Nuovo ritrovamento a San Giovannino

Dopo il ritrovamento dell’antico pavimento in cotto nell’agosto del 2019, una nuova importante scoperta conferma che la Chiesetta di corso Roma è un vero e proprio giacimento culturale.

Nei mesi scorsi la Confraternita del SS.mo Crocifisso che di S. Giovannino è titolare, aveva richiesto l’autorizzazione alla “Soprintendenza per l’Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Alessandria, Asti e Cuneo” per procedere al restauro delle due grandi tele sovrastanti gli altari laterali.

Ottenuta l’approvazione, nei giorni scorsi si è iniziato con l’altare in cornu Evangelii (la parte sinistra, entrando in Chiesa).
Si è trattato di intervenire sulla tela novecentesca raffigurante S. Giovanni Evangelista e la Madonna ai piedi della Croce dopo la Morte del Signore.
L’autore è il pittore alessandrino Piero Vignoli (1911–1995) ed è la prova di base che il pittore aveva realizzato per poi procedere all’affresco, inaugurato nel marzo del 1950, raffigurante l’intera scena della Crocifissione nell’abside della Chiesa Parrocchiale di S. Giovanni Evangelista, al “Cristo”.

L’intervento, a cura del restauratore genovese Antonio Silvestri al quale è stato affidato il restauro, è iniziato nei giorni scorsi alla presenza del Delegato vescovile per i Beni Culturali della Diocesi di Alessandria, prof. Luciano Orsini.
Senonché dopo aver rimosso la cornice e la tela, è comparsa una seconda tela di circa 3 mt x 2 mt raffigurante la Madonna Addolorata ai piedi della Croce con il petto trafitto da sette spade, quella che popolarmente è chiamata: Madonna dei Sette Dolori.

Il dipinto, sicuramente almeno di primo ‘700, al di là del valore artistico, ha un’importanza storica davvero rilevante, soprattutto se si potesse identificarne
l’autore. E comunque permette ora di ammirare l’interno della Chiesa in tutte le sue parti come appariva nel XVIII sec. e che la lunga campagna di restauri promossa dalla “Consulta per la Valorizzazioni dei Beni Culturali dell’Alessandrino” (presieduta dall’ing. Pier Giacomo Guala) ha consentito di recuperare totalmente, impedendo il degrado e così salvando, un importante monumento, fondamentale per il patrimonio artistico della Città.

È stata subito redatta una relazione alla Soprintendenza alla quale è stata inviata pure la relativa documentazione fotografica dell’evento.

La tela settecentesca, come si legge nella relazione, “in origine aveva la forma rettangolare, poi modificata aggiungendo la parte centinata, ed i due lati
verticali e quello orizzontale in basso erano leggermente sottomisura rispetto al telaio. L’opera era fissata al telaio con dei chiodi che attraversavano il
colore e, inoltre, sul bordo in basso si era accumulata della materia pittorica sbriciolata, caduta negli anni. La superficie pittorica del dipinto, ancora in
prima tela, appariva scarsamente aderente al supporto, con fitti sollevamenti e numerose lacune di colore, anche a causa del cattivo tensionamento della
tela. Diverse riprese pittoriche, non perfettamente intonate, disturbano ulteriormente l’immagine.”.

Il dipinto è stato collocato al suo posto sopra l’altare laterale, quindi è attualmente visibile, in attesa di poter disporre dei fondi necessari per procedere al suo urgente restauro (chi lo desiderasse può effettuare un versamento al seguente IBAN: IT81V0344010400000000114800).

Va detto che nella nostra Città il culto alla Madonna “dei Sette Dolori” era sicuramente assai diffuso, ricollegandosi direttamente a quello della Madonna
“della Salve” il cui ven.do Simulacro che abbiamo onorato con la processione domenica scorsa, raffigura proprio la Madonna Addolorata ai piedi della Croce,
svenuta e sorretta da S. Giovanni.

Alcuni reperti conservati nella Chiesa ne indicano la presenza anche a S. Giovannino, ora confermata da questo grande quadro: innanzitutto un ex-voto per
il salvataggio di alcuni fedeli da un incidente con una carrozza occorso nel 1875; poi, lo spartito della Messa in canto in festo VII Dolorum Beatae Mariae Virginis di primo ‘800.