siamo tornati ad essere gente perbene, operosa e con un tessuto industriale da record sul fronte export, in attesa di migliorare anche il resto.
Ora, se l’uscita di scena di Berlusconi era senz’altro necessaria (e in fondo auspicata anche da una parte del centro destra), questo esecutivo è, fin dalle modalità del suo insediamento, una iattura assoluta. Il Paese è stato consegnato in mano a miliardari e loro camerieri con qualifiche professorali (“nel mio idealmondo, Monti è un bidello”, scrive una mia amica sul suo suo profilo facebook: e oltre a farmi sorridere mi spalanca un mondo), che stanno portando avanti con estrema diligenza i loro compiti.
Quanto sia inutile eliminare l’articolo 18 per rilanciare l’economia lo ha spiegato di recente persino Carlo De Benedetti (“è una puttanata”).
E mi spiegate dove va a sbattere la testa, da domani, un operaio, un bancario, un tecnico che, a cinquant’anni, viene messo alla porta con 18 o 24 mesi di bonus? Vi sembra il nostro un Paese basato sul libero mercato delle professionalità, modello States? Naturalmente però la licenziabilità non vale per tutti questi boiardoni di Stato, a partire dal Monti, che si è fatto pure nominare senatore a vita prima di mettersi a disposizione per “L’ingrato compito”.
Quanto poi, più in generale, i nostri attuali governanti (e parlamentari, nella quasi totalità dei casi) possano rendersi conto delle difficoltà in cui già oggi si trova gran parte della popolazione, possiamo immaginarcelo. E tra 6 mesi sarà molto peggio, gli indicatori sono tutti evidenti.
L’unica soluzione democratica sarebbe votare quanto prima. E con un sistema elettorale onesto, rappresentativo della reale volontà degli italiani. In quel modo ci si potrebbe davvero contare. E, nella peggiore delle ipotesi, essere causa del nostro male e del nostro destino. Oggi davvero in pessime mani. Mani “altre” da noi.
E. G.