Paparatto (Cgil): “Andremo sempre più sul territorio, ovunque ci sia bisogno di noi: con Palazzo Rosso confronto a tutto campo”

Paparatto Tonino“Nel corso del 2015 i nostri iscritti, ma anche tutti gli alessandrini vedranno una Cgil sempre più presente sul territorio, nei luoghi di lavoro ma anche là dove esistono criticità sociali: pensiamo che il sindacato oggi debba più che mai far sentire la sua presenza in maniera diffusa, anche se personalmente non amo toni urlati, o eccessivi personalismi”. Torniamo a trovare Tonino Paparatto, segretario generale della Camera del Lavoro di Alessandria, a distanza di 8 mesi dal suo insediamento, e sulla sua scrivania, al secondo piano del palazzo di via Cavour, fa bella mostra di sé “Il sole dell’avvenire”, l’ultimo romanzo di Valerio Evangelisti: “ma sono un lettore onnivoro, non leggo solo libri dai titoli così evocativi: certamente però preferisco ancora sfogliare un libro di carta, rispetto ai formati elettronici”.

Naturalmente l’incontro con Paparatto non ha però un ‘taglio’ letterario: si parla fitto per un’ora, invece, di scenari politici internazionali e nazionali, per cercare di capire come tutto quel che sta succedendo in Italia condizionerà il mondo del lavoro salariato, e dei pensionati, di casa nostra: “alcuni segnali positivi non mancano – riflette Paparatto – e poi onestamente un sindacalista pessimista dovrebbe cambiare mestiere: il che non significa non vedere difficoltà e problemi: ma Alessandria e tutta la sua provincia hanno anche potenzialità notevoli, che certamente vanno valorizzate, alla ricerca di un rilancio dell’occupazione che non sia un ‘rimbalzino’ effimero, ma un andamento solido e strutturale. Per questo ci aspettiamo, sia sul fronte privato che pubblico, segnali forti e concreti da parte delle nostre controparti”. Vediamo allora di entrare nei dettagli, e di affrontare alcune delle questioni sul tappeto.

 
Segretario Paparatto, partiamo dal quadro politico internazionale: la vittoria diAlexis Tsipras and Pablo Iglesias Tsipras in Grecia comporterà significative ricadute anche in Italia, o davvero Atene è lontana?
Intanto parlerei di vittoria di Syriza, e non di Tsipras, proprio perché credo nei progetti collettivi, e non nell’uomo solo al comando: e questo vale ancora di più per il sindacato. E poi, onestamente, la mia risposta è più no che sì: Syriza, come Podemos in Spagna, sono fenomeni interessantissimi di nuova sinistra, sociale prima ancora che politica. Ma da noi la situazione ad oggi mi pare differente: da un lato un fenomeno che ha anticipato negli anni scorsi le esperienze greca e spagnola lo abbiamo avuto con Grillo e i 5 Stelle: con tutte le differenze del caso, naturalmente. Però mi pare che il fenomeno si stia già parecchio ‘sgonfiando’, e al contempo non si può non constatare che c’è in Italia un partito di centro sinistra, il Pd, da 40%. Su Renzi si possono avere delle riserve, e la Cgil non ha certo lesinato critiche e contrapposizioni, ma la sua posizione mi pare ad oggi piuttosto salda.

Renzi nuova 2Diciamo pure che, tra elezione del nuovo Presidente della Repubblica e legge elettorale in dirittura d’arrivo, il nostro giovane premier è l’asso pigliatutto del panorama politico….
A me la scelta di Mattarella come presidente è parsa azzeccatissima: il nuovo presidente è un uomo di poche parole, e con un percorso personale di tutto rispetto. E mi è piaciuto molto il fatto che, nel suo primo discorso da Presidente, abbia fatto esplicitamente cenno ai suoi concittadini più deboli, come quelli maggiormente da tutelare. Perché quella è anche la battaglia della Cgil: penso ai disoccupati, ma anche ai portatori di handicap e alle persone malate, a cui occorre destinare assolutamente più risorse.

Insomma un sindacato che pensa non solo ai lavoratori salariati, ma anche aiJobs Act pensionati e ai tanti precari e ai soggetti socialmente deboli. Ma la Cgil, dopo aver ‘puntato i piedi’ (insieme alla Uil) contro Renzi sul fronte jobs act, ora farà marcia indietro?
No, questo assolutamente è fuori discussione. Noi rimaniamo assolutamente convinti che l’economia non si rilancia riducendo i diritti, e anzi ci auguriamo che il premier, in questo clima di nuova apparente armonia dentro il Pd, possa mostrare più attenzione alle istanze sin qui sostenute dalla sua minoranza interna. Ma la Cgil, questo tengo a ribadirlo, è e sarà sempre più un sindacato, e non un partito politico: a noi preme tutelare i diritti dei lavoratori e dei pensionati, con uno sguardo allargato al disagio sociale nel suo complesso. Ma i giochi della politica non ci interessano.

Puntiamo dunque i fari sul mercato del lavoro: lei è ottimista, ossia crede che davvero ci sia una ripresa imminente, e duratura?
Un sindacalista pessimista farebbe meglio a cambiare mestiere, francamente. Perché il nostro compito è tutelare i lavoratori, e aiutarli a migliorare, sempre. Quindi l’ottimismo è nel nostro dna. Che naturalmente non significa fingere di non accorgersi delle difficoltà, ma analizzarle e cercare di superarle. Ora, se guardo al mercato del 2015 non posso non considerare che c’è un mix di elementi (prezzo del petrolio in forte calo, valore dell’euro in diminuzione, e una serie di provvedimenti ‘di sistema’ della Bce) che complessivamente dovrebbe agevolare una certa ripartenza. Questo, tra l’altro, speriamo possa generare per l’alessandrino un effetto particolarmente virtuoso….

ExportPer via dell’export?
Certamente: la nostra economia provinciale ha tassi di esportazione che sono circa il doppio della media nazionale, e questo, che si tratti di oro come di cioccolato o di meccanica, non potrà che favorire il nostro territorio.

Alle porte c’è anche Expo 2015: crede che per l’alessandrino potranno esserci benefici significativi?
Che l’alessandrino abbia una importante vocazione turistica, con una serie di marchi di riconosciuto valore, a me che vengo da fuori pare evidente. Da Borsalino alla Cittadella, da Marengo a Pellizza da Volpedo: certamente Expo può essere l’occasione per valorizzarli e farli conoscere ad un pubblico più vasto, anche internazionale. Il turismo insomma può e deve creare lavoro e occupazione, così come la cultura, che è un altro asset da valorizzare.

E le fabbriche? Cosa vi aspettate su quel fronte?
La fase dei rinnovi contrattuali è sempre più complicata, per tanti motivi. Ma una certaMichelin Spinetta ripresa industriale dovrebbe esserci. Sono previste nuove assunzioni allo stabilimento Michelin di Spinetta Marengo, ad esempio. E poi naturalmente c’è la realtà delicatissima dell’Ilva, in una fase particolare. Lì mi sembra che il governo (che noi critichiamo quando serve, ma a cui siamo anche pronti a riconoscere meriti se ci sono) intenda muoversi nella direzione giusta, che è quella di una statalizzazione più o meno lunga degli impianti, alla ricerca poi di partner privati. L’acciaio è comunque un asset di produzione a cui l’Italia non deve rinunciare.

L’edilizia continuerà a ‘boccheggiare’?
Gli edili hanno sofferto molto, pagando un conto salatissimo alla crisi. Qualche indicatore di ripresa però c’è, e credo che un contributo importante possa venire sia dalle grandi opere (ossia il Terzo Valico), sia dal recupero del territorio, dopo il grave dissesto idrogeologico dei mesi scorsi.

anziani_non_autosufficientiProviamo ad analizzare, segretario Paparatto, l’articolato scenario dell’economia pubblica: si parte da un desolante dato di fondo, che è il taglio sistematico delle risorse. Il welfare come lo abbiamo conosciuto per decenni è a rischio?
Il compito del sindacato è fare di tutto, ma proprio di tutto, per difendere non solo il lavoro, ma anche tutto l’insieme di servizi e prestazioni che per sintesi chiamiamo welfare: quindi pensioni, scuola, sanità, assistenza sociale. Proprio in queste settimane stiamo partendo da lì: con incontri territoriali nei singoli comuni centri zona, per stimolare accordi sociali sul fronte delle tariffe per i servizi essenziali. Sappiamo bene che i comuni a loro volta fanno fuoco con la legna che hanno, e che i trasferimenti statali sono stati drasticamente ridotti. Ma proprio nella scarsità di risorse diventa essenziale dare priorità assoluta alla contrattazione sociale, e avere particolare attenzione per chi sta vivendo difficoltà vere e pesanti.

 
I rapporti con Palazzo Rosso quali sono? Dopo il dissesto, e le tensioni ad essoComune di Alessandria 3 collegate, si va verso il disgelo? E per fare cosa?
C’è una data segnata in rosso in agenda, ed è quella del 16 febbraio. In quell’occasione, insieme a Cisl e Uil, incontreremo il sindaco Rossa, e i suoi assessori e collaboratori, per capire quali sono i loro progetti per il 2015 e gli anni a venire. Da quando sono qui peraltro sono già stati diversi gli incontri con gli amministratori del comune di Alessandria, e in particolare con l’assessore al Bilancio Giorgio Abonante: mi pare di capire che, a partire dai progetti attorno alla cosiddetta Grande Amag, ci si stia muovendo con obiettivi chiari, che per noi sono prioritari: salvaguardia dell’occupazione, ma anche qualità del servizio, e contenimento delle tariffe. E penso non solo a gas e rifiuti, ma anche ad esempio al costo degli asili nido, che non devono essere un lusso per pochi ma un servizio alla portata di tutti.

Qualcuno però dice che si parla sempre di Grande Amag, e ci si scordano questioniAmag Alessandria come Aspal o Tra, dove l’accetta della riorganizzazione ha colpito, eccome….
No, non ci scordiamo dei lavoratori di Aspal con ammortizzatori in scadenza, e seguiamo da vicino il tema del reinserimento degli ex dipendenti del Tra, ai quali comunque qualche opportunità, in Amag nella maggior parte dei casi ma per qualcuno anche altrove, è stata finora offerta. Vorrei aprire con Palazzo Rosso un ampio confronto sul tema cultura in città: che significa certamente riapertura del Teatro, ma più in generale mettere in campo un progetto di ampio respiro. Senza scordarci che esiste l’azienda speciale Costruire Insieme, che dovrà essere maggiormente valorizzata e può essere il perno attorno a cui realizzare una serie di progetti.

Se guardiamo allo scenario provinciale, segretario Paparatto, vediamo sul tappeto due priorità assolute, che si chiamano sanità e trasporti. Non a caso rispettivamente la prima e la seconda voce di spesa a livello regionale. E sappiamo bene che, quando si parla di riorganizzazione, si intende in realtà quasi sempre ridimensionamento…
Quel che noi chiediamo, infatti, è che ci sia mostrato come il ridisegno della sanità ospedaliera, ma anche territoriale, e del trasporto in particolare su gomma, potranno realizzarsi non semplicemente chiudendo ospedali o riducendo il servizio degli autobus. E i due settori non sono per nulla scollegati l’uno dall’altro, soprattutto in un territorio vasto e ‘policentrico’ come quello alessandrino, e con una popolazione mediamente anziana. Ossia: se si decide di ridimensionare gli ospedali di territorio, al contempo vanno aumentati sia i servizi di tipo domiciliare per le persone che hanno difficoltà a muoversi (deve essere la sanità ad andare a casa loro), sia offrire a tutti gli altri, studenti in primis, una rete di trasporto pubblico moderna ed efficiente.

Camera del LavoroPerò a questo punto uno sguardo dentro la Camera del Lavoro ce lo deve consentire segretario. Qual è lo stato di salute (locale) del più grande sindacato italiano?
(sorride, ndr) Posso risponderle con qualche numero intanto, e poi se crede con qualche valutazione. La nostra Camera del Lavoro è per dimensioni la seconda del Piemonte dopo Torino, e abbiamo chiuso il 2014 con 52.665 iscritti, contro i 52.846 di fine 2013. Una sostanziale stabilità insomma, con un -0,3% che è meno di quel che abbiamo perso altrove. Intendiamoci: secondo me con le battaglie forti e trasparenti che la Cgil ha fatto gli iscritti sarebbero dovuti addirittura aumentare, e questo deve essere il nostro obiettivo. Ma con la crisi che c’è in giro da anni, è assolutamente fisiologico che un calo ci sia, anche fra gli iscritti al sindacato. Io sono qui da otto mesi, e abbiamo costruito una segreteria, e gruppi di lavoro, che stanno lavorando con grande determinazione. L’intenzione per quest’anno è portare sempre di più il sindacato nei luoghi di lavoro, ma anche sul territorio, là dove ci sono situazioni che socialmente necessitano di grande attenzione. Stiamo potenziando molto Casale Monferrato ad esempio, perché lì ci si confronta con un dramma come quello dell’amianto, che ha colpito e purtroppo ancora colpirà duramente i lavoratori e anche i cittadini che non hanno avuto a che fare direttamente con Eternit. La battaglia dei casalesi su quel fronte è, sempre più sarà, anche la battaglia della Cgil.

 
Capitolo patronati: ad un certo punto, nei mesi scorsi, si diffuse il panico, conInca Cgil l’ipotesi di una drastica riduzione delle risorse da parte del Governo, e quindi dei servizi (tutti gratuiti, ricordiamolo) da parte vostra. Pericolo rientrato?
Direi di sì, per fortuna. Nel senso che i tagli a livello nazionale (peraltro in parte già messi in conto) ci sono stati, ma sono stati alla fine ridotti rispetto a quanto si temeva. Ad Alessandria quindi non ci sarà nessuna conseguenza negativa: e questo è importante, perché gli sportelli dell’Inca, il nostro patronato, sono davvero un punto di riferimento essenziale per tantissime persone, con un ventaglio di prestazioni e servizi molto ampio.

 

Insomma Paparatto, lei non doveva essere un segretario ‘foresto’ e di transizione? Che fa, ci ha preso gusto?
(ride divertito, ndr) Lei provoca, ma io non abbocco. Qualcuno magari pensa che dovrei urlare di più, e andare ogni giorno sui giornali. Ma ognuno ha il proprio stile di lavoro, e personalmente ho sempre creduto nella forza del lavoro di squadra, non nel leader solo al comando, che pure va molto di moda. Mi occupo di organizzazione e contrattazione sindacale in Cgil da più di trent’anni, e questa ad Alessandria è davvero un’esperienza splendida, importante e in cui credo. Poi sono pacato ma calabrese, quindi ho la testa dura: e c’è molto lavoro da fare, in diverse direzioni. A partire dalle sedi istituzionali, pubbliche e private, dove bisogna farsi ascoltare davvero, con numeri e proposte, per portare a casa risultati concreti che tutelino i nostri iscritti, che siano lavoratori dipendenti o pensionati. Solo quello conta: le chiacchiere le lascio ad altri.

Ettore Grassano