Dopo il caso Lusi (PD) e Belsito (Lega Nord) torna d’attualità la mia proposta ad ANCI Giovane di riformare il finanziamento pubblico ai partiti.
Luigi Lusi, senatore del Partito Democratico, già tesoriere della Margherita, sottrae indebitamente ben 13 milioni di euro, provenienti dai cosiddetti “rimborsi elettorali ai partiti”, dirottandoli verso alcune operazioni non propriamente partitiche. Ovviamente l’ha fatto all’insaputa dell’allora Segretario della Margherita On. Francesco Rutelli, attuale leader dell’API. Ed ovviamente ha agito all’insaputa dei suoi attuali colleghi del PD, soprattutto dell’ex tesoriere dei Democratici di Sinistra On. Ugo Sposetti che, con Lusi, ha coordinato la fusione economica tra Margherita e DS. Sì, proprio lo stesso Sposetti che la scorsa primavera si era fatto promotore di una proposta per raddoppiare questi “rimborsi elettorali” ai partiti e lo stesso Sposetti che, con Lusi, si era messo a capo della rivolta del PD contro l’On. Tabacci quando questi propose di destinare parte dei fondi del finanziamento pubblico ai partiti alla ricerca scientifica.
Ma cambiamo fronte…
Francesco Belsito, tesoriere della Lega Nord, recentemente è stato al centro dell’attenzione mediatica per come ha gestito i rimborsi elettorali al suo partito: conti vincolati in fondi offshore, investimenti imprenditoriali dal vicino Oriente all’Africa nera. Nello stesso tempo l’On. Matteo Salvini, esponente di spicco della Lega Nord, sottolinea la difficoltà delle sezioni del partito a pagare l’affitto e le bollette delle sedi. I soldi – provenienti da finanziamento pubblico – ci sarebbero, ma il partito sceglie di investirli in Paesi extracomunitari piuttosto che sostenere l’attività politica dei militanti leghisti. E non vado oltre…
In realtà non voglio entrare nel merito delle due questioni qui brevemente riportate. Le ho citate entrambe, pur diverse e provenienti da due aree politiche lontane tra loro, per sottolineare come il finanziamento pubblico ai partiti che, nelle intenzioni del legislatore, dovrebbe permettere ai partiti di sostenere le spese elettorali e di funzionamento, non viene destinato a questo scopo. Né risulta efficace a scongiurare il condizionamento dei partiti dalle lobbies finanziarie o, quantomeno, a scongiurare il ricorso di alcuni politici a fonti illecite di finanziamento. Quindi a cosa serve? A costruire patrimoni immobiliari privati? Ad intervenire sul mercato finanziario internazionale? Non capisco.
La mia unica certezza è che questi fondi sono eccessivi, sono destinati con meccanismi poco congrui e gestiti in maniera poco trasparente da parte dei partiti. Per questo lo scorso 15 dicembre 2011, partecipando all’Assemblea Nazionale di ANCI Giovane, una delle mie tre proposte riguardava proprio una riforma – anche se giornalisticamente fa più scena dire abolizione – del finanziamento pubblico ai partiti.
La mia riflessione è semplice. I partiti ricevono mediamente 200 milioni di euro all’anno di finanziamento pubblico legato alle elezioni del Parlamento Europeo, della Camera, del Senato, delle Regioni e per i Referendum. Io ho proposto ad ANCI di farci promotori, come comuni italiani, della richiesta di una destinazione diversa di questi finanziamenti, prevedendo di istituire due nuovi fondi al posto dei cinque attuali: il primo a favore delle liste che partecipano alle elezioni comunali, legando in questo modo i finanziamenti al reale radicamento dei partiti a livello territoriale e promuovendo anche le aggregazioni civiche; il secondo a favore delle associazioni no-profit che operano nel terzo settore e nella promozione sociale, finanziandole attraverso la mediazione degli enti locali per sostenere quelle che svolgono effettivamente le loro attività sul territorio.
In questo modo si sosterrebbe da un lato il radicamento dei partiti nelle realtà locali, legando effettivamente i finanziamenti pubblici all’attività politica e sociale svolta dai partiti sul territorio, ivi compresa quella delle liste civiche; dall’altro lato, sosterremmo tutte quelle realtà associative che rappresentano una risorsa per le comunità in cui svolgono la loro attività. Questo toglierebbe grandi flussi di denaro nelle mani dei tesorieri nazionali dei partiti (e di chi li controlla) ma, visto l’uso che ne fanno, sarebbe una vergogna lasciarglieli ancora a disposizione.
Emanuele Locci
Consigliere Nazionale ANCI Giovane