La manifestazione tenutasi a Casale lo scorso sabato 7 gennaio ha indicato chiaramente, in virtù della larghissima partecipazione, quale sia la richiesta che i cittadini rivolgono al Sindaco: rigettare l’offerta di Schmideiny e proseguire, in posizione di parte civile, la battaglia per la giustizia aperta nelle aule del Tribunale.
Una richiesta che il Partito Democratico condivide senza riserve e per la quale ha ritenuto indispensabile essere presente, con i suoi dirigenti locali e provinciali, oltre che con tutto il gruppo consiliare del Comune.
Purtroppo, dopo alcune apparenti aperture mostrate nelle settimane a cavallo delle feste, pare che l’amministrazione stia rapidamente tornando sull’idea di ritornare all’infausto commercio, accettando quella che non a caso è stata definita “l’offerta del diavolo”.
Ora, oltre all’assoluta rilevanza etica dei valori in gioco, ciò che noi riteniamo utile far emergere con chiarezza è il duplice inganno e, insieme, il duplice danno che così facendo il Sindaco e la sua Giunta riserverebbero alla città.
In primo luogo, lasciando attecchire l’idea che il diritto alla giustizia, da un lato, e il reperimento delle risorse necessarie alla bonifica e alla realizzazione di un centro di ricerca sull’amianto, dall’altro, costituiscano valori tra loro equivalenti e, quindi, economicamente “trattabili”.
Laddove è invece vero il contrario: e cioè che le risorse per bonifiche e ricerca debbono scaturire quale risarcimento, imposto dalla giustizia agli autori del crimine.
PD Alessandria