Con un evento pubblico in Piazzetta della Lega, ieri mattina è stata ufficialmente avviata la raccolta firme per la petizione contro il conferimento dei detriti del Terzo Valico nelle quattro cave individuate nel territorio alessandrino, tre delle quali a Spinetta Marengo e una nel quartiere Cristo. A lanciarla, tre associazioni di carattere politico-culturale: Associazione LED, Associazione Crescere Insieme e Associazione Anpana Alessandria.
Le richieste avanzate al sindaco di Alessandria Rita Rossa e alla sua giunta sono chiare: revoca delle delibere n. 107 e 104 del 22 aprile 2015 con cui si adibivano le cave per lo smaltimento dei detriti nell’opera del Terzo Valico e blocco di ogni iniziativa inerente a garanzia e salvaguardia della salute pubblica e il rispetto dell’ambiente alessandrino.
Le associazioni paventano diversi pericoli. Da una parte, i danni ambientali che l’inquinamento potrebbe arrecare – l’amianto presente nei terreni degli scavi e il connesso uso di agenti schiumogeni nocivi. Dall’altra, i lavori del Terzo Valico potrebbero incrementare il traffico illegale di rifiuti tra Piemonte, Liguria e Lombardia evidenziato dall’inchiesta “Triangolo” della DDA di Torino.
La petizione s’inserisce in un clima già reso rovente dalle dichiarazioni di Fabrizio Palenzona in merito al Terzo Valico, con immediata del sindaco Rita Rossa. Durante un convegno romano del Partito Democratico, l’ex presidente della Provincia di Alessandria ha dichiarato inutile il Terzo Valico, qualora non fosse inserito all’interno di un progetto logistico più ampio che mettesse in risalto il porto di Genova. Il sindaco ha invece esortato le istituzioni ad “un’azione incisiva di programmazione economica e logistica”.
“Spero che Palenzona sia stato folgorato sulla via di Damasco” afferma Gianni Ivaldi, esponente dell’associazione LED e uno dei promotori della petizione. “Con la nostra associazione, negli ultimi tre anni abbiamo lavorato per delle migliorie negli spazi pubblici come i giardini della Stazione, i fiumi e i luoghi sportivi: il Terzo Valico è un tema locale e d’interesse pubblico su cui noi vogliamo esprimerci.”
Per Ivaldi l’attuale amministrazione comunale non ha nessun progetto, nessuna idea attorno alla quale implementare delle politiche. “In campagna elettorale han parlato di condivisione e coinvolgimento delle parti sociali, ma queste promesse sono svanite dopo le elezioni: han prevalso altre logiche.”
Ivaldi punta ad un coinvolgimento di associazioni, corpi sociali ed istituzioni al fine di consapevolizzare e arrivare ad un progetto e idee concrete. “Per allargare e includere i cittadini ci vuole tempo, tempo che l’amministrazione pare non avere. Alessandria ha già problemi dal punto di vista ambientale e logistico, problemi che il Terzo Valico rischia solo di aggravare.”
Ma a chi gli chiede se la petizione per il Terzo Valico sia un tema con cui cominciare un discorso politico più ampio, dimostra cautela: “In futuro si vedrà, certo per ora a noi interessa far cambiare idea alle persone coinvolgendole e facendole sentire parte di un progetto. Vogliamo pensare un’Alessandria nuova e diversa sotto il punto di vista ambientale e culturale.”
“Cominceremo subito con la raccolta di 5.000 firme per dare un segnale forte all’amministrazione” aggiunge Vincenzo Costantino, dell’Associazione Crescere Insieme. Sulle intenzioni politiche è però meno cauto: “Vogliamo avviare una piattaforma per intavolare un discorso politico più ampio: l’intesa con Partecipazione Democratica sul teleriscaldamento è l’inizio di un percorso.”
A seguito dunque dell’esclusione del Terzo Valico dalla lista delle infrastrutture di interesse pubblico in sede UE e del botta e risposta tra Palenzona e Rossa il tema del Terzo Valico terrà banco tutta l’estate. Oltre alla raccolta firme che comincerà oggi con stand e banchetti nel centro di Alessandria, si terranno una serie d’incontri, come quello sulle falde acquifere e Terzo Valico previsto per giovedì 23 luglio alle 21 alla Casa di Quartiere di via Verona, e promosso dall’associazione Falde Sicure.