Dopo la conclusione della gara Amiu, sono numerose le domande che in tanti ci stiamo ponendo. Era il caso, ad esempio, di muoversi con tanta urgenza, negli ultimi giorni dell’anno, dato il contesto di precarietà del Comune di Alessandria per la nota vicenda legata ai bilanci dell’ente?
Secondo alcuni addetti ai lavori certamente no, tanto che c’è attesa rispetto alla valutazione della Corte dei Conti, relativamente all’iscrizione nel bilancio 2011 dei 15 milioni di canone anticipato (8 anni), che peraltro secondo il consigliere comunale di opposizione Paolo Bellotti (Idv) addirittura sarebbero stati previsti nei documenti contabili a giugno scorso (sia pur con una dicitura generica), e quindi avrebbero determinato, in caso di non inserimento, un ammanco ulteriore.
Valutazioni che lasciamo naturalmente a chi di dovere, nelle prossime settimane. Di certo il sindaco Fabbio e la sua giunta hanno compiuto un nuovo miracolo comunicativo: nei giorni scorsi diversi amici mi hanno detto: “ma allora è tutto risolto, hanno trovato i soldi in extremis…”. Vai a spiegare che forse non è proprio così: quando un messaggio ‘passa’, poi non lo smentisci più.
A me però di tutta la vicenda ha colpito di più un altro aspetto, finora stranamente ‘silenziato’. Ossia: Iren, nuovo partner di Amiu al 49% nell’associazione temporanea di impresa, è “fra le più importanti realtà nazionali nei settori dell’energia elettrica (produzione, distribuzione e vendita), dell’energia termica per teleriscaldamento (produzione e vendita), del gas (distribuzione e vendita), della gestione dei servizi idrici integrati, dei servizi ambientali (raccolta e smaltimento dei rifiuti) e dei servizi per le pubbliche amministrazioni”.
Ma soprattutto, è realtà palesemente legata ad amministrazioni locali di centro sinistra, “nata il 1° luglio 2010 dalla fusione tra IRIDE, la Società che nel 2006 aveva riunito AEM Torino ed AMGA Genova, ed ENÌA, l’Azienda nata nel 2005 dall’unione tra AGAC Reggio Emilia, AMPS Parma e Tesa Piacenza”.
E voci di corridoio (naturalmente non confermate: altrimenti che voci di corridoio sarebbero, no?) parlano di un diretto interessamento ‘sotto banco’ del Pd locale, con baricentro a Palazzo Ghilini.
Dopo qualche tentennamento e malumore interno, insomma, all’interno del Partito Democratico nostrano sarebbe prevalsa la linea interventista, non tanto con l’idea di dare una mano a Fabbio (dato, forse prematuramente, per spacciato) ne tantomeno alla città, ma di prepararsi un terreno ben seminato. “A maggio è praticamente impossibile che non vinciamo – mi ha confessato un adepto – quindi tanto vale cominciare ad organizzarci”. Un tempo in campagna si diceva: attenti, ragazzi, a non mettere il carro davanti ai buoi…
E. G.