Se fossi in Rita Rossa darei le dimissioni

La 'patata bollente' dei rifiuti alessandrini: per Aral un commissario fino ad ottobre? CorriereAl 1Se fossi in lei darei le dimissioni da consigliere capogruppo PD del Comune di Alessandria. Mi metto nei suoi panni, non vorrei restare mentre dietro le spalle tutti fanno sorrisetti. Lasciamo stare gli aspetti penali della vicenda di suo marito, Ezio Guerci, indagato di aver incassato una mazzetta (un Suv) nell’ambito della maxi indagine di associazione a delinquere per traffico illecito di rifiuti Sud-Nord avviata dalla Procura di Brescia, accusa dalla quale peraltro Guerci (già vicesindaco) si difende: nessuna mazzetta per influenza illecita sulla moglie-sindaco Rita Rossa, bensì una consulenza gratuita all’amico Fulvio De Lucchi (presidente Aral, indagato) prestata generosamente per salvare la municipalizzata Aral dal tracollo e per aiutare la città, nessun Suv: la consulenza al regista dello scandalo, Paolo Bonacina, è stata regolarmente fatturata.

E lasciamo perdere gli speculatori politici che non si accontenteranno mai di azzannare il PD. I sorrisi dell’opinione pubblica in buona fede, invece, si dividono in due categorie. Quelli che credono che Rita Rossa sia stata tenuta all’oscuro del palese conflitto di interessi (è risaputo che il coniuge è sempre l’ultimo a conoscere le corna). E quelli che non ci credono, e quand’anche Guerci uscisse fuori penalmente insisterebbero a nutrire sospetti.

Insomma, gli uni e gli altri continuerebbero con beffardi oppure patetici sorrisi ogni qualvolta si affacciasse in Consiglio comunale, e con loro i cittadini che leggessero sue dichiarazioni politiche sui giornali. Una risata effettivamente può seppellirti.

E chi me lo fa fare, mettendomi nei suoi panni? La carriera politica è comunque conclusa. Le dimissioni sono una opportunità personale, non certo un favore al PD che non se lo merita proprio.

 
Lino Balza – Alessandria