Avanti tutta con i maiali di Grondona. Lo scorso week end, persino con alcuni giorni di anticipo rispetto alla scadenza annunciata dei primi di dicembre, nel piccolo centro della Val Borbera sono arrivati i 400 maiali (“sono 410 per la verità: abbiamo abbondato”, sorride soddisfatto Luigi Massa, segretario generale della Città del Bio) destinati alla struttura gestita dalla cooperativa La Tula.
Si tratta di uno dei primi importanti progetti targati appunto Biodistretto Terre del Giarolo, che consentiranno (grazie anche ad una intuizione di Cesare Rossini, commissario della comunità montana in via di scioglimento) di non perdere 500 mila euro di fondi regionali, e anzi di canalizzarli verso un percorso di rilancio produttivo del territorio, rigorosamente legato ad iniziative bio.
“I maialini sono in ottima salute – sottolinea Luigi Massa -, e già presi in piena gestione e accuditi dal personale della cooperativa: ma a breve ci sarà un piccolo bando, con il quale individueremo sul territorio personale locale interessato all’attività, che verrà anche adeguatamente formato. Una modalità, questa, che seguiremo con tutte le start up nel territorio del Biodistretto Terre del Giarolo, così come già stiamo facendo nel Biodistretto Suol D’Aleramo” (quello dell’area del Monferrato acquese, mentre ultimamente ci sono stati incontri con imprenditori agricoli anche nel casalese, per valutare se esistono le condizioni per avviare un terzo Biodistretto in quell’area della provincia di Alessandria, ndr).
A questo punto cosa succederà? Ossia quale sarà il mercato di riferimento per questo allevamento di maialini? “Innanzitutto verranno allevati secondo criteri assolutamente bio – spiega Massa -, il che costituisce il valore aggiunto fondamentale del progetto. Singoli produttori della zona, eventualmente interessati, potranno ovviamente farsi avanti, così come proporremo al Consorzio del Salame Nobile del Giarolo una collaborazione a tutto campo: se sono interessati ad una modifica del loro disciplinare, con inserimento di una sezione bio, saremo lieti di fornire loro la materia prima, diciamo così. In caso contrario utilizzeremo ovviamente un marchio diverso, e batteremo altre strade. Non c’è da parte nostra però nessuna intenzione di entrare in concorrenza con qualcuno, questo vorrei che fosse chiaro. Semmai ci interessa ampliare al massimo lo spettro delle collaborazioni, e far crescere il territorio, aprendo nuovi mercati. Ecco perché parteciperemo, nei prossimi mesi, alla fiera di Norimberga: sarà l’occasione per presentare al mercato estero non solo l’allevamento di suini, ma un’intera area, e i suoi prodotti, per far crescere sia flussi turistici che interesse economico per i prodotti delle Terre del Giarolo”.
“L’attività – conclude Massa – rappresenta un’opportunità per tutti coloro che intenderanno realizzare prodotti biologici legati alla filiera suinicola. Il nuovo allevamento, realizzato dalla Cooperativa agricola Terre d’Incontro, non è che una delle numerose azioni messe in campo dal costituendo Biodistretto e si tratta di una prima concreta realizzazione degli investimenti previsti nei diversi settori produttivi ad esso collegati”.
L’allevamento di Grondona, dunque, segue un’altra decisione già assunta, ovvero quella della realizzazione di un impianto di distillazione collettivo che sarà ubicato a Costa Vescovato, in Valle Ossona, per il quale è in corso l’iter autorizzativo.
Ma altri progetti sono in cantiere: “piccoli ma importanti”, sottolinea Massa, “perché pensati in termini di ‘rete’ e filiera: li presenteremo via via che si concretizzano”.
Intanto, nella prima metà di dicembre, è prevista l’inaugurazione ufficiale della cooperativa La Tula, con visita ai 410 maialini, primo ‘mattoncino’ da cui partire per la costruzione di un’economia davvero bio, capace di coniugare qualità e profitto.
E. G.