Cromo esavalente e Pfoa? Non in campagna elettorale….

C’è un grande assente nella campagna elettorale alessandrina, ed è l’inquinamento da cromo esavalente, e più in generale i rischi per la salute degli alessandrini (tutti quanti, non solo chi ci lavora) legati al polo chimico di Spinetta.

Anche i partiti e i singoli candidati al consiglio comunale in genere sensibili alle tematiche di tutela ambientale (ma soprattutto della salute dei cittadini) mi sembra abbiano più a cuore le piste ciclabili, o la qualità dell’aria in termini di polveri sottili, che non la situazione, tanto drammatica quanto rimossa dal dibattito pubblico, di una fabbrica che ha prodotto nel corso dei decenni una montagna di veleni. Che stanno lì, sottoterra alle porte della città, e che nessuno sembra ben sapere come rimuovere.

Ora magari salterà fuori qualcuno che segnala che a pag. 8 del programma elettorale ecc ecc.., ma insomma credo sia chiaro a tutti che sul tema ci vorrebbe assai più coraggio. Le dichiarazioni più oneste riguardo ai rischi legati al polo chimico, ad oggi, rimangono sul fronte politico locale quelle del sindaco Fabbio in questo video. Peccato che, dopo quel rigurgito di onestà, anche da parte del primo cittadino uscente sia calato un velo di silenzio.

Perché tutta questa omertà? Immagino ci sia un mix di elementi in campo: coda di paglia, paura di affrontare un tema impopolare, opportunismo ma anche probabilmente rimozione psicologica.

Insomma, un problema diventa tale quando se ne ha piena consapevolezza: ma se si diffonde la consapevolezza, e al contempo non si vuole risolvere radicalmente la questione (o non si sa come fare, perché la soluzione avrebbe costi economici e sociali enormi), allora si rischia di diffondere il panico. Ergo, meglio tacere.

Ad essersi sempre girati dall’altra parte, facendo finta di niente, sono davvero tanti, troppi alessandrini.

Tra i pochi in prima linea a ribadire la gravità della situazione c’è Medicina Democratica, al cui sito volentieri vi rimandiamo per alcuni aggiornamenti sullo stato dell’arte del processo, e sulle modalità con le quali è possibile costituirsi parte civile.

Certo una campagna elettorale che cancella l’ombra del polo chimico (con la montagna di veleni presenti nel sottosuolo, e anche con le gravi incognite legate alle attuali lavorazioni, dal Pfoa in poi) a me tanto seria non pare.

Ottimo parlare del dissesto finanziario: ma di debiti pubblici in fin dei conti non si muore (almeno non direttamente), di cancro e leucemia (malattia che riscontro diffondersi tra i miei conoscenti in Fraschetta in una percentuale assolutamente preoccupante) decisamente sì.

Possibile che, senza le Iene, il Gabibbo o qualche altro soggetto esterno al territorio gli alessandrini non siano capaci di prendere atto dei disastri di casa propria, e di provare a porvi rimedio?

E. G.