Metto le mani avanti, a scanso di equivoci: non c’è ironia in quello che sto per dire, quindi non cercatela a tutti i costi. A mio avviso, i nuovi manifesti della campagna elettorale di Piercarlo Fabbio sono davvero ben fatti. Il punto di vista è quello dell’uomo di comunicazione, in questo momento; non certo quello del commentatore politico, o del cittadino qualunque che si interessa delle sorti della sua città.
Approfondisco. La foto è bella, benché trattata con qualche programmino di fotoritocco. Al di là della luce innaturale sul volto del protagonista, si vede subito che l’immagine è stata “ribaltata”, come se Fabbio si trovasse davanti ad uno specchio. Non si spiegherebbero altrimenti l’orologio e, soprattutto, la fede nuziale alla mano destra.
Ma a parte questi piccoli difetti, gli altri elementi sono azzeccati: la posizione del sindaco, lo sguardo aperto e sorridente, le maniche tirate su (è ancora un messaggio subliminale efficace, “è uno che si dà da fare”). Una comunicazione così impostata “riposiziona” i manifesti degli altri contendenti, Rita Rossa inclusa, rendendoli vecchi e un po’ stantii. In certi casi, quasi ridicoli.
C’è un però in tutto questo, e non è cosa da poco. Mi riferisco ai messaggi che evidenziano le cose fatte, del tipo “ricavo energia dal gas” o “sostituzione panchine”. Ecco, qui mi sembra che lo sforzo dei creativi che stanno dietro al manifesto (non è un lavoro fai-da-te, evidentemente) sia ancora un po’ carente. Per questo, da oggi pomeriggio mi permetterò di sottoporvi alcuni nuovi messaggi, con le altre realizzazioni del sindaco Fabbio.
L’intenzione è quella di aiutarlo a ricordare e a ricordarci il lavoro svolto in questi cinque anni di mandato. Un contributo costruttivo, insomma, che sarà certamente apprezzato dal protagonista.
A. A.