E ora avanti tutta: ma in ordine sparso, e guardandosi le spalle. Questo mi pare il senso politico dei congressi provinciali di Pdl e Lega, che hanno caratterizzato il week end.
Gente ce n’era davvero tanta, va detto, sia all’Hotel Marengo di Spinetta, sia in via Wagner ad Alessandria: e questo a smentire la retorica semplicistica dei partiti ormai invisi al popolo.
C’è popolo e popolo, semplicemente. E questo in particolare noi che ci agitiamo tanto sul web dobbiamo sempre tenerlo conto: la società italiana è più complessa, e forse meno scontenta, di come amiamo raccontarcela.
Certo, più che semplici militanti (parlo in particolare dell’adunanza del Pdl, dove sono stato di persona) i congressi di partito mobilitano attivisti di vario livello. Il che però dimostra comunque una capacità di “fare rete”, di essere presenza attiva sul territorio, nonostante l’aria che tira non sia delle migliori.
Perché allora parlo di ordine sparso, rispetto alle prossime tappe? Perché, se è vero che i congressi di Partito della Libertà e Lega Nord hanno eletto con apparente (e concordata a priori) unità i loro vertici provinciali, è altrettanto vero che il futuro ha parecchie incognite.
Tutti stanno aspettando di capire da un lato cosa succederà a livello nazionale (abbiamo detto, solo tre giorni fa, di questo vagheggiato e enigmatico grande Centro), e dall’altro fanno i conti con l’incertezza della questione alessandrina.
Sul fronte di Palazzo Rosso la grande ipocrisia continua, dentro il Pdl: dal palco si incorona Piercarlo Fabbio, in privato il commento più benevolo è: “la patata bollente è la sua, se la gestisca”. L’impressione è che il centro destra alessandrino (ma non il sindaco uscente, che è combattivo e determinato, nonché davvero convinto di essere vittima di un complotto o giù di lì) dia Alessandria per persa per il prossimo quinquennio, e che tutto sommato nessuno se ne dispiaccia particolarmente.
L’operazione ‘lacrime e sangue’ sulla pelle degli alessandrini la faccia pure il centro sinistra, è un po’ il senso di diverse conversazioni riservate.
E non pochi aggiungono: Rita Rossa vincerà, si circonderà di vecchi arnesi capaci solo di vecchia politica, e in poco tempo la città, in cui la sinistra è minoranza ormai da trent’anni, tornerà a votare a destra.
Fin dove arrivano cinismo e lucidità politica, e dove comincia la favola della volpe e dell’uva? Mah…quel che oggi è evidente è la frammentazione estrema della proposta elettorale. Vale di più, elettoralmente, un Fabbio formalmente appoggiato dal Pdl (nella sostanza, vedremo chi davvero si mobiliterà per portargli voti, al di là della cerchia dei fedelissimi), o una Lega che corre da sola, candidando il suo attuale capogruppo a Palazzo Rosso Roberto Sarti? E uno dei due candidati saprà se non altro guadagnarsi un diginitoso ballottaggio, o c’è il rischio che l’elettorato di centro destra, in mancanza di una proposta unitaria, vada craxianamente al mare, oppure addirittura provi a guardare altrove? E dove? I sondaggi che sia Pdl che Pd per certo stanno realizzando (non so se anche la Lega e altre forze ne dispongono, può essere) riusciranno nelle prossime due settimane a fare un po’ di chiarezza, e potranno determinare qualche aggiustamente di rotta strada facendo?
Ne riparliamo senz’altro.
E. G.