di Graziella Zaccone Languzzi
1) Deposito Nazionale scorie Nucleari: la politica piemontese a tutti i livelli su questo tema deve impuntarsi, e difendere gli interessi della nostra comunità. Questo non sta avvenendo, anche se certamente non si può fare di tutta erba un fascio. Lo dico con amarezza, pensando alla determinazione con cui, ad esempio, i sardi sanno difendere la propria terra. Da noi sembra non essere così. So bene che due anni fa una mozione parlamentare ha sancito, di fatto, che per una serie di parametri tecnici la provincia di Alessandria non ha siti idonei ad ospitare il famigerato Deposito Nazionale, ma non mi basta, e non ci deve bastare. Se il Deposito lo si facesse (stiamo ancora ragionando per ipotesi, nulla è stato deciso per fortuna) a Trino Vercellese, per una serie di comuni del Monferrato sarebbe un disastro: cornuti e mazziati, senza neanche i vantaggi economici del comune ospitante. E allora, la soluzione è una sola: il Piemonte deve opporti nella sua interezza. Ma scusate, non è piemontese il Ministro all’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin (Forza Italia)? E davvero vuole essere ricordato per questo bel ‘regalo’ alla sua Regione?
Nei giorni scorsi abbiamo letto diatribe e schermaglie attorno all’ipotesi di autocandidatura di Trino Vercellese, dove il sindaco Daniele Pane (di Fratelli d’Italia, e non della Lega come titolato a tutta pagina da La Stampa) pare interessato a portarsi a casa il famigerato Deposito. Peraltro in base alla Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnai) il territorio di Trino, che già ospita la centrale nucleare Enrico Fermi, parrebbe non avere le caratteristiche di idoneità. Attendiamo di ascoltare la voce piemontese di Fratelli d’Italia sul tema, mentre quella casalese pare essersi già dissociata dal sindaco amico.
Nel passato Trino ha subito tre disastrose alluvioni e non è ancora in sicurezza, un uomo solo (appoggiato dal suo partito?) non può e non deve decidere per un paese di 7.216 abitanti: sarebbe opportuno un referendum per vedere come la pensano i trinesi, prima di tutto, ma anche i residenti dei Comuni limitrofi, sia vercellesi che monferrini (Balzola, Camino, Casale Monferrato, Coniolo, Frassineto Po, Gabiano, Moncestino, Morano sul Po, Pontestura e Valmacca). Chiaro che le compensazioni economiche sono manna per un comune di meno di ottomila abitanti, ma sulla pelle di una bella fetta di territorio. Il Deposito Nazionale che sarà realizzato in Italia è un Deposito di superficie per i rifiuti radioattivi a bassa e media attività. Mi sono documentata, vi sono depositi di superficie, depositi poco profondi, depositi profondi e depositi geologici: “Scorie nucleari – Guida ai Depositi Europei”. I parametri di sicurezza variano in relazione al tipo di deposito. Le scorie andrebbero tombate in quelle regioni dove ci sono miniere esaurite: così si fa in alcuni paesi UE, così si potrebbe fare in Barbagia, parte della Sardegna non turistica, prevista dalla Carta Cnai. Oppure si cerchi un isolotto disabitato, e si predisponga una struttura ad hoc. Piemontesi svegliamoci, non regaliamo ai nostri figli il Deposito scorie nucleari!
Voto: 2
2) Un’altra bandierina nera nella gestione Abonante: “Centrale del Latte, Comune di Alessandria pronto a cedere le sue quote: base d’asta di 450 mila euro”. A chi ama Alessandria questa operazione non può piacere. Fare cassa, svendendo una ad una le quote nelle partecipate (a quando il Gruppo Amag?) senza una strategia per il futuro appare davvero la liquidazione di una città: saldi di fine stagione, e poi?
Qui dura reazione della Lega: “Rolando (Lega): Il comune di Alessandria svende la sua storica partecipazione nella Centrale del Latte. Ecco la politica del PD!”. Di fronte alla reazione della Lega subito la replica del segretario cittadino Pd Antonucci, che afferma che il Comune si è avvalso da un obbligo di legge riferito al D.Lgs. n. 175/2016, detta Legge Madia. ministra dei governi Renzi/Gentiloni. Ma l’art.4 di quella legge è stata modificato con il provvedimento n.119 del 01/10/ 2019 entrato in vigore il 03/11/2023 (GU n.246 del 19/10/2019), primo firmatario l’On. Riccardo Molinari: e chi se no? Qui il testo della Legge. Corretta la precisazione della Lega: “Centrale del Latte, Rolando (Lega) attacca ancora: Non è obbligatorio cedere le quote. Il Pd mente”. E c’è anche la contrarietà delle associazioni ambientali: “Pro Natura e Associazione Tutela Ambiente: “No alla vendita delle quote della Centrale del Latte da parte del Comune di Alessandria”. Base d’asta di 450 mila euro: ci sarà qualche privato interessato? E, nel caso, come spenderà quei soldi il comune di Alessandria?
Voto: 2
3) Siamo ormai in campagna elettorale per le regionali ed europee di giugno 2024, e il PD è impegnato nella sua ‘narrazione’ della sanità piemontese, sostanzialmente annientata, specie in province come la nostra, proprio dal centro sinistra targata Chiamparino, in sella fino al 2019. “Ravetti (Pd) attacca Cirio: “Il vero piano socio-sanitario è privatizzare”. Sia chiaro, la sanità piemontese (e alessandrina) è certamente migliorabile, e ben vengano le critiche se servo a fare meglio.
Ma ai compagni del Pd in Regione, da cittadina attenta al tema, vorrei ricordate gli i piemontesi non hanno l’anello al naso.
Liste di attesa: c’erano anche durante la gestione Chiamparino e che avete fatto per mitigarle? Assunzione di medici gettonisti: il Covid e la “malsana” gestione governativa (Speranza/Conti) ha prodotto tale situazione, e ci auguriamo che le responsabilità prima o poi vengano accertate.
Edilizia sanitaria: ad Alessandria Chiamparino non investì un centesimo in 5 anni, gli ospedali di territorio voleva chiuderli e, a quanto si dice, il progetto se rivincesse il centro sinistra sarebbe ancora quello. Insomma Ovada, Acqui Terme e Tortona sono avvisati! La giunta Cirio sulla provincia di Alessandria ha investito non poco, e ha finalmente dato il via al progetto per un nuovo ospedale moderno e funzionale. Il centro destra ha favorito il privato? I signori regionali del PD hanno la memoria corta e gliela rinfresco. “Piemonte. Sanità in crisi. Chiamparino chiama i privati: “Abbiamo bisogno collaborazione degli imprenditori”. Un tavolo tecnico con Confindustria”. Veniva chiesta collaborazione ai privati su quattro macro temi di comune interesse, tra questi la rete di assistenza territoriale e il superamento delle liste d’attesa per le prestazioni specialistiche. Altro articolo: “Viva la sanità privata, parola della giunta Chiamparino”. Si legge qui che mai agli operatori della sanità privata era stato fatto un regalo come quello appena elargito loro dalla giunta di centrosinistra guidata da Sergio Chiamparino. Con una Delibera l’assessore Pd alla Sanità aveva consentito ai medici specialisti delle strutture private accreditate di prescrivere visite, esami e farmaci ai pazienti del servizio sanitario piemontese. Un via libera a privatizzare i guadagni e socializzare le perdite, una misura che rappresentava un inedito nella storia regionale. Parliamo del Gradenigo? Nel 2016 in seguito alle sciagurate scelte di Chiamparino e Saitta è stato finanziato il primo presidio privato piemontese dotato di Pronto Soccorso. Nel web nulla si cancella e proseguiamo. Scelte sbagliate in ambito sanità di Cirio e Meloni. Cirio ha ereditato un disastro sanitario che viene da lontano, i tagli sono iniziati vent’anni fa, per mano della seconda Giunta Ghigo (Fi), e dalle amministrazioni Bresso (Pd), Cota (Lega), Chiamparino (Pd). Meloni ha ereditato una sanità affossata a partire dal governo Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, Conte1/2, Draghi.
Questa è Storia, la vostra signori del Pd è solo propaganda elettorale.
Voto: 2