Che il commercio alessandrino non se la passi benissimo non lo scopriamo ora, e del resto se provate a buttare il naso fuori provincia vi accorgerete che l’aria che tira è la stessa più o meno ovunque.
Tuttavia, l’aprile ormai dietro le spalle ha portato con sè diverse kermesse (anche con ottimi riscontri di pubblico), e l’indubbio tentativo, da parte dei diversi soggetti di categoria, di muoversi, di fare, di esserci e di non subire passivamente le dinamiche generali dell’economia.
Ora poi, con Expo 2015, non è che si aspetti l’invasione di ‘torme’ di turisti stranieri da queste parti, però certamente un po’ di condizionamento positivo ci sarà, se non altro anche nella ‘voglia’ degli autoctoni di tornare a muoversi, e a vivere appieno un territorio che di angoli da scoprire ne offre non pochi.
Ma stiamo sul capoluogo, e sui suoi grattacapi. Lo scorso inverno, lo ricorderete, la tensione fra associazioni di categoria dei commercianti e assessorato di Palazzo Rosso esplose in maniera eclatante, con pubblica richiesta di dimissioni dell’assessore Barrera.
Al di là del casus belli (la famosa pista di pattinaggio collocata di fronte al Palazzo delle Poste, in piazza della Libertà), quel che emergeva era una completa mancanza di dialogo fra le parti, e di capacità/volontà di confronto-programmazione congiunta.
Difficile capire, da osservatori esterni, se ci fossero colpe oggettive, e come dovessero essere distribuite. Sta di fatto che il ‘muro contro muro’ è stato, a lungo, una condizione di fatto.
E oggi? Apparentemente la primavera ha portato una nuova effervescenza, e le polemiche sembrano aver lasciato il posto a progetti, iniziative, tentativi di programmazione e di innovazione per un comparto che, indubbiamente, sta pagando un costo carissimo alla crisi. Ma che, altrettanto certamente, non morirà mai: la necessità di comprare/vendere prodotti e servizi è congenita a qualsiasi società umana, primordiale come evoluta. Il commercio dunque, e prima ancora il baratto, fa parte delle attività umane essenziali: può subire trasformazioni profonde e laceranti, che magari lasciano sul campo morti e feriti, ma non si spegne mai. Evolve sempre.
Ad Alessandria, dunque, qual è oggi il rapporto fra associazioni di categoria (Confcommercio e Confesercenti, in primis) e Palazzo Rosso? E, all’interno del Palazzo, ‘pedalano’ tutti nella stessa direzione?
Ce lo chiediamo perchè ai più attenti non è sfuggito, ad esempio, che ad aprile Primavera alessandrina (organizzata dall’assessorato al Commercio del Comune) e FloreAle/Fiera di San Giorgio (affidate dal comune a Procom, che gestirà una serie importante di manifestazioni nel triennio 2015-2017) si sono bellamente ignorate a vicenda, andando ognuna per la propria strada.
Non solo: nel week end appena conclusosi, in occasione della manifestazione CIBIS, pare che tutte le associazioni di categoria siano un po’ ‘saltate sulla sedia’, nel ricevere una lettera dell’assessore al Commercio (qui di fianco: cliccate sul documento per ingrandirlo e leggerlo), che in sostanza comunicava loro che l’evento enogastronomico previsto in centro era stato deciso e organizzato dalla Presidenza del Consiglio (presidente Enrico Mazzoni), e che quindi ci si rivolgesse a quest’ultima per qualsiasi chiarimento in merito. Una vicenda piccola, d’accordo. Ma curiosa, e che fa pensare ad una tensione ‘latente’, tutta interna al Palazzo. E’ davvero così? Siamo alla calma piatta prima dello tsunami? E le associazioni di categoria sceglieranno il ‘basso profilo’ e l’attività operativa, o torneranno a farsi sentire?