Egr. Domenico Osella,
Professore ordinario di chimica generale ed inorganica presso il Dipartimento di scienze ed innovazione tecnologica dell’Università degli studi del Piemonte orientale Amedeo Avogadro sede di Alessandria.
Si sta candidando al premio Nobel per la chimica o lavora su commissione per Solvay?
Con rispetto parlando, i Suoi metodi di distruzione del cromo esavalente tramite ditionito di sodio o, peggio, dei metalli pesanti tramite felci, ci sembrano un azzardo poco scientifico che Solvay usa per la propria strombazzata bufala di bonifica della Fraschetta.
Pur considerando con benevolenza il fabbisogno finanziario della Sua Facoltà, ma severamente considerando il ruolo pubblico e retribuito che Lei svolge in una istituzione statale, con tutti i titoli accademici anche internazionali che l’accompagnano nella piccola sede universitaria alessandrina, La invitiamo ad esporsi in un contradditorio scientifico con i nostri esperti. Giustificando altresì il senso della Sua affermazione: “Lavoro con la Solvay, e non per la Solvay”.
Secondo noi, Lei dovrebbe lavorare per la collettività. Dunque non fungere da spalla ad una Solvay, condannata in Corte di Assise, che non sente il dovere di trasparenza verso la collettività alessandrina ferita e dunque non ha il coraggio di misurarsi sul piano scientifico con Medicina democratica in un confronto pubblico. Solvay trova invece più comodo – tanto i politici fanno come le tre scimmiette – strombazzare senza contradditorio fasulli progetti di bonifica, scientificamente fasulli come soluzione del disastro ecologico in quanto strozzati da investimenti ridicoli, irridendo così il Ministero dell’Ambiente che aveva stimato in 100 milioni di euro il danno ambientale quale “acconto” riservandosi una valutazione supplementare per gli altri danni soprattutto per i danni alla falda profonda in espansione a valle e a monte dello stabilimento. Complessivamente più che di milioni dovremo parlare di miliardi, come a Bussi. Il nostro libro “Ambiente Delitto Perfetto”, fra le 530 pagine, è documentatissimo, e a Sua disposizione La bonifica Solvay al modico prezzo di 7 milioni è di nuovo fumo negli occhi, poco più del tentato bluff dei quattro pozzi del cosiddetto piano Amag. La vera bonifica, quella da noi proposta, riguarda tutto il cocktail di 21 tossicocancerogeni e non il solo cromo esavalente, e presuppone l’asportazione definitiva dei veleni dai terreni sia dentro che fuori la fabbrica.
Nulla di tutto ciò è contemplato nella fasulla bonifica Solvay, basata su postulati falsi: “L’inquinamento sul territorio è poco rilevante, tale da poter essere naturalmente riassorbito, la fonte di diffusione dei veleni in falda è stata isolata dalla barriera dei pozzi di prelievo e depurazione. Il lento movimento delle acque di falda smaltirà il resto”. Insomma, lasciamo fare alla natura? Alla barzelletta delle felci che succhiano i veleni con le radici? E per l’80% del cromo ci affidiamo agli esperimenti commissionati da Solvay all’università di Alessandria che vincerà il premio Nobel della chimica se riuscirà con 7 milioni dove ci vorrebbero 700? No, è inaccettabile. Non possono essere contrabbandati per bonifica esperimenti di laboratorio con verifiche di sei mesi in sei mesi, di tre anni in tre anni, metro dopo metro, ettaro dopo ettaro per tre miseri ettari privati, milioni di superficiali agopunturine su un terreno circoscritto, inconcludenti fino alle calende greche. Costano poco e valgono poco. Per un progetto complesso di bonifica come quello della Fraschetta, egr. professor Osella, non ritiene modestamente anche Lei che sono invece indispensabili solide basi scientifiche quali solo una Commissione scientifica internazionale, come da noi rivendicata, può garantire agli Enti pubblici. Sulle “agopunturine” di ditionito di sodio, un veleno che si aggiungerebbe agli altri veleni, già due anni fa avevamo infatti opposto tutta una lunga serie di solide obiezioni scientifiche su cui Solvay si è sottratta ad un confronto pubblico. Il libro (a sua disposizione) “Ambiente Delitto Perfetto” le riporta integralmente. La nostra sfida resta sempre aperta.
Attendiamo una sua cortese risposta. Cordialmente.
Lino Balza
Medicina democratica Alessandria Movimento di lotta per la salute