Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti nazionali hanno proclamato per venerdì 20 maggio una prima giornata di sciopero che coinvolgerà tutte le lavoratrici e i lavoratori SDA e della filera SDA.
Circa un anno fa le OO.SS. firmatarie del contratto nazionale hanno presentato una piattaforma unitaria alla controparte per affrontare le drammatiche problematiche che si riscontrano nel cosiddetto settore “e-commerce”, come (citandone alcune) la frantumazione degli appalti, la precarietà diffusa, i ritmi e gli orari di lavoro massacranti, la sicurezza discutibile dei mezzi utilizzati dai driver, la spinosa questione delle coperture assicurative in caso di danni o incidenti stradali, la mancanza di una contrattazione di secondo livello omogenea che sostituisca l’odiosa pratica aziendale dei contentini e delle erogazioni unilaterali.
La trattativa si è arenata a causa dell’atteggiamento provocatorio tenuto da SDA e Fedit che hanno addirittura ipotizzato la necessità di introdurre procedimenti sanzionatori contro il diritto allo sciopero!!!!
La responsabilità di questa situazione di stallo risiede però principalmente nell’ingerenza di Poste Italiane (proprietaria di SDA) che evidentemente non ha alcuna intenzione di distribuire neanche una piccola parte dei crescenti profitti (decantati dall’azienda stessa sulle testate giornalistiche nazionali) conseguiti durante il periodo pandemico ai veri artefici di questi importanti risultati, ovvero le lavoratrici e i lavoratori.
Proprio per questo motivo, il prossimo 20 maggio, oltre allo sciopero per l’intera giornata, verrà organizzato un presidio di fronte alla sede nazionale di Poste Italiane per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle problematiche in questione.
Nella nostra provincia le sedi operative di SDA sono presenti ad Alessandria e a Quattordio, anche se quest’ultima in realtà rappresenta la filiale di Asti.
Ad Alessandria la gestione dell’appalto è passata, lo scorso febbraio, dal Consorzio Autonomo Integrato di Roma alla ditta Natana Doc Spa.
La società uscente aveva preso l’impegno di liquidare i tfr agli ex dipendenti entro la fine della scorsa settimana, impegno alla fine disatteso in seguito a “improvvisa mancanza di liquidità”, motivata con un tardivo quanto sbrigativo comunicato inviato alla filiale venerdì sera, con il quale hanno inoltre reso noto ai lavoratori che, con una scelta unilaterale, i trattamenti di fine rapporto verranno erogati in tre rate a partire da venerdì 6 maggio.
Comportamenti incresciosi e scorretti come questo non rappresentano, nel mondo degli appalti, straordinarie eccezioni ma quasi la normalità.
I lavoratori del settore si devono adeguare a carichi di lavoro abnormi e orari quotidiani dilatati all’inverosimile, operando inoltre con la costante minaccia di ricevere dalle aziende appaltanti (a loro volta pressate dall’appaltatore) multe salate o sanzioni disciplinari nel caso di mancate consegne o mancati ritiri.
A fronte di tanti sacrifici per garantire un servizio ormai fondamentale alla collettività, spesso i lavoratori e le lavoratrici che operano nel settore “e-commerce” vengono alla fine “ricompensati” con ingiustificabili ritardi nell’erogazione delle competenze guadagnate con il proprio impegno e con buste paga sovente incomprensibili e piene di errori e “sviste”, che costringono le organizzazioni sindacali a capillari controlli dei cedolini per il recupero delle differenze salariali non correttamente riconosciute.
Da questo punto di vista la responsabilità delle committenti su questo tema non può più risultare di semplice facciata ma deve diventare sostanziale.
Si tratta di una questione di civiltà in quanto il livello di sfruttamento generalizzato presente in questo settore non risulta più tollerabile.
Filt Cgil Alessandria