Non bada a spese ed enfasi Lorenzo Repetto, presidente Amag, a farsi pubblicità con il turboespansore realizzato in zona Aulara di Alessandria, mentre annuncia, dopo “il primo impianto di questo tipo in Italia”, un secondo a Litta Parodi. Siamo fortemente perplessi di fronte a questo tentativo di dare un po’ di dignità ad un impianto energetico che brucia olio vegetale colza e girasole per 2.000 ettari, e che dignità proprio non ne ha nessuna. Molto meglio sarebbe se, ad esempio, il calore fosse ceduto da un impianto di cogenerazione alimentato con il biogas prodotto esclusivamente da residui zootecnici e agricoli.
Si ripropone la questione degli “agrocombustibili”. La nuova Direttiva sui “biocarburanti” che la Commissione europea sta preparando demolisce l’idea che gli “agrocarburanti” siano una alternativa “sostenibile”. L’idea contestata è che i carburanti derivati dalle piante migliorino la qualità dell’aria, aiutino l’agricoltura e contribuiscano a tagliare le emissioni di anidride carbonica. E’ invece vero che trasformare cibo in carburante, trasformare canna da zucchero o mais in etanolo, oppure soia o olio di palma in biodisel, significa ridurre l’estensione dei terreni agricoli a scopo alimentare, dei terreni coperti da boschi o acquitrini o zone umide, e contemporaneamente determina una massiccia importazione di oli vegetali causando la deforestazione. Alla stessa stregua abbiamo contestato le decine di chilometri quadrati di canna “Arundo donax” piantata per la Mossi e Ghisolfi.
Le critiche sono così estese e argomentate che l’Unione europea ora cerca di incoraggiare fonti di combustibili “sostenibili” come, ad esempio, gli oli usati industriali e della ristorazione. I dati in possesso della Commissione sono significativi. Il biodisel ottenuto da olio di palma è vicino alle sporchissime sabbie bituminose: produce 105g Co2/mj, e quello da soia 103g CO2/mj , da semi di girasole 86g CO2/mj. Peggio dei combustibili fossili.
Lino Balza
Medicina democratica – Sezione provinciale di Alessandria