Caro Professore, cari amici
La sua intervista su Repubblica di Sabato 25 febbraio ci consente di ( meglio sarebbe dire …”ci obbliga”) esprimere il nostro pensiero riguardo alla proposta contenuta nel Documento elaborato da Libertà e Giustizia.
Noi crediamo che la proposta nasca da un approccio che ci permettiamo di definire “minimalista” sulla questione del governo Monti. Il Governo Monti a nostro avviso non è, come sbrigativamente si sostiene, frutto della iniziativa del Presidente Napolitano.
Noi riteniamo che il Governo Monti, unica vera alternativa al disastro finanziario, economico e sociale, nasce da ambienti che con la democrazia di questo paese poco hanno a che fare; come quelli finanziari, in particolar modo di “area cattolica”;
Noi siamo consapevoli che, come voi dite, questa esperienza deve essere accettata come “pharmakon”: una medicina che guarisce ma che può diventare il veleno che uccide..
Riteniamo altresì che tali ambienti (con decisioni rese necessarie dal malgoverno del passato e dalla pressione di eventi maturati altrove, in sedi democraticamente incontrollabili), (!) non si
accontenteranno di essere annoverati tra le “parentesi”;
Esperienze temporanee pronte a lasciare la loro posizione a favore di soggetti politici la cui credibilità ha raggiunto livelli inimmaginabili in un paese democratico…
Questi ambienti non è difficile presumere che si struttureranno per costruire una “offerta politica” “democraticamente credibile” che attrarrà inevitabilmente gran parte dell’ elettorato dell’ “ABC” ( Alfano, Bersani, Casini) consentendo dall’altra parte una forte polarizzazione della cosiddetta “sinistra radicale”.
Se questo scenario è soltanto minimamente prevedibile ( e tutti i segnali vanno in quella direzione !!) persone come noi, che pensano che “senza politica non ci può essere libertà e democrazia”, debbono mettere “sul mercato “ un antidoto!
Cari amici l’antidoto di cui noi parliamo è proprio “La Politica”; i cittadini debbono riappropriarsi della Politica; in quanto unici soggetti portatori di interessi generali e non di interessi particolari (grandi e piccoli) come “questa politica” coessenzialmente disponibile al compromesso.
Noi dobbiamo accompagnare il movimento democratico che nel paese già esiste;
Dobbiamo fornire a chi ha voglia di “ri-iniziare” gli strumenti corretti per “ri-iniziare fuori dagli schemi.
La rifondazione della politica che parte, come voi asserite, dalla decontaminazione dalla corruzione, non è uno strumento corretto perché considera ancora credibile “questa politica”!
Ritenere infatti, che “questo sistema può essere incrinato solo dall’interno “ ,perdonateci, è un errore gravissimo nella misura in cui si rivolge l’appello alla “dissociazione e alla denuncia” a chi è il responsabile “primo” di quello che chiamate “il degrado della politica”.
Come potete poi pensare ad una “auto-riforma” ad opera di coloro che hanno, sin qui, goduto di questa situazione?!
L’alternativa, cari amici, è..”nelle cose, anzi nelle azioni” e le azioni che noi proponiamo sono quelle tendenti a far si che il cittadino si riappropri della Politica e costruisca in ogni realtà che vive “un isola” che costituirà “l’Arcipelago” di questo paese..
La questione non è “democrazia decidente” a scapito “ d’una democrazia partecipativa”; la questione è la dicotomia tra il cittadino e il potere; Il rapporto tra gli elettori e la politica, il sistema della rappresentanza nel suo complesso.. le forme, i luoghi della formazione del consenso..I partiti in questo mondo moderno!
ma non solo…Quale democrazia ?…Quale sistema politico vogliamo per questo Paese?!
Ricominciare fuori dagli schemi significa quindi rivolgersi direttamente ai cittadini di questo paese perché non possiamo accettare che un Parlamento tanto screditato qual ‘è quello scaturito dalla legge elettorale attuale possa mettere mano alla Costituzione.
E ciò non si realizza soltanto attraverso un “controllo referendario” ( ad esempio su una legge elettorale) perchè il rischio reale è quello di una involuzione autoreferenziale dell’attuale sistema politico.
E’ un processo costituente, cari amici, che proponiamo ad opera di chi si sente di dover affidare ai cittadini che vogliono contare la soluzione del ..”problema”…
Un processo costituente che coinvolga in un grande dibattito i cittadini di questo paese ed inverta la tendenza che affida ai tecnici la soluzione del “problema”…
Ci appelliamo quindi a Lei , Professore, per richiamare il “senso” vero del dibattito che fu della Costituente e lanciarlo “nuovamente” nel paese; un paese profondamente diverso da allora.
E’ un cambiamento di sistema cui dobbiamo tendere e questo cambiamento non può essere un “pranzo di gala” dove è meglio stare.
Siamo a disposizione per eventuali approfondimenti sul “tema”.
Associazione Arcipelago – Alessandria