Il prezzo (amaro) della democrazia [Il Citazionista]

dubai_optdi Andrea Antonuccio.

«Chi ha importanti incarichi deve dimostrare ai sottoposti puntualità e rigore»
Mona al-Marri, portavoce dell’ufficio stampa della città di Dubai

A Dubai, lo sceicco Mohammed bin Rashid al-Maktoum, sovrano dell’emirato mediorientale, di buon mattino si è recato negli uffici del governo e ha trovato un certo numero di scrivanie vuote. Il giorno dopo gli “assenteisti”, insieme con nove alti funzionari, sono stati licenziati. Una versione semplificata (ma efficace) della riforma Madia.

In Corea del Nord, il tristemente noto Kim Jong-un, capo supremo di tutto e di tutti, ha fatto giustiziare il suo vicepresidente, l’ex ministro dell’Agricoltura e un alto dirigente dell’Istruzione. Quest’ultimo colpevole di essersi addormentato, a quel che si dice, durante una cerimonia con il leader supremo. In certe segreterie del Pd si è visto di peggio.

Ad Amatrice, sembra che il Comune abbia mentito sui lavori di ristrutturazione per rendere antisismica la struttura. Hanno detto di averli fatti, senza farli realmente. Con Falqui bastava la parola: con il terremoto, non sempre.

A Milano, in piazza XXIV Maggio (zona Porta Ticinese), sono stati installati 83 semafori, al costo complessivo di oltre un milione di euro. Come diceva il grande Totò, “Modestamente, la circolazione ce l’ho nel sangue”.

Mi chiedo sempre più spesso se esiste una forma di governo che tenga insieme una pur minima decenza politico-amministrativa con, in ordine sparso: giustizia, diritti, garantismo, convivenza civile, tre gradi di giudizio, libertà di stampa e così via.

Oppure se incuria, corruzione e malaffare altro non siano, in fondo, che il prezzo (amaro) della democrazia.