Quasi nessun organo di informazione – personalmente l’ho letta solo su IL PICCOLO – ha dato evidenza alla notizia che il Sindaco di Alessandria è stato sentito lunedì scorso 20 febbraio in Procura in merito all’inchiesta sull’inquinamento atmosferico.
Evidentemente non viene giudicata una notizia importante; eppure il problema è serio, e la situazione grave.
Il limite di concentrazione nell’aria di PM10, pari a 50 µg/m³, che non deve essere superato per più di 35 giorni all’anno, è stato superato l’anno scorso 125 volte e nel 2012 già più di 40 volte, con punte di concentrazione quasi quadrupla rispetto al massimo consentito.
E questo limite, si sa, è un limite “di legalità”, non certo “di salute”; l’Organizzazione Mondiale della Sanità propone infatti come limite per la salute un massimo di 20 µg/m³.
Intanto le malattie dell’apparato respiratorio dilagano; e faticano a essere debellate. E ogni anno decine di persone muoiono e centinaia si ammalano gravemente. Si tratta in definitiva di un avvelenamento di massa dalle conseguenze devastanti.
Ma purtroppo l’opinione pubblica, a giudicare dall’evidenza data dalla stampa alla notizia, preferisce far finta di nulla. E anche l’opposizione in comune non sembra voler “cavalcare” la questione: del resto, l’inchiesta della Procura è partita dopo un esposto che denunciava la situazione basandosi su dati in gran parte riferiti al periodo in cui nella stanza dei bottoni c’erano seduti proprio quelli che ora sono all’opposizione, e che allora non fecero quasi nulla per tentare di risolvere il problema.
Così il Sindaco, responsabile della salute pubblica, accusato di non aver adottato “misure di contenimento in forma stabile e continuativa delle emissioni inquinanti da traffico veicolare” ha risposto “documentando punto per punto l’attività svolta durante il suo mandato”.
Queste le azioni intraprese secondo quanto riportato da IL PICCOLO: 1) raddoppio delle ore di lavaggio manuale e meccanico di vie e piazze; 2) trasformazione di un gran numero di impianti di riscaldamento da gasolio a metano; 3) contributo di 200 euro a favore di quanti volessero fare interventi di pulizia delle canne fumarie 4) adesione all’iniziativa Icbi, che ha come obiettivo l’incentivazione della conversione a gas di veicoli commercial e privati. 5) realizzazione di oltre 55 (cinquantacinque!) chilometri di piste ciclabili 6) attivazione del servizio di bike sharing.
C’è da rimanere esterefatti. Quanto c’entrino e quanto abbiano inciso con le “emissioni inquinanti da traffico veicolari” questi provvedimenti propagandati dal sindaco ognuno lo può valutare senza bisogno di ulteriori commenti.
Resta il dilemma del perché nessuno – a parte la Procura – sollevi il problema e provi ad approfondire, anche minimamente, se queste possano essere considerate risposte credibili.
Claudio Pasero – Alessandria