Coscia: “Qualche timido segnale di ripresa c’è: dobbiamo crederci”. In arrivo il portale del Monferrato per Expo 2015

Coscia nuovaE’ stato un 2014 da montagne russe, per le Camere di Commercio. Prima l’annuncio della loro prevista soppressione, poi i mezzi passi indietro del governo, e la messa a punto di una riorganizzazione territoriale che, nel tempo (ma in quali tempi non è chiaro), dovrebbe portare ad un drastico accorpamento, passando dalle attuali 105 Camere ad una sessantina. Intanto di certo c’è il taglio di risorse del 35%, in forma di diritti camerali pagati per legge dalle imprese: una piccola buona notizia soprattutto per le micro imprese (che risparmiano alcune decine di euro l’anno), che rischia però di trasformarsi in un boomerang, dal punto di vista dei servizi erogati, e delle attività delle Camere di Commercio sul territorio, soprattutto sul fronte della promozione. Da intendersi, attenzione, non come pubblicità, ma come finanziamento di progetti e iniziative in tantissimi diversi settori. Il 2015 è però anche l’anno dell’Expo, e secondo gli osservatori più ottimisti potrebbe esserci all’orizzonte qualche segnale di ripresa economica ancora piuttosto flebile, ma comunque significativa e di buon auspicio. Proviamo a capire come vede la situazione, dal suo osservatorio certamente privilegiato, il presidente della Camera di Commercio di Alessandria, Gian Paolo Coscia. Il suo ufficio è un ‘via vai’ costante di esponenti del mondo imprenditoriale, ma anche dell’associazionismo e della vita pubblica locale: a testimonianza di quel ruolo di ‘cabina di regia’ del territorio che, da un anno a questa parte, la nuova Camera guidata dallo stesso Coscia e dal segretario generale Roberto Livraghi non fa mistero di aspirare a svolgere.
Presidente Coscia, sia sincero: cosa dobbiamo aspettarci da questo 2015?Camera di Commercio Alessandria
(riflette e sorride, guardandoci prima di rispondere) Stiamo aspettando in questi giorni una serie di dati definitivi su come si è chiuso il 2014, sul fronte delle imprese e dell’occupazione, a casa nostra. Però alcuni segnali positivi, pur ancora timidi, ci sono, e li ha confermati di recente anche Confindustria. Dobbiamo crederci….

L’economia alessandrina però è lastricata di chiusure e cessate attività…..
Ma anche di aperture: i dati sulla mobilità delle imprese, dopo un calo di alcune centinaia di unità, si è stabilizzato, e in provincia ne abbiamo circa 54 mila. Poi in realtà bisogna anche analizzare la qualità di aperture e chiusure: nel mondo agricolo ad esempio, da cui provengo, c’è stato negli ultimi anni un calo significativo di imprese: ma se andiamo ad analizzare il dettaglio, vediamo che sono praticamente tutte micro imprese di persone anziane, o di chi faceva l’agricoltore come seconda attività. Non si può quindi parlare di crollo o crisi, in casi simili, ma di riorganizzazione del mercato.

agricolturaA proposito di agricoltura, presidente Coscia: nel comparto c’è parecchia inquietudine, e il timore che dall’Europa si possano chiudere i rubinetti dei contributi. E’ così?
Assolutamente no: i rubinetti non si chiuderanno, ci mancherebbe. Ci sarà una riduzione dei contributi, e una loro rimodulazione, questo sì: privilegiando molto il green, l’agricoltura ‘verde’ e i prodotti biologici, ad esempio. Potrebbe esserci all’orizzonte un rallentamento nell’erogazione dei contributi, a causa del fatto che l’Unione Europea si è vista arrivare dall’Italia, per i Piani di Sviluppo Rurale 2014-20120, una serie molto articolata di progetti, tutti da analizzare. Forse un miglior coordinamento ci avrebbe consentito di semplificare, e accelerare, la risposta dell’Europa.

Per l’economia alessandrina la carta vincente rimane l’export?
Assolutamente sì. Abbiamo un saldo attivo tra import ed export di circa 2 miliardi di euro, che ci colloca nella fascia alta del paese (sostanzialmente il doppio della media nazionale), e al livello della Germania. Ed è un export diversificato, e che punta a mercati internazionali vasti ed eterogenei.

Presidente, fra qualche mese comincia la kermesse dell’Expo, e sono attesi diversiExpo 2015 nuova milioni di visitatori stranieri: quale sarà la ricaduta reale sull’alessandrino?
La verità è che è difficile prevederlo a priori, e non mi aspetto numeri clamorosi. Ma Expo è importante perché rappresenta per la filiera dell’economia turistica e agroalimentare di casa nostra l’occasione di riorganizzarsi, mettendo ordine in un’offerta vasta ma forse anche un po’ disarticolata. Tramite Unioncamere abbiamo stanziato circa 100 mila euro, nonostante i tagli di risorse di cui tutti sanno, il che ci consentirà di essere presenti, insieme alle altre Camere piemontesi, al Padiglione Italia per la promozione dei nostri prodotti agricoli, e in particolare il riso. Ma anche di puntare su una serie di strumenti di informazione in rete…

Si riferisce ai frutti del protocollo siglato nei mesi scorsi con gli enti territoriali, fra cui la Provincia e i diversi comuni capoluogo e capozona, compreso Asti?
Esatto…fra qualche giorno, il 18 febbraio, presenteremo ufficialmente il portale MonferratoExpo2015.it, che servirà a promuovere l’insieme delle eccellenze del nostro territorio, ma anche tutti gli eventi organizzati da maggio a ottobre, le proposte enogastronomiche e quelle culturali. E naturalmente siamo anche presenti all’interno degli altri due portali realizzati per Expo, ossia Explora e BookingPiemonte.it
L’importanza del Protocollo siglato a fine 2014, però, va al di là dei portali, e riflette un nuovo approccio, integrato e tra l’altro esteso al territorio astigiano, per la valorizzazione di tutto il Monferrato in termini unitari. Un percorso che andrà ben oltre Expo 2015.

Insomma, la Camera di Commercio non molla, anzi rilancia. Eppure fino a pochi fa si parlava di chiusura, come per le Province (peraltro anch’esse ancora in mezzo al guado). Poi che è successo, e soprattutto che succederà nei prossimi anni?
(sospira, ndr) E’ successo che l’attuale Governo pare ora intenzionato a muoversi in un’ottica di riorganizzazione del sistema camerale. Con anche l’ipotesi di accorpamenti per le realtà che hanno meno di 90 mila imprese iscritte. Il che significherebbe passare dalle attuali 105 ad una sessantina.

Ma in che tempi, Presidente? E vi state già muovendo?
Non c’è assolutamente una tempistica predefinita, anche se noi una serie di riflessioni con altre Camere piemontesi, da Asti a Vercelli a Biella, le abbiano avviate da tempo. Di certo c’è solo che, quest’anno, i diritti camerali sono stati diminuiti del 35%, e che cercheremo di scongiurare l’ulteriore ridimensionamento previsto per il 2016 (40%) e per il 2017 (50%). Nel 2015, grazie ad un’attenta spending review interna, e ad una gestione virtuosa che ad Alessandria c’è da sempre, riusciremo comunque a garantire non solo il pieno funzionamento degli uffici, ma anche l’utilizzo di risorse per 1,5 milioni di euro destinate a sostenere tre asset essenziali, ossia promozione, credito e internazionalizzazione.

Camera di Commercio alluvioneLo scorso anno però, sullo stesso fronte, quanto investivate?
Nel 2014 abbiamo investito 3,5 milioni di euro. Naturalmente, sia che arrivino nuovi tagli, sia che ci si fermi qui, occorrerà valutare la dismissione di alcune partecipazioni (peraltro tutte interne al sistema camerale), e mettere a punto ulteriori politiche di risparmio. Si consideri peraltro che, almeno ad Alessandria, sprechi non ce ne davvero mai stati, e che l’unica nostra attuale controllata, Asperia, si occupa di promozione del territorio ma lo fa senza costi di consiglio di amministrazione né dipendenti, perché utilizza personale della Camera di Commercio. I nostri dipendenti sono attualmente 69, e posso garantire che, per loro, ci sarà sempre la massima attenzione, anche perché si tratta di professionalità davvero qualificate.

Ettore Grassano