E’ reduce dal congresso della Lega Nord di Padova, che ha ‘incoronato’ Matteo Salvini segretario federale fino alla fine del 2016, e rilanciato il Carroccio come una delle pochissime voci ‘dissenzienti’ rispetto al ‘partito unico trasversale’ del renzismo. Riccardo Molinari, segretario provinciale della Lega e ex assessore regionale nella giunta Cota, è alle prese con una serie di scadenze estive: dalla festa ‘padana’ che si terrà come sempre a Capriata d’Orba, storica ‘roccaforte’ del movimento, dal 21 al 24 agosto, alla nuova organizzazione ‘leggera’ del partito, sempre più basato sul volontariato dei militanti, e sulla volontà di essere partito del territorio. Dalla vicenda nota come ‘rimborsopoli’, al sistema dei media ‘a senso unico’, al progetto Multiutility legato ad Amag, Molinari non si esime da valutazioni impegnative: tornando a proporre la Lega Nord come forza di alternativa, che punta ad un dialogo diretto con i ceti produttivi, “di cui tutti parlano, ma che nessuno davvero ascolta, cercando di dar loro voce”.
Segretario Molinari, partiamo dalla sua vicenda personale: prima di diventare assessore, in consiglio regionale lei fu consigliere. E come tale è rinviato a giudizio, nell’ambito di ‘rimborsopoli’. Preoccupato?
Direi amareggiato, perché personalmente mi vengono contestati circa 9 mila euro di rimborsi che ritengo assolutamente legittimi, rispondenti alla normativa e, peraltro, sempre regolarmente rimborsati dai funzionari regionali, senza la minima obiezione. Per questo ho scelto di andare a giudizio, il prossimo 21 ottobre, al contrario di altri che hanno patteggiato, avendo però contestazioni del tutto diverse: spero di poter chiarire finalmente come stanno le cose. Ma in questa vicenda abbiamo visto tante cose strane….
Ora si dice che, il prossimo 22 settembre, verrà riesaminata anche la posizione di molti ex consiglieri regionali del centro sinistra, che in un primo momento era stati ‘stralciati’ dall’inchiesta…
Eh già: giusto in tempo per essere rieletti consiglieri, o magari sindaci della loro città, diciamolo pure. Ora anche Repubblica, nei giorni scorsi, sembra essersi accorta che certe accuse non stanno né in cielo né in terra, e che nei confronti di centro destra e centro sinistra si sono usati pesi e misure diverse. Ma questo ormai pare essere dato per fatto naturale e scontato.
Voglia di alzare bandiere bianca, segretario Molinari?
Assolutamente no. Ma quanti, tra gli esponenti politici del centro destra anche locale, hanno fatto uno o due passi indietro rispetto agli impegni pubblici, perché intimoriti dal clima generale? Lo vogliamo dire questo, o dobbiamo fare finta di niente, e di vivere in una democrazia matura e trasparente? Noi della Lega però non rinunciamo assolutamente a fare la nostra parte, e a dar voce a chi oggi è sistematicamente ignorato: a partire dai ceti produttivi, dai piccoli e medi imprenditori che sono alle corde, e dalla gente che il lavoro già lo ha perso, e rischia di non ritrovarlo. In autunno faremo una grande battaglia a favore di una diminuzione della pressione fiscale, con aliquota unica al 20%: perché senza ridurre le tasse la nostra economia è destinata ad impoverirsi ulteriormente, e ad una recessione costante.
Ma di Renzi non vi piace proprio nulla?
Noi abbiamo un altro Matteo se permette, che è quello vero, ossia Salvini. E al congresso dell’altra settimana sono emerse scelte precise: la Lega continuerà ad essere il partito del Nord, più che mai. Anche se è vero che nel centro sud, a causa della cappa di conformismo da partito unico, cresce il malcontento, e si moltiplicano le richieste di aiuto alla Lega, per creare movimenti autonomisti su quei territori. In realtà l’unica riforma fra quelle annunciate dal Governo Renzi che potrebbe avere un senso è quella della trasformazione del Senato in Camera delle Regioni. Peccato però che la stessa si accompagni ad una rimodulazione del Titolo V, che porterà alla definitiva supremazia della legislazione statale su quella regionale, e di fatto alla morte delle autonomie, e dei territori.
Voi vi siete battuti per primi sulla strada del federalismo e delle autonomie locali. E ad un certo punto il Pd sembrò intraprendere anch’esso con decisione quel percorso. Oggi, però, tutto pare convergere verso un nuovo centralismo, all’insegna della parola magica: risparmio….
Esattamente: e a farne le spese è in primo luogo il Nord che produce e paga le tasse (al contrario di regioni dove, piaccia o non piaccia, l’economia è in gran parte sommersa), oppure in qualche caso non le paga nella misura in cui deve cercare di sopravvivere, perché questa è ormai la situazione. E in autunno arriverà una nuova stangata fiscale, e nuove tasse, stiamone certi. Purtroppo le riforme così come le sta annunciando Renzi (cosa davvero riuscirà a portare a termine è altra questione) sono demagogia pura. E un modo per ‘strangolare’ comuni, regioni e enti locali in genere, e portarli sotto il controllo totale di Roma, ossia del Pd. E poi di riforme non si mangia, e oggi gli italiani hanno davvero altro per la testa: approfittando di questa situazione, potrebbero far passare soluzioni che riporterebbero il Paese indietro di decenni.
Parliamo di casa nostra: Confindustria annuncia accorpamenti con Cuneo, la Camera di Commercio sembra andare nella stessa direzione. L’alessandrino sarà sempre più periferia dell’impero?
Non scordiamoci la Regione Piemonte: noi che Chiamparino fosse il candidato dei salotti torinesi, delle banche e di un certo milieu sabaudo lo abbiamo sempre detto. E ora ci ritroviamo (a quanto leggo anche a causa di spaccature interne al Pd alessandrino: ma questo è marginale) senza nessun rappresentante in giunta regionale. E posso assicurare, essendo stato sia in consiglio che in giunta, che è la seconda che decide, poche storie. Aspettiamoci quindi cinque anni in cui tutti gli investimenti saranno concentrati su Torino, e su Cuneo. Il resto del Piemonte sarà a perdere: e quando sento dire dai nuovi amministratori che saranno aumentati gli investimenti in periferia in settori come sanità, lavoro e trasporti allargo le braccia. Ma dove pensano di trovarli, i soldi? La Bresso portò il Piemonte al massimo di indebitamento, e la giunta Cota, per quattro anni, ha fatto i salti mortali per avviare un percorso di risanamento, nella sanità e non solo lì. Penso anche ai costi della politica…..
E si torna a Rimborsopoli, segretario Molinari….
No, su quello non dico altro, è meglio. Anche se è evidente che dal 1970 in poi si è adottato un certo criterio, per poi scoprire improvvisamente nel 2013 che non andava più bene, e fissare nel 2010 il discrimen antecedente. Ma vorrei fosse chiaro che è stata la giunta Cota ad avviare una serie di tagli alle retribuzioni dei politici, e ai costi annessi.
Magari stimolati anche dal Movimento 5 Stelle? Si dice che molti elettori ex leghisti siano finiti da quelle parti…
Guardi, Beppe Grillo è il miglior alleato del Pd di Renzi, e le spiego perché. Un conto è denunciare gli sprechi della politica e della pubblica amministrazione, e correggerli. Altro è sviluppare l’ossessione su quanto guadagnano x e y, anziché su cosa fanno di utile per la collettività. Nel momento in cui la moda è diventata quella di tagliare in maniera indiscriminata, eccoci al neo autoritarismo di Renzi: via le autonomie degli enti locali, chiusura dei rubinetti sulle risorse per i territori, e concentrazione del potere e delle decisioni al centro, sempre in meno mani. La finta abolizione delle Province ne è un esempio: i costi sono rimasti gli stessi, l’inefficienza è assai aumentata perché nessuno sa più cosa deve fare, e i politici rimangono, ma non li scelgono più i cittadini, bensi la politica stessa: meglio, li sceglie il Pd, che grazie al meccanismo del voto ponderato potrà avere il pieno controllo di tutti i territori.
Parliamo delle Terme di Acqui: ora cosa succederà?
Noi abbiamo sempre detto con trasparenza come la pensiamo: le Terme devono rimanere a controllo pubblico. Speriamo che Chiamparino non ceda alle sirene della privatizzazione a tutti costi, ma mantenga la proprietà pubblica dell’acqua, unica garanzia che chi gestirà le Terme di Acqui continui a fare termalismo, sanità e turismo e non invece altre operazioni che odorano di speculazione immobiliare.
A Palazzo Rosso la Lega è all’opposizione. In queste settimane ‘tiene banco’ il progetto Multiutility da costruire attorno all’Amag: siete contrari?
Semplicemente ci chiediamo come mai si fece carta straccia del vantaggioso accordo stipulato quasi tre anni fa dalla giunta Fabbio con Iren sul fronte Amiu (che in quel modo si sarebbe salvata dal fallimento), per ora avviare tutto un percorso che ha una fine nota: la svendita di un’azienda comunque appetibile come Amag (dopo che avrà inglobato la stessa Amiu) sempre ad Iren, ma a prezzi di saldo. Del resto, tutto rientra in quel progetto ‘torinocentrico’ che sta dietro all’elezione di Chiamparino, e che potrebbe riguardare, sul fronte trasporti, anche Atm. Noi, dai banchi dell’opposizione ma anche attraverso tutti i canali di diretto contatto con le persone, non possiamo che continuare a fare opera di denuncia, e sollecitare trasparenza e chiarezza. Cercando di coinvolgere gli alessandrini, e di coinvolgerli ad una nuova partecipazione: abbiamo anche trasferito la nostra sede provinciale e cittadina in via Faà di Bruno, al piano terra con vetrine ben visibili, per favorire questo processo.
Riccardo Molinari sarà, fra tre anni, il candidato sindaco del centro destra?
(sorride, ndr) E’ davvero troppo presto per fare questi discorsi, francamente. Vedo tutto uno scenario in evoluzione, e ci aspetta tanto lavoro, assolutamente appassionato e volontario, per dare voce in tutta la provincia a chi non ci sta a subire il declino, e il centralismo romano. Poi vedremo.
Ettore Grassano