“La passione per il vino mi accompagna fin da quando ero ragazzino: ed essere arrivato ad occuparmene a tempo pieno e professionalmente, all’interno di una squadra giovane e con grandi competenze, per me è davvero una soddisfazione straordinaria”. Basta guardarlo negli occhi, Marco Roveda (al centro nella foto), mentre fa questa dichiarazione d’amore per il suo mestiere, il suo team di lavoro e la sua azienda (La Bollina di Serravalle Scrivia), per capire che ci crede davvero, e che al giro di boa dei cinquant’anni ci è arrivato ‘centrando’ un traguardo importante, dopo un percorso di vita e professionale ricco di svolte e deviazioni anche radicali.
Maturità classica a Novi Ligure, studi in Giurisprudenza fino ad un passo dalla laurea, e poi la scelta di fare, per mestiere, il vigile urbano. Anzi ‘il ghisa’, perché la prima divisa indossata da Marco Roveda fu quella di vigile a Milano: “poi però ho lavorato anche a Gavi, e a Serravalle. Quindi, nel 1998, mi sono licenziato e ho gestito, fino al 2009 un’agenzia di pratiche auto ad Arquata Scrivia”. Ma nel frattempo la passione per i vigneti e per i vini di qualità covava sotto le ceneri, e veniva anche coltivata attraverso un master di specializzazione in Enologia e Marketing organizzato a Novi dalla Facoltà di Ingegneria alimentare dell’Università di Piacenza, occasione per entrare in contatto anche con alcuni dei collaboratori che oggi affiancano Marco Roveda nella gestione della Bollina.
“Naturalmente il passaggio decisivo – racconta – fu la decisione del gruppo Praga
(all’interno del quale gli altri due fratelli Roveda, Giuseppe e Paolo, sono rispettivamente amministratore delegato e presidente del consiglio di amministrazione, ndr) di acquisire la tenuta La Bollina dalla famiglia Ziliani-Berlucchi, e dalla conseguente necessità di puntare su un rilancio e qualificazione dell’azienda agricola. Io arrivai qui nel maggio 2010, appunto come stagista del master in Enologia: fui assunto a luglio, e cominciai a lavorare su un progetto di trasformazione/innovazione, coinvolgendo figure assolutamente centrali ed essenziali, come i nostri enologi Mario Ercolino e Andrea Bernardini, e anche Andrea Zampieri, professionista veronese del settore. Presi in mano la responsabilità della struttura il 1° settembre 2011, proprio quando cominciava la vendemmia”.
E, da allora ad oggi, l’azienda agricola La Bollina ha vissuto un triennio di crescita costante, che non è poco considerato il contesto di difficoltà e crisi del nostro sistema economico, da cui la ‘filiera’ del mondo enologico non è certamente immune. Ai 25 ettari di vigneto ‘storici’ (22 di vitigni a cortese, da cui si ricava il Gavi Docg, e 3 a chardonnay) si aggiungono oggi altri 7 ettari verso Novi, “a barbera e nebbiolo: e insieme ad Andrea Bernardini, e con la collaborazione dell’agronomo Franco Fierli, abbiamo ridisegnato completamente le nostre vigne, con un progetto che guarda al futuro con fiducia ed entusiasmo”. Alla Bollina lavorano anche tre operai a tempo indeterminato, che tutto l’anno si occupano delle vigne, secondo una logica di ‘team’ completo e omogeneo, “in cui davvero le decisioni scaturiscono dal confronto quotidiano su dove si vuole andare, e sulle soluzioni migliori, e naturalmente realistiche, per arrivarci”.
I numeri sono significativi, e Marco Roveda li dichiara con soddisfazione: “Nel 2013 abbiamo venduto 150 mila bottiglie, con una crescita rispetto all’anno precedente del 30% del numero di bottiglie, e del 40% del fatturato. Dato da non sottovalutare. Quest’anno dovremmo arrivare al traguardo delle 170 mila bottiglie di venduto effettivo. Tenendo conto che la nostra capacità produttiva è di circa 300 mila bottiglie, e che non vogliamo più percorrere la strada della vendita del vino sfuso: non può essere quella la strada per un marchio come il nostro, che punta ad accreditarsi in una fascia qualitativa medio alta”.
Ma chi sono oggi i clienti dell’azienda agricola La Bollina, e come il target potrà evolvere nei prossimi anni? “Nel 2013 – spiega Marco Roveda – abbiamo venduto il 60% alla grande distribuzione, e ci siamo strutturati per ‘abbordare’ sempre più i mercati esteri: già oggi siamo presenti in Germania, Austria, Danimarca e Giappone. Ma stiamo lavorando per entrare in altri mercati interessanti, e per arrivarci in maniera solida, non estemporanea. Proprio in questi giorni, ad esempio, due persone del nostro team sono ad una importante fiera in Brasile, dalla quale speriamo di poter ricavare contatti importanti. A livello italiano, naturalmente la partecipazione al Vinitaly rimane essenziale, è il caposaldo per tutta la filiera del vino di casa nostra”. Ma, questo Marco Roveda ci tiene a ribadirlo con chiarezza, fondamentale è soprattutto creare con la clientela un rapporto fiduciario, basato sulla conoscenza diretta dell’azienda, e del suo ‘modus operandi’. Per cui alla Bollina le porte sono sempre aperte, “perché chi viene a trovarci, e capisce davvero con quanta passione e ‘gioco di squadra’ lavoriamo, può apprezzare fino in fondo i nostri bianchi, e i nostri rossi, e capire quale profondo legame esista con il territorio”.
Ettore Grassano