Ci voleva una sconfitta per cambiare atteggiamento e iniziare un dialogo… continuerà?
Al M5S non era bastata l’emorragia dei Parlamentari e i malumori crescenti all’interno del movimento per cambiare rotta, Grillo e Casaleggio avevano tirato diritto come se niente fosse mantenendo una linea intransigente per rincorrere un sogno.
Erano convinti di raggiungere il 51% per mandare a casa tutta la classe politica e governare da soli, non capendo che si trattava di una utopia dato che nel nostro paese è praticamente impossibile raggiungere questo risultato e, anche se ciò avvenisse non garantirebbe ugualmente la governabilità.
Anche il PD, che vanta una lunga esperienza politica, sa bene che il 41% raggiunto da Renzi nelle recenti elezioni Europeee è un risultato difficilmente ripetibile in futuro.
Il M5S decidendo di non dialogare con nessuno, per scelta politica, ha mantenuto congelati 10 milioni di voti di elettori italiani, con un atteggiamento (peraltro non riscontrabile fra gli esponenti del movimento a livello locale) superficiale e a volte un po’ arrogante, tipico di chi si sente diverso e superiore a tutti gli altri.
Avevano respinto le proposte di dialogo e di collaborazione di Bersani prima e di Renzi dopo, salvo poi bruciarsi le ali con la sconfitta elettorale alle ultime elezioni.
Una specie di elettroshock, a quanto pare benefico, che ha finalmente convinto Grillo che l’isolamento alla lunga non paga e che senza un cambio di atteggiamento e linea politica (anche se le idee del movimento sono in parte condivisibili) oltre a deludere i propri elettori che l’avevano votato per andare in Parlamento a cambiare le cose, sarebbe andato incontro ad una debacle probabilmente fatale per l’esistenza del movimento.
Certo non che negli altri partiti non ci siano problemi, dato che come sappiamo bene forse ce ne sono anche di peggiori, ma dal M5S al quale gli elettori hanno recentemente confermato un consenso del 22%(perciò un risultato di tutto rispetto) gli italiani, simpatizzanti e non, si aspettavano un azione incisiva e immediata come l’apertura di un dialogo con il Pd che invece purtroppo sta iniziando solo ora.
Ora l’incontro c’è stato, il M5S con toni pacati e decisamente inconsueti ha presentato la propria proposta di riforma della legge elettorale approvata in rete dai simpatizzanti del movimento, nessuno dei partecipanti ha ripetuto che la propria posizione è a scatola chiusa e tutti hanno provato a fare un passo avanti nella direzione dell’altro.
Dopodiché, com’è ovvio, non è affatto detto che si approdi a qualcosa ma almeno ci sarà un nuovo incontro. Un minimo filo conduttore c’è ed ora sta a entrambi, se ne sono capaci, e se si accorderanno sulle condizioni, tesserlo e porre le basi per ulteriori collaborazioni nell’interesse degli italiani.
Questo incontro comunque non è stato inutile anzi, segna una svolta anche per il M5S, certo ora vedremo che cosa succederà e cioè se si farà il matrimonio (anche se è presto per dirlo). Le differenze di posizione ci sono, il M5S è per il Senato elettivo mentre le preferenze sono ostacolate da Berlusconi (e da tutta la politica di Centro Destra) l’altro soggetto tuttora in campo, ma che ora sa di non essere più l’interlocutore unico. Nel frattempo sul blog di Grillo la tregua nei confronti di Renzi sembra reggere e anche questo è un buon segnale.
Resta comunque il fatto che se questo dialogo fosse iniziato tempo fa, forse ora si sarebbe già risolto qualche problema in più fra i tanti del nostro paese, ed inoltre il Pd non sarebbe stato costretto a fare una anomala coalizione di Governo.
Pier Carlo Lava