Ghost train 2 – La strage [Il Superstite 459]

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ATO6: "Crisi idrica, i cittadini siano più parsimoniosi con l'acqua" CorriereAl 1di Danilo Arona

 

Al di là dell’incidente raccontato nella precedente puntata, si può affermare che i cosiddetti Ghost Train siano divertimenti sicuri per grandi e piccoli e che le trovate sceniche “paurose” all’interno facciano perlopiù sorridere e nessuno si terrorizza sino al punto di morirne. Come per ogni marchingegno può accadere di tanto che qualcosa si guasti (è accaduto in Veneto quattro anni fa), ma gli eventi sono molto rari e quasi mai rovinosi.

Tranne che in un caso, a suo modo ammantato di mistero: quello del Treno Fantasma del Luna Park di Sidney in data 9 giugno 1979, un furioso incendio che causò la morte di 7 persone di cui 6 ragazzi.

Veniamo ai fatti. Il Luna Park di Sydney era stato inaugurato il 4 ottobre del 1935 con un grande successo di pubblico che funzionò alla grande sino al 1950, l’anno in cui fece irruzione nell’immaginario del pianeta la televisione. Come tutti gli intrattenimenti “vecchi”, il numero dei visitatori cominciò progressivamente a calare perché il tubo catodico, con uno schema destinato a ripetersi per i nuovi media sino a oggi, suppliva alla carenza di “fantastico” messo in scena dal mondo dei Luna Park. Purtroppo, dicendola con Ray Bradbury e il suo Popolo dell’Autunno.

In ogni caso il parco di divertimenti, situato nei paraggi del porto di Sidney, resistette e continuò a restare aperto, fino al 1979, anno in cui avvenne il succitato incidente nel Treno Fantasma: un furioso e rapidissimo incendio scoppiò alle 22, 15 circa del 9 giugno, espandendosi con facilità nei materiali non certo ignifughi della struttura e devastandola del tutto.

 

I pompieri riuscirono a domare le fiamme soltanto alle 23, 30 e i soccorritori  recuperarono 7 corpi : John Godson ed i suoi due figli, gli studenti universitari Jonathon Billings, Richard Carroll, Michael Johnson, e Seamus Rahilly, tutti quanti ammassati dalle parti dell’uscita,  bloccata a causa dell’incendio. La causa delle fiamme non fu mai definitivamente scoperta, ma le teorie in compenso fioccarono: da un corto circuito elettrico a un improvvido lancio di mozziconi accesi gettati sui cavi fino all’incendio  doloso appiccato da gang di malavitosi per motivi di racket non riscossi. La teoria che più qui ci interessa, non tanto quanto per il suo potenziale da immaginario horror quanto per l’esistenza di una strana fotografia che alleghiamo all’articolo, è quella che prospetta l’attuazione  di un demenziale sacrificio umano alla divinità conosciuta come Moloch.

Storicamente diffuso in tante culture antiche del pianeta, Moloch, gigantesca figura umanoide con testa di toro, era associato al culto del fuoco nelle cui vampe venivano scaraventate povere giovani vittime (bambini, primogeniti, ragazze ritenute impure) con gli scopi più disparati e sorprendenti. Per chi volesse visionare una modalità cinematografica  graficamente attinente, guardate su YouTube i i primi dieci minuti di Cartagine in fiamme di Carmine Gallone (1959) dove si può ammirare una gnocchissima Anne Heywood che sta per essere gettata nella fornace avvampante giusto per essere salvata in extremis dal prestante Sidone. Ebbene, gli altari di Moloch erano costruiti proprio come appaiono nel film, seriamente tratto da un soggetto di Emilio Salgari. Se ne può vedere testimonianza nel fotogramma in allegato senza farsi distrarre dalla bellezza sacrificale della Heywood e, magari in vena di analogie sorprendenti, comparare il tutto all’ingresso a “bocca demoniaca” del Ghost Train di Sidney fotografato prima che venisse distrutto. Se a tutto questo aggiungiamo la strana foto a colori di cui si parlava in cui i bambini che periranno da lì a poco sono ritratti assieme a una persona “vestita da Moloch”, ovvero con maschera da toro completa di grandi corna, l’ipotesi  potrebbe rafforzarsi. Gli elementi ci sono per pensar male e in rete si trovano più siti che ammiccano alla teoria “occulta”. Va da sé che il senno del poi, come le Centurie di Nostradamus, funziona sempre bene dopo le tragedie, quasi ad alleviare i sensi di colpa che, nel caso di 6 giovani vite spezzate per carenze oggettive nelle misure di sicurezza (accadrà anche molti anni dopo anche per l’incendio del Cinema Statuto a Torino), non sono pochi né di poco conto.

In ogni caso il giornale The Sun pubblicò una storia in prima pagina dal titolo: Occult Link to Luna Park/Ghost Train fire. E da allora la fama “diabolica” sulla tragedia non è mai venuta meno con presunte apparizioni di fantasmi della zona del parco dei divertimenti che da in seguito subì diverse chiusure e riaperture. Con molte persone che si avventuravano nel parco abbandonato, quasi tutte raccontando di una tranquillità quasi innaturale e di continui “sussurri” nell’orecchio in prossimità zona del Ghost Train.

Jennifer Poidevin, che in quella tragedia perse, marito e due figli, dichiarò: «Avevo chiesto a Damien e Craig su quale attrazione volevano salire, scelsero il Treno Fantasma. Non so come, ma ad un tratto mi venne voglia di gelato, chiesi ai bambini se ne volevano uno e mi dissero di no. Decisi ugualmente di comprarlo per me, chiesi ai bambini di aspettarmi, mi guardai in giro per cercare un chiosco. Poi mi voltai verso i bambini e loro non c’erano più. Non so perché non mi aspettarono e andarono via con il padre. Di solito, sulle giostre salivano sempre insieme a me. Tutto questo mi tormenta da quella notte, io credo che si sia trattato di un intervento divino. Per qualche ragione, quella notte non dovevo morire.»

Al di là delle inevitabili suggestioni tra Moloch e fantasmi, di certo la giostra era vecchia, essendo stata costruita nel 1931 e trasportata da Glenelg, Australia meridionale, tra il 1934 e il ’35. Altri dati purtroppo certi: misure inadeguate di lotta antincendio, bassa pressione dell’acqua del sistema di manichette e personale ridotto. Moloch ci andò a nozze…