‘Insieme in bottega’ è un bel titolo. Quali saranno i contenuti cominceranno a scoprirlo oggi, i negozianti alessandrini, se decideranno di partecipare (ore 11,30 in sala Giunta a Palazzo Rosso) al primo degli incontri promossi dal nuovo assessore al Commercio Davide Buzzi Langhi (nella foto). “Ascolteremo proposte e faremo le nostre”, sottolinea l’assessore, che ha invitato i rappresentati di Ascom e Confesercenti, dell’Oadi e delle altre associazioni. Ma possono partecipare, attenzione, anche i singoli esercenti, ed è sacrosanto che sia così.
Temi sul tappetto ce ne sono eccome. A partire certamente dal tema liberalizzazione degli orari: è giusta o è sbagliata?
Un amico domenica sera mi ha detto: “crisi, crisi: ma oggi l’Outlet era strapieno”. Stesso discorso, ho letto per Panorama ad Alessandria, e per altri centri commerciali.
Sul tema dichiara Buzzi Langhi al Piccolo: “La liberazione è una mazzata per il commercio tradizionale, che non può competere. È impensabile che un esercente, o un suo dipendente, possa lavorare sette giorni su sette”.
Ma cosa ne pensano loro, i commercianti? E hanno ricette e suggerimenti da mettere in campo per contrastare un fenomeno culturale (quello dei grandi centri sempre aperti, appunto) che pare dilagare senza freni?
Chi scrive è consumatore ‘spartano’, ma per quel poco tutto orientato al negozio specializzato e tradizionale, e refrattario al caos del grande centro commerciale superaffollato, e a consulenza ‘zero’. Però come fare a convincere la gran parte delle persone, che ovviamente non possono essere obbligate? Quello della comodità e ‘piacevolezza’ dell’acquisto, ad esempio, è un tema forte. Come quello di un centro vivibile, accogliente, in cui parcheggiare senza il timore di multe, e non lontanissimo dai negozi. O comunque con collegamenti rapidi e gratuiti per arrivarci.
In ultimo: fiducia e buon lavoro a Buzzi Langhi, che arriva ora e ci prova, immagino guardando anche oltre maggio. Ma, di grazia, dal 2007 ad oggi che si è combinato, su questo fronte, a Palazzo Rosso?
E. G.