E’ passato solo un anno dalla nostra ultima chiacchierata con Giuseppe “Beppe” Ravetti da Castellazzo Bormida. Da allora, però, molte cose sono cambiate, e per questo ci è sembrato giusto riprendere il discorso e sottoporre Beppe a nuove (e impegnative) “5 domande”. Buona lettura!
1) Beppe, dalla nostra ultima intervista sono cambiate diverse cose nella tua vita… Che cosa è successo?
Per cominciare, Gianfranco Ferraris, ex sindaco di Castellazzo Bormida, sfiduciato da poco, mi ha chiesto di entrare a far parte della sua squadra e io ho accettato la proposta. Tant’è che sono diventato Presidente del Consiglio comunale su votazione dei Consiglieri.
2) Ci potresti spiegare bene che cosa è successo al Comune di Castellazzo? Da fuori si fa un po’ fatica a capire…
Sintetizzando: la nostra lista era composta da una parte dei componenti del Pd e di Sel, questo è palese. Ci sono stati degli accordi prima di comporre la lista. Quando abbiamo vinto, alla prima riunione qualcuno di Sel non voleva rispettare gli accordi. A questo punto sono iniziati i problemi. Una volta con una stretta di mano ci si metteva d’accordo, adesso nemmeno con un foglio scritto e firmato. Sono state fatte delle larghe intese per il bene di Castellazzo. Ovvio che dopo la scadenza dei mesi messi a disposizione per non commissionare subito il paese si sarebbe dovuti ritornare alla radice del seme piantato. Vale a dire, il gruppo si sarebbe dovuto ricomporre, ma questo non è successo.
3) Veniamo agli aggiornamenti sulle altre tue molteplici attività. Cosa ci racconti?
Parto dal Campus, che si è svolto dal 7 al 9 agosto a Ovada. Le attività principali sono state allenamenti di calcio con partite e piscina. Tra l’altro abbiamo avuto la fortuna di avere al Geirino la Primavera del Genoa in ritiro. La parte più importante del Campus è l’integrazione tra i ragazzi, la socializzazione, fare gruppo, essere di aiuto tra di loro. Ovviamente la parte tecnica è fondamentale: abbiamo messo a disposizione la nostra professionalità di allenatori per cercare di migliorare le capacità motorie di coordinazione.
Capitolo Andeira: è diventata una piccola, grande associazione. Mi spiego. Purtroppo siamo pochi volontari, ma questi pochi hanno qualità, caratteristiche e professionalità incredibili che ci portano a ottenere ottimi risultati. Devo fare una critica; purtroppo una parte di Castellazzo non apprezza e non capisce l’importanza del nostro operato, tant’è che con alcuni mi sono dovuto scontrare. Pazienza. Nel corso dell’anno abbiamo realizzato progetti importanti e ne abbiamo in previsione ancora da settembre.
Da ultimo, ho frequentato un corso da speaker radiofonico a Milano. Sono andato per tre mesi una volta alla settimana. Ci sono molti dettagli da raccontare, oltre al fatto di migliorarsi e capire come si conduce una trasmissione radiofonica e il relazionarsi con gli ascoltatori. Ho vissuto tutto pienamente: il viaggio in treno conoscendo persone nuove; i miei compagni di corso con culture diverse e interessanti; un relatore fantastico come Simone Maggio che è Dj a Radio Italia; il fascino di vivere per le strade di Milano e nella sua metropolitana. Sono esperienze che ti danno un bagaglio importante.
4) Ma è vero che hai partecipato alle selezioni di MasterChef?
Da un po’ di tempo mi è venuta la passione per la cucina. MasterChef è sempre stato un programma che mi trasmette grandi emozioni. Quest’anno ancora di più. Ha fatto nascere in me qualcosa che mi ha portato a fare la domanda per le selezioni. Mi hanno chiamato per mandare delle foto di piatti cucinati in casa. Già in quel frangente non è stato semplice perché non potevo fare piatti “normali”. Va già bene che mi ha seguito in questo percorso un amico molto bravo a cucinare. Ho spedito le foto e inaspettatamente mi hanno chiamato per andare a Milano alla seconda selezione. Quella giornata è stata un’esperienza indimenticabile. Ho portato un risotto alle rape rosse e crumble di castelmagno. L’ho impiattato davanti a centinaia di persone. Ho fatto un colloquio con lo staff e gli chef. Otto ore di selezione. L’avventura si è conclusa dopo quella selezione. Resta il fatto che quello era il passo prima dell’ultima selezione con Cracco, Bastianich, Cannavacciuolo e Barbieri.
5) Quest’anno sarai il vice di Claudio Tanga, mister dei Giovanissimi della Novese. Dove vuoi arrivare, e qual è il tuo sogno da allenatore?
Ho cominciato a giocare a Castellazzo dall’età di 8 anni e ho vinto un campionato nel settore giovanile. Sono stato campione provinciale, terzo in coppa Piemonte e posso vantarmi, come tutti gli altri miei ex compagni, di aver vinto queste gare per la prima volta dall’esistenza del settore giovanile. Poi ho esordito a 16 anni in promozione nel Castellazzo, e il mio cuore rimane lì… Spero di riuscire a ritornare ad allenare una squadra del settore giovanile del mio paese.
5bis) Chiudiamo con la politica, dai. Che cosa rappresenta per te, e come sarà il tuo futuro?
La politica deve cambiare, altrimenti i giovani si allontaneranno sempre di più. E i giovani sono importanti per il futuro. Ci vuole più chiarezza in tutto. Parlare “politichese” non serve più. Sono convinto che a Castellazzo la prossima volta sarà decisiva per ricostruire la storia, quindi sarebbe il caso che ognuno riflettesse bene sulle cose da fare. Spero che la parte politica di cui faccio parte agisca nel modo più adatto, proprio per i motivi sopra citati. Ti dirò di più: l’onestà e la sincerità sono la base di tutto, se non hai queste cose alla lunga ne paghi le conseguenze. E poi sarebbe il caso di finirla con le battaglie personali che portano solo la distruzione e non sono di esempio per i giovani. Se mi sarà data l’opportunità, continuerò a fare politica. Grazie alla politica ho avuto l’opportunità di imparare, crescere, maturare e confrontarmi quotidianamente con tante persone. Purtroppo non ho potuto fare proposte e mettere in pratica le mie idee perché ho dovuto affrontare periodi privati particolarmente difficili. Ma da adesso in avanti staremo a vedere!