L’atto finale del processo Eternit si annuncia come un evento mediatico senza precedenti per il nostro territorio, e anche diversi media locali saranno impegnati nella cronaca in tempo reale dell’evento.
Non sappiamo a che ora arriverà la sentenza, o se saranno possibili slittamenti. Ma di certo nelle aule del Palazzo di Giustizia di Torino è prevista la presenza di migliaia di persone, centinaia anche in arrivo da Casale Monferrato, e dal resto della nostra provincia. Oltre naturalmente ai rappresentanti non solo dell’Afeva, ma anche di tante altre associazioni di vittime da tutto il mondo: States, Brasile, Svizzera, Inghilterra, Belgio, Olanda, Francia, e forse altri Paesi.
La congiura del silenzio, insomma, è alle spalle, così come l’offerta del diavolo. Sia pur attraverso un percorso frastagliato e disomogeneo (ma lasciamo da parte le polemiche e i distinguo: non è certo questo il momento), le amministrazioni comunali del nostro territorio arrivano fiere e compatte al verdetto di un processo durato due anni, e che ha rappresentato per tutto il casalese un vero e proprio rito di sofferenza, ma anche di consapevolezza collettiva. Alessandria, diciamocelo, è invece lambita in realtà solo marginalmente da tutta la vicenda, e pochissimo coinvolta: a testimonianza di quanto grande, e anche poco unita in realtà, sia la nostra provincia.
In ogni caso, la parola ora spetta ai giudici. Che certamente non potranno restituire la vita alle tante vittime (purtroppo anche future, non scordiamocelo) di questo sterminio, ma certamente hanno il compito di ristabilire la verità dei fatti, e di far trionfare una giustizia che non deve essere vendetta, ma assolutamente, questo sì, restituzione della dignità calpestata a centinaia di famiglie, e all’intera comunità.
E. G.