Sarà che l’erba del vicino è sempre più verde, ma accorgerci che i cugini astigiani si dividono, anche ferocemente, tra pro e anti Palio a seguito della drammatica morte di un cavallo in gara, ci fa quasi un po’ di invidia.
Da sempre noi mandrogni ammicchiamo, con un sorriso, quando parliamo di astigiani e cuneesi. Sottintendendo che insomma, almeno sul piano della scaltrezza, non c’è proprio partita. Eppure, a giudicare da come sia messi, a livello di stato di salute del territorio e delle istituzioni, non parrebbe proprio. Non che gli astigiani, o gli altri piemontesi, se interrogati sulla realtà di casa loro di questi tempi ti raccontino che tutto va bene, tutt’altro. Però francamente autolesionisti come gli alessandrini in giro ne vediamo pochi. Soprattutto ci pare che, a casa nostra, nonostante la drammaticità di diverse situazioni, si continui a comportarsi su per giù come i famosi polli di Renzo (ma forse erano capponi, a ben pensarci), che continuano a ‘beccarsi’ tra loro, ignari di essere avviati verso un comune tristissimo destino. Insomma, si parla tanto di fare squadra, ma di fatto se ne fa pochissima, e lo sport preferito è lo ‘scaricabarile’, magari anche con tutti i risvolti giudiziari del caso, terribile moda di questi ultimi anni.
Ma stiamo ai fatti. Un elemento nuovo, sul fronte di Palazzo Rosso, pare ci sia, ed è il documento iBSR 2013. Che non è un codice librario, o spaziale, ma sta per ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato. Insomma, l’assessore al Bilancio Matteo Ferraris (figura controversa, oggetto di critiche anche ieri dal leader dei Moderati Cesare Miraglia nella nostra intervista) ci prova, e fornisce ai parlamentari alessandrini un documento articolato, in cui ipotizza come tagliare, e dove. Con l’obiettivo pare anche di chiedere altro tempo, rispetto alla scadenza ministeriale del prossimo 15 ottobre, per la presentazione del bilancio stabilimente riequilibrato 2012-2013.
Non abbiamo letto il documento, ma pare che l’elenco dei tagli sia sufficientemente dettagliato, e drammatico. Nel senso che, in sostanza, non solo si rinuncia in toto agli investimenti, e quasi completamente anche alle manutenzioni ordinarie della città, ma si opera con l’accetta sul fronte degli stipendi: proponendo tra l’altro un part time al 50% per tutti i dipendenti di Palazzo Rosso nei tre mesi di ottobre, novembre e dicembre (3 milioni di euro di risparmi), e un altro milione di euro di tagli sulle partecipate. E’ questa un’ipotesi praticabile? C’è chi giura di no. E come ci si comporterebbe, poi, a partire dal 2014? I sindacati sul tema sono stati consultati in anticipo, oppure no? E oggi tra Cgil, Cisl e Uil e centro sinistra è scontro vero, o solo ‘ammuina’, ben sapendo che poi quella sarà la strada, punto e basta? A giudicare anche dal comunicato sindacale di ieri pomeriggio pare proprio che lo scontro sia reale, e dai toni aspri.
Intanto si accavallano sempre più, ahinoi, questioni delicate, e il tempo stringe.
Si chiede un nostro lettore in un commento di ieri: “se gli amministratori del Comune hanno risorse per 95 milioni e una organizzazione e struttura che costa 112-115 milioni,come è possibile riorganizzare tenendo tutti al lavoro?”. E’ la domanda, banale e serissima, che ci facciamo tutti quanti da più di un anno. Aggiungendo anche che un ente pubblico non esiste per erogare stipendi come fosse un ammortizzatore sociale, ma per fornire servizi ai cittadini, possibilmente di qualità commisurata a quanto viene imposto di pagarli. E oggi, non giriamoci attorno, questo ad Alessandria non succede, e sempre meno, pare di capire, succederà in futuro.
I sindacati, dal canto loro, lamentano di avere a che fare, da più di un anno, con un ‘muro di gomma’, e sostengono che nessuno si è seduto con loro ad un tavolo, ad analizzare dossier per dossier le diverse situazioni, e a vagliare le loro proposte. Non male, considerato che Rita Rossa era de facto il candidato sindaco più gradito ai sindacati stessi, fra i tanti in corsa nel maggio 2012.
Comunque, il tempo passa inesorabile. Vedremo che ne sarà del documento documento iBSR 2013, e quali segnali arriveranno dalla politica romana. Se ne arriveranno, poiché la politica potrebbe anche decidere di volgere lo sguardo altrove, distratta da tante incombenze, e lasciare la gestione della ‘pratica’ Palazzo Rosso a tecnici e regole ministeriali.