Egr. Direttore,
da un po’ di giorni si parla spesso della questione Piazza di S.Maria di Castello. La cosa mi intriga. Ho assistito prima ad una conferenza all’Enaip promossa dal Comune per presentare il progetto vincente il Concorso in merito.
Ora, premesso che si è voluta contrabbandare come una fase di “progettazione partecipata” quella che invece era una scelta già decisa su cui avere la facoltà di spostare qualche virgola, (quindi guai a chi mi parla di operazione democratica), quello che ancora mi sfugge è il costo dell’operazione. La democrazia vorrebbe che i cittadini, badate bene, coloro che pagano e che dovrebbero avere la titolarità del potere sopra tutto e tutti, venissero messi in condizione di scegliere tra varie opzioni, magari scremate, questo sì, da una commissione che però fosse anche quella trasversale ai vari interessi in gioco.
Così non è stato e ne avrei preso atto mio malgrado se non fosse che una settimana dopo ho avuto occasione di partecipare ad un convegno in cui un altro architetto ha presentato il suo progetto che è stato bocciato perché, udite udite, non c’erano giovani progettisti all’interno del suo studio. Una condizione che non esito definire demenziale, ancorchè voluta dal legislatore, sapendo ormai sulla mia pelle che i legislatori di cose demenziali ne fanno parecchie.
Le mie domande sono: è vero che il concorso è finito almeno 4 mesi fa o forse più e che quindi si poteva innescare un dibattito ed una consultazione molto prima di adesso dove, guarda caso, emerge l’urgenza di chiudere la questione per il reperimento di finanziamenti pubblici?
Si è tenuto conto, nella selezione del vincitore, anche dell’aspetto economico dell’opera, visto che il progetto bocciato sarebbe costato poco rispetto a quello vincente che, pur non conoscendo le cifre, dò per ovvio costi almeno 5 volte tanto?
E ancora….siamo certi che i cittadini vogliano vedere stravolta la piazza discostandola brutalmente dalla sua connotazione originale ed avvicinandola paurosamente alla mediocrità della progettazione moderna e standardizzata?
E qui scatta un parallelismo con un’altra terrificante avventura in cui si è imbarcata la Pubblica Amministrazione spendacciona e vanitosa quale è quella del famigerato Ponte Maier. A nessuno viene in mente che i cittadini potrebbero volere molto semplicemente un ponte “umano”, economico e semplice con cui attraversare il fiume, che risolva i loro problemi senza necessariamente ingrassare a dismisura chi lo costruisce?
Ma, tornando alla piazza, premesso che chi, nel passato, ha autorizzato la costruzione del Bunker doveva essere caldamente invitato a cambiare mestiere e lo stesso immediatamente demolito, mi piace pensare che con quattro euro quattro si possano armonizzare tutte le facciate compreso il mostro, senza paraventi artificiali, senza siepi che implicano costi continui di manutenzione (che poi puntualmente non avverrebbe) e senza sovrastrutture, e qui sono d’accordissimo con il Sig. Hanau di cui ho letto gli articoli, senza teatri e teatrini che stravolgano la quiete e la serenità che quel posto dovrebbe ispirare.
Se proprio aggregazione sociale ha da essere, la si improvvisa di volta in volta, esattamente come avviene durante la festa del Borgo e manifestazioni varie. L’idea che la banda metallara un giorno e quella etnica il giorno dopo, piuttosto che la fanfara di paese il terzo giorno, violentino la poesia che quella chiesa sprigiona mi terrorizza.
Insomma, per chiudere, se solo ci fosse ancora spazio di colloquio e confronto sarebbe opportuno rivedere atteggiamenti e progetti, sono sinceramente stanco di rincorrere le assurde vanità del politichino di turno ma, quel che temo, ad essere stanchi cominciamo davvero ad essere tanti ed è bene che il politichino ci rifletta attentamente.
Grazie.
Franco Dell’Alba