Nel corso di molti anni ho cercato antiche cartoline per le mie collezioni girando l’Italia intera. Sono stato svariate volte ad ogni latitudine e longitudine del nostro Bel Paese e sempre sono tornato a casa con quelli che consideravo ed ancora considero dei piccoli tesori, anche se materialmente – a volte – non valgono che poche lire.
Le cartoline – i miei tesori – li ho cercati tanto a Verona come a Bari, tanto in Liguria come in Lombardia, in Emilia, in Toscana. Dovunque.
Affinando le conoscenze e approfondendo l’esperienza mi sto rendendo conto che sempre più spesso il “viaggio”, in realtà, lo compio dentro me stesso.
Un tempo, infatti, mi fermavo alla soddisfazione del ritrovamento, alla gioia ricevuta dalla scoperta del pezzo mancante da mettere in collezione. Le decine di migliaia di cartoline delle mie raccolte – oltre che per la bellezza dei soggetti – oggi mi appaiono sempre più come testimonianze di affetti e a volte di grandi sofferenze delle persone di cui erano messaggere.
Nella tematica Donnine ho scovato due cartoline completamente diverse fra loro per soggetto e per intenti degli Autori e delle ditte produttrici ma accomunate per intento dei diversi mittenti. Uno dei due cartoncini mostra una vera fotografia e l’altro una figura femminile disegnata.
Iniziamo ad osservare la più antica delle due cartoline: quella disegnata.
Il disegno – di discreta fattura – rappresenta una donna – a mio modesto avviso alquanto equivoca nella posa e nell’abbigliamento – alle prese con un bel cagnolino all’apparenza molto ubbidiente. La mano alzata della padrona impone al cane – che tra l’altro pare attento ai comandi – una postura eretta.
Fra i milioni di cartoline sistono svariate tematiche e sotto-tematiche fra cui potersi sbizzarrire nel cercare e collezionare; quello delle cartoline allusive è proprio uno degli innumerevoli temi.
La sensualità che la cartolina emana attraverso la posa della figurina femminile non nasce dagli atteggiamenti espliciti del soggetto principale ma si sviluppa attraverso messaggi inconsci, subliminali. L’acconciatura della signora, l’abito che sembra essere più una vestaglia che non un vestito, le calze nere, gli zoccoletti dal tacco alto non sono che pochi elementi su cui ragionare. Lascio al lettore il giudizio su quest’ultimo personale pensiero.
Il bozzetto della cartolina è opera di un grande disegnatore francese: Achille Luciano Mauzan.[1]
Il valore umano della cartolina a mio parere scaturisce da ciò che a suo tempo è stato il pensiero di chi l’ha scritta. Siamo in periodo bellico e il timbro dell’Ufficio Postale di Rocchetta Tanaro riporta la data del 29 agosto 1918.
La cartolina è indirizzata a:
“Allievo Cannoniere / Sossi Socrate / [R. N. Regina Elena] / Zona di Guerra”
ed ecco il breve testo:
“Salutandoti caramente da Rocchetta ti mando bacioni tanti augurandoti tante belle e buone cose. 28/8/18”. Segue la firma non perfettamente comprensibile e ancora, con altra grafia: “Baci tua Mamma”.
Il cannoniere Socrate a questa cartolina aveva risposto, come si evince dall’annotazione tra parentesi vergata dallo stesso.
L’altra cartolina in realtà è una vera fotografia edita dalla Ditta Bromo Stampa di Torino (1938) – come si evince anche dalla dicitura al verso – (e reca anche il numero di serie 1598. Quest’ultimo particolare dà la misura di quanti fossero i diversi soggetti di cartoline che il produttore aveva posto in commercio.
La donna di questa immagine – elegante ma sobria – appare serena. Stringe a sé un fascio di fiori e altri ne tiene in mano. Pare intenzionata a deporli accanto ad altri che già stanno vicino alla statuetta della Madonna con Bambino della piccola edicola campestre.
Ventun anni circa separano le due spedizioni che però sono accomunate per intento: portare l’affetto ed il pensiero di chi, a casa, è in trepidante attesa del ritorno del soldato dalla guerra.
Questa seconda cartolina è così indirizzata:
“Alla C. N. S.[2] Giuseppe Massocco / 4º Battaglione Camicie Nere / 1 Compagnia Conducente / Terme di Valdieri / Provincia Cuneo / Per dove si trova”.
Per ovvie ragioni di censura e di sicurezza l’indirizzo non era mai indicato, anche per il motivo che era sconosciuto. Inoltre le truppe si muovevano sul territorio bellico quindi i civili non potevano conoscere esattamente l’ubicazione dei soldati. Appositi uffici inoltravano ai militari giorno per giorno la corrispondenza appena giunta e ritiravano la posta in partenza.
Il timbro dell’Ufficio Postale di Alessandria reca la data dell’11 settembre 1939 (XVII) e questo è il breve testo della missiva:
“Saluti e Baci da me e Bambini tua Luigina”.
Anche questo breve testo non merita commenti. Nella sua brevità racchiude tutta la tragedia causata dalla guerra.
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[1] Achille Luciano Mauzan, nato a Gap (comune francese capoluogo del dipartimento delle Alte Alpi della regione della Provenza-Alpi-Costa Azzurra) il 15 ottobre 1883 e morto nella stessa città il 15 gennaio 1952) è stato un pubblicitario, illustratore e pittore.
Mauzan si trasferì ancora giovane in Italia, dove iniziò a lavorare come illustratore dapprima per riviste, cartoline o ceramiche ed in seguito per la nascente industria cinematografica, producendo tra il 1909 e il 1913 circa 1500 locandine di film.
Nel 1924 fondò con Morzenti una propria casa di produzione grafica.
In seguito (1927–1932) si trasferì in Argentina prima di far ritorno in Francia (1932–1952), dove continuò a lavorare nella produzione grafica. Negli ultimi anni della vita si dedicò alla pittura.
Circa 400 dei suoi cartelloni pubblicitari fanno parte della Raccolta Salce, conservata presso il Museo civico Luigi Bailo di Treviso.
[2] L’acronimo “C. N. S.” dovrebbe significare “Camicia Nera Signor…”.