Palazzo Rosso: chi ha paura del dissesto?

Chissà quale contributo essenziale ha portato il sindaco Piercarlo “Schettino” Fabbio da Alessandria alla riunione nazionale del Pdl di ieri sera. Speriamo che ci aggiorni al più presto sul tema. Ci interessa moltissimo.

Intanto il consiglio comunale di Palazzo Rosso, orfano del suo condottiero, ha mostrato di comprendere la gravità della situazione, ed è già qualcosa. Non che, prima dell’abbandono dell’aula da parte della Lega e delle forze di centro sinistra, si sia deciso alcunché, ne poteva essere altrimenti, data l’assenza del sindaco.

Ci sono stati interventi equilibrati, altri più schierati, ma nessuno alla fine che sia andato davvero fuori tema, o che abbia detto, francamente, bestialità di particolare rilievo.

Al tempo stesso, però, man mano che il dibattivo procedeva, appariva evidente che il dissesto dell’ente sembra far paura a tanti, se non tutti. Perché? Attenzione: è chiaro che, se il dissesto non fosse nei numeri, non avrebbe senso dichiararlo. Ma qui si ha come l’impressione che ci si altro: ossia che la politica, nel suo insieme, abbia il timore di perdere il controllo della situazione, ossia che il giocattolo si rompa, per un tempo indefinito.

Così, quando il mio omonimo (che ormai, qualsiasi cosa dica, viene spernacchiato: eh sì che è rimasto l’unico onorevole a Palazzo Rosso!) auspica l’arrivo di un commissario, o di un tecnico “alla Monti“, addirittura per cinque anni, probabilmente a molti corre un brivido lungo la schiena.

Per ragioni affettive? Per amore della politica insomma? Per interessi personali? O semplicemente perchè, improvvisamente, tanti mariti vedono lo spettro di noiose serate invernali da trascorrere in famiglia, o con la parentela allargata?
Tutte le ipotesi sono valide naturalmente, fate la vostra.

Certamente però, nell’imbarazzante latitanza del sindaco, il consiglio comunale, condotto con grande serietà ed equilibrio da Cuttica di Revigliasco, non poteva oggettivamente ieri sera fare altro, o di più.

Il pallino torna ora nelle mani di Fabbio, e considerato il tenore delle sue ultime esternazioni non saprei francamente quanto questo possa tranquillizzarci.

In attesa di sapere quali assi (o due di picche) il primo cittadino abbia ancora da giocare, prendiamo però anche atto del fatto che il prefetto Castaldo, con procedura piuttosto irrituale, ha affidato ad una radio locale l’esternazione del proprio punto di vista sulla vicenda bilanci. E ci è parso più preoccupato dalle “voci destabilizzanti” che dalla situazione finanziaria di Palazzo Rosso. Incrociamo le dita.

E. G.