E’ raro che Alessandria ‘si mobiliti’, come è successo ieri sera per il ministro della Salute Renato Balduzzi (nella foto). Chi di voi ha partecipato alla serata organizzata dell’Associazione Cultura e Sviluppo ha constatato con mano che c’erano sì le autorità e tanti addetti ai lavori della politica, come naturale che sia. Ma c’era anche tutta quella parte di città che conosce e apprezza da tempo il prof. Balduzzi come ‘uomo di diritto’, e tanti suoi compagni di strada di una vita, su diversi fronti di impegno.
La sua commozione iniziale, forse poco ministeriale, ha stupito (in positivo) molti dei presenti, che poi hanno seguito, anche in piedi o dagli schermi esterni alla sala, il filo delle sue riflessioni.
Da poche ore era arrivato il pesante doppio ‘no’ della Corte Costituzionale sulla richiesta di referendum per abolire la legge elettorale vigente, non per nulla definita ‘porcellum’ persino da chi l’ha ideata. Balduzzi, che come costituzionalista fu tra i promotori del referendum, ha commentato la decisione della Consulta con il garbo che è richiesto ad un rappresentante delle istituzioni, ma non ha potuto fare a meno di sottolineare che, comunque, 1 milione e 200 mila firme sono un segnale politico che va raccolto, e che sarebbe assurdo votare, nel 2013, senza aver prima modificato, in meglio, la normativa. La stessa posizione, del resto, espressa dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, e da tanti altri.
Non ho gli strumenti giuridici per valutare tecnicamente la sentenza della Corte Costituzionale, ma è evidente che scelta più impopolare e contraria alla sensibilità dell’elettorato in questo momento non poteva essere fatta. Del resto la Consulta non fa e non deve fare politica. E sta ora purtroppo all’attuale Parlamento (forse il più mediocre e impreparato che la Repubblica abbia avuto) trovare la soluzione per uscire dall’empasse. Che Roma ce la mandi buona: la realtà però è che o Napolitano ha l’autorevolezza per guidare le truppe verso una soluzione adeguata (andando, informalmente, al di là delle competenze del suo ruolo), o non ci sono grandi speranze, per come la vedo io.
Il ministro Balduzzi si è poi naturalmente confrontato e pronunciato sulle principali criticità del sistema sanitario, e su quel che realisticamente sarà necessario, e possibile, fare. Emergenza amianto di Casale Monferrato (e non solo) compresa.
L’impressione di fondo è di essere in mani competenti, anche se in un contesto storico economico che non lascia davvero grandi spazi di manovra. Se non (e questo Balduzzi, alessandrino ma certamente non sospettabile di simpatie leghiste, lo ha lasciato intendere) intervenendo seriamente sugli sprechi e le anomalie di alcune regioni tutt’altro che virtuose, diciamo così.
I dubbi sul Governo Monti, e la sua ‘squilibrata’ vicinanza agli interessi del mondo bancario e industriale, rimangono tutti. Ma per Alessandria poter contare su un ministro come Balduzzi, in un settore ‘strategico’ come la sanità, significa se non altro essere finalmente un po’ protagonista, in positivo, sulla scena nazionale. Dove di solito arriviamo invece per cronache poco edificanti, o parlamentari da cabaret (non tutti, certo: ma sempre troppi).
E. G.