“Più che essere noi ad andare fra le braccia del Pd, è il Partito Democratico che nell’ultimo anno, con la svolta riformista renziana e con l’adesione al Pse, ha abbracciato pienamente i valori del socialismo europeo: per cui davvero non c’erano più ragioni per rimanere separati, e la nostra adesione al Pd alessandrino è stata convinta e piena di entusiasmo. Siamo qui per fare, e per contribuire al rilancio della città”. La nuova sede cittadina che il Partito Democratico ha inaugurato nei giorni scorsi in via Montegrappa 42, proprio a fianco di un noto negozio di lampadari, è un vero inno al ‘ricongiungimento’ con la tradizione socialista mandrogna: qui c’era, nel 2012, il comitato elettorale/quartier generale della lista civica di ispirazione Psi (meglio, di una parte del Psi) che candidò come sindaco Ezio Sestini. E lo stesso Sestini, storico esponente del socialismo locale, è oggi tra i promotori dell’adesione al Partito Democratico di una cinquantina di militanti di ‘fede’ socialista, “ma non è un amarcord, sia chiaro: semmai un mix di esperienza e gioventù che metteremo a disposizione del partito, confrontandoci da subito con il segretario cittadino Massimo Brina e con quello provinciale Claudio Scaglia, pronti a vivere una nuova stagione politica, e a stimolare alla partecipazione tanti alessandrini che non chiedono di meglio che tornare ad impegnarsi”.
Oltre a Sestini, sono della partita altre figure di rilievo a livello locale: da Roberto Piccinini, già responsabile dell’Urp di Palazzo Ghilini, al dottor Domenico Mercogliano, direttore della cardiochirurgia del Santi Antonio e Biagio e stimatissimo professionista, che alla passione per la medicina affianca da sempre quella per la politica: “fin da studente, a Napoli, ho sempre creduto alla partecipazione, e ci credo sempre di più: soprattutto quando, come nel nostro caso, si tratta di un gruppo di amici veri, e di persone che intendono impegnarsi non alla ricerca di qualche tornaconto personale, ma perché vogliono rendere un po’ migliore la nostra comunità. Personalmente dal mio arrivo ad Alessandria, nel 1998, ho intrapreso un percorso comune con Sestini e con il resto del gruppo, siamo amici di lungo corso insomma, oltre ad avere una visione politica comune: e oggi approdare nel Pd significa per noi apprestarci a vivere finalmente in un Paese e in una città normali, con una logica bipolare in cui per i piccoli partiti non c’è più spazio, e dove ci sarà un’alternanza tra uno schieramento riformatore/progressista, e uno conservatore”.
Guardano ai fatti di casa nostra, gli iscritti alla sezione Pd di via Montegrappa (“per il momento siamo una cinquantina, ma in tanti ci stanno contattando per avvicinarsi”), dove ha sede anche lo storico Circolo di Studi Sociali di Alessandria, non hanno dubbi: la gestione di Palazzo Rosso targata Rita Rossa, dal 2012 ad oggi, è stata un percorso obbligato, dati i vincoli dettati dal dissesto e dalla drammatica situazione finanziaria. E la valutazione sull’operato della maggioranza di centro sinistra non può che essere positiva: i prossimi due anni però saranno strategici e fondamentali, per dare agli alessandrini quei segnali di progettualità e di futuro che in tanti si aspettano. “Pensiamo al progetto del teleriscaldamento – sottolinea Domenico Mercogliano –, che in queste settimane sta suscitando reazioni contrastanti, e qualche volta a sproposito: eppure basta andarsi a rileggere il programma elettorale di Rita Rossa per rendersi conto che quel progetto, che può davvero avere una portata innovativa, era stato preannunciato agli alessandrini già allora: perché far finta che si tratti di un progetto estemporaneo, e non adeguatamente dibattuto?”. Il riferimento è, evidentemente, anche alle polemiche sollevate recentemente da un altro ‘padre nobile’ del socialismo alessandrino, Felice Borgoglio, che proprio su CorriereAl non ha risparmiato critiche aspre e circostanziate all’attuale amministrazione di centro sinistra su parecchi temi: dal teleriscaldamento alla multiutility, ad accuse di un ‘arroccamento’ della giunta, che secondo lo stesso Borgoglio vivrebbe ‘chiusa nel bunker’.
“Politicamente a Borgoglio oggi francamente non ci unisce nulla – sospira Sestini -, e a dire il vero è così già da qualche anno: chi segue la politica locale sa bene che, nel 2012, ci presentammo separati, e con programmi molto diversi, alle elezioni comunali. Oggi il nostro gruppo è in assoluta sintonia con gli sforzi di rinnovamento compiuti dal Pd di Renzi, caratterizzato da un rinnovamento di ispirazione socialista che, ad Alessandria, ha certamente il volto e la capacità di azione di Rita Rossa: che del resto, non dimentichiamolo, ha una forte radice socialista famigliare che credo non abbia mai smarrito”.
Avanti tutta, dunque, anche sul fronte della Multiutility? “Certamente la creazione di Amag Ambiente – sottolinea Sestini – è stata un’operazione importante e assolutamente condivisibile, che tra l’altro ha salvato 190 posti di lavoro, e siamo convinti che si debba procedere nella stessa direzione con Aral, puntando a quella unificazione dell’intera filiera dei rifiuti che, rammento a chi ha la memoria corta, noi socialisti sostenemmo anche nel 2002, con Mara Scagni. Allora si decise diversamente, appunto creando Aral: ma oggi probabilmente è il tempo di percorrere la strada che noi indicammo già allora”.
E il trasporto pubblico locale su gomma, ossia Atm? Lì è possibile pensare ad una magari parziale privatizzazione? “Bisogna capire bene – afferma Domenico Mercogliano – quali sono le finalità di un determinato servizio pubblico. Nel nostro paese il trasporto pubblico è sempre stato offerto a tariffe assolutamente popolari, proprio perché lo si è inteso (al contrario che in altri paesi europei: sono scelte valoriali) come aiuto alle fasce più deboli della popolazione: gli studenti, i pendolari, gli anziani. Quindi deve essere la politica a chiarire quali sono gli obiettivi, le finalità: chiaro che un privato, se investe, lo fa per guadagnare, non per rimetterci: ma è sensato cancellare la valenza sociale di certi servizi? Noi abbiamo parecchi dubbi”. E sui prossimi due anni di centro sinistra alessandrino, lo stesso Mercogliano è perentorio: “possono e devono essere due anni importanti, di rinascita per Alessandria, e per gli alessandrini che già hanno sofferto abbastanza, e meritano di più. La giunta Rossa ha posto tutte le basi di un risanamento serio, e può fare bene. Oltre al teleriscaldamento, c’è un altro grande progetto ormai pressoché completato, che è il ponte Meier, a cui si accompagna il rifacimento di interi quartieri, nell’ambito del Pisu. Non sottovaluterei l’impatto positivo che ciò potrà avere su tutta la città. E poi c’è un altro capitolo decisivo, che è la cultura: intesa certo come rilancio dello stabile del Teatro Comunale, ma anche come complessiva rinascita del comparto. E qui certamente il ruolo sia delle Fondazioni che di gruppi privati ‘illuminati’ e capaci di fare innovazione sarà decisivo”.
Fra i militanti del Pd/Pse della sezione di via Montegrappa c’è anche un ‘alessandrino d’adozione’, dall’illustre pedigree politico: Rapisardo Antinucci, già consigliere regionale in Lazio, parlamentare ed europarlamentare.
“Sono ormai alessandrino da alcuni anni, per amore – sorride – e qui da voi mi trovo benissimo. Non nego naturalmente che Roma, dove ho sempre vissuto, abbia i suoi pregi, e come dice Totti, il capitano, ‘magari si fa la fila in auto, ma intanto ti vedi San Pietro e il Colosseo’. Però io ad Alessandria mi trovo davvero bene, e credo che qui ci sia un livello di servizi, dai parcheggi alla sanità, che davvero nelle grandi città si sognano. Politicamente per me, come per gli amici qui della sezione, l’approdo al Pd di Renzi è stata la naturale evoluzione di un percorso: oggi non ho certamente velleità di incarichi a livello personale, ma se serve sono prontissimo a dare una mano per il rilancio della città. Ho due figli piccoli che qui studiano e crescono, quindi intendo impegnarmi perché Alessandria sia un luogo sempre più vivibile e accogliente”.
Ettore Grassano