Ma Fabbio cosa aspetta a dimettersi?

SEL è un partito garantista e diamo per assodato che uno è colpevole, se giudicato come tale, solo al grado finale di giudizio.

Ci sono però dei requisiti di “disciplina e onore” che, come è richiesto dalla Costituzione, i politici, e soprattutto chi è eletto o nominato temporaneamente nelle istituzioni, in un paese civile, in una democrazia occidentale, dovrebbe rispettare.

Oltre le questioni giudiziarie ci sono gli ingenti danni di immagine ed economici inferti alla comunità alessandrina e alle sue partecipate (già dimenticati i molti milioni di euro di tasse pagate dai cittadini che non sono stati conferiti all’AMIU – portandola al fallimento – all’ARAL e all’ATM?) che non sono cancellabili o minimizzabili, pensando si possa, in qualche modo, mandare tutto in cavalleria.

Né ci sembra accettabile chi tenta di sostenere, qualunque sia il giudizio sull’amministrazione in carica, che non c’è differenza fra chi c’era prima e chi c’è oggi: il “sono tutti uguali” è il miglior viatico per il ritorno del peggio.

Il caso non è affatto “ridimensionato”. Di fronte a una condanna in primo grado per tre anni e
l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni un pubblico amministratore, ancorché ritenga di essere innocente e di dover difendere la propria innocenza, lo fa nelle sedi appropriate dimettendosi dagli incarichi pubblici, evitando di dare l’impressione di utilizzare quegli incarichi per la propria difesa e per aggiustare la propria immagine intervenendo, disponendo e pontificando in Consiglio Comunale.

Nel Regno Unito il capo del Labour, Ed Miliband, pesantemente sconfitto alle elezioni appena svoltesi, ha immediatamente annunciato le proprie dimissioni. Ciò è normale in tutte le democrazie occidentali, tranne, purtroppo, l’Italia. Dopo una batosta elettorale e dopo una condanna in primo grado, un pubblico amministratore con il senso dell’onore saprebbe benissimo cosa fare. Fabbio evidentemente (esattamente come il suo capo Berlusconi) ritiene di non doversi dimettere se non rimosso a forza o previa intervento dei “giudici comunisti”.

Ma secondo la condanna di primo grado Fabbio ha falsificato il bilancio e tradito la fiducia dei suoi cittadini: attendiamo le successive sentenze dei prossimi gradi di giudizio, ma ce n’è abbastanza per una persona dignitosa per dimettersi e dedicarsi esclusivamente alla propria difesa. Nel qual caso, se così si comportasse, gli augureremmo piena assoluzione, senza dimenticare però di essersi difeso ammettendo di fronte ai giudici la propria incompetenza (“Fabbio è un Sindaco consapevole delle proprie scarse competenze in campo contabile” come affermato dal suo avvocato). E questo dopo una vita passata in politica e in consiglio comunale!

Sorprende, infine, il comportamento dei Cinque Stelle che in nome del “sono tutti uguali” preferisce chiedere le dimissioni di una persona perbene, come l’assessore Lombardi, che ha sinceramente a cuore la tutela dell’ambiente e ha competenze e passione, e si disinteressa dell’ex Sindaco che, condannato e interdetto in primo grado in sede penale, continua a rimanere, come se nulla fosse accaduto, in Consiglio Comunale.

Sinistra Ecologia Libertà – Alessandria