Con il sostegno della Compagnia di San Paolo da qui al giugno del prossimo anno verranno riqualificate ampie aree lungo i sette chilometri di fiume che attraversano Casale Monferrato: obiettivo dare spazio alla natura e incrementare la biodiversità, anche in chiave di fruizione sostenibile. Il progetto è cofinanziato dall’Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese con oltre 200.000 euro, mentre la Compagnia di San Paolo contribuisce con 300.000 euro e il Comune con circa 100.000 euro.
Cinque gli interventi di restauro ambientale sulle sponde del Po che coinvolgono un’estesa superficie, dal Bosco della Pastrona – il vasto bosco periurbano nei pressi dell’area che un tempo fu sede di cementifici e dello stabilimento Eternit – al pontile galleggiante, per proseguire a valle del ponte stradale fino ai margini dell’abitato e sulla sponda opposta dall’area “Oltreverde” fino alla zona di Cascina Consolata. Verranno piantati 10.800 tra alberi e arbusti autoctoni e riqualificati più di 37 ettari di terreno, di cui oltre 1 ettaro e mezzo diventerà un prato pieno di fiori selvatici.
Contestualmente sono previsti monitoraggi della flora e della fauna, in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino e con l’Università del Piemonte Orientale, anche con il coinvolgimento della popolazione scolastica e dei cittadini.
Il 4 settembre si inizia con le piante e gli impollinatori: appuntamento alle ore 14.30 presso la Sede operativa dell’Ente-Parco a Casale Monferrato (Lungo Po Gramsci 8/10) per una passeggiata di circa tre ore e mezza, durante la quale esperti dell’Ente-Parco e ricercatori dell’Università di Torino spiegheranno l’importanza degli insetti impollinatori urbani e della vegetazione circostante. È richiesta la prenotazione: Ente-Parco, sede di Casale Monferrato, lungo Po Gramsci 10, tel. 0142.457861, 335.1256687, e-mail: guidedelparco@parcopopiemontese.it.
Ma non finisce qui, il Comune di Casale Monferrato si è mobilitato per favorire proprio la presenza di questi insetti preziosi impegnandosi a non falciare la striscia di prato tra il campo da rugby e il Po per la loro salvaguardia, il loro monitoraggio e per la buona riuscita delle attività di fruizione. Così si dà alla vegetazione erbacea il tempo di fiorire: quel prato è trasformato in polline, natura e vita. Lì non lavorano le falciatrici ma farfalle, api e altri insetti che lavorano per il bene di tutti.