Chiesa di San Giovannino: per secoli ai margini della città ed ora in pieno centro [Lisòndria tra Tani e Burmia]

di Piero Archenti
La storia della chiesa di San Giovannino risale al 1484 e inizialmente era nota come chiesa del SS. Crocifisso per la vistosa croce tutt’ora ben visibile sul fondo del tempio e custodita nell’apposita cappella. In seguito ad un incendio provocato dallo scoppio di un magazzino, avvenuto il 14 ottobre 1706, la chiesa di San Giovannino subì gravissimi danni per cui i confratelli decisero di costruire una nuova chiesa sullo stesso sedime. Ottenuto il permesso dal vescovo Francesco Arbori Gattinara, nel 1709 iniziarono la demolizione ed il 29 agosto dello steso anno fu posta la prima pietra sull’angolo verso la casa del conte Trotti (1) e nel 1731 fu terminata.
 Si dovette attendere il 1767 e su progetto dell’architetto Domenico Trolli vennero realizzati il coro, la sagrestia, il campanile e la volta sopra il presbiterio, il che la rese conforme ai canoni del barocco.
Il vertice della facciata, attualmente in parte transennata per consentire i lavori sulla muratura danneggiata dall’umidità, presenta un timpano triangolare con un pinnacolo che sostiene una croce e, sotto, le statue raffiguranti San Giovanni Evangelista e San Carlo Borromeo ai lati mentre, al centro, una figura femminile regge la croce e, sotto di essa, altre due figure femminili a rappresentare le virtù teologali Fede, Speranza e Carità separate dall’altorilievo rappresentante la crocifissione.
Immediatamente al di sopra dell’ingresso un grande organo è ospitato su una grande balconata in legno. L’abside a pianta semicircolare protegge in una grande nicchia una importante Crocifissione lignea a rappresentare la Vergine Maria sorretta da San Giovanni e Maria Maddalena. Un particolare da evidenziare è rappresentato anche dai quattro grandi gruppi lignei settecenteschi a grandezza naturale per complessive quattordici statue a rappresentare episodi dell’antico Testamento.
Una foto tratta da una piantina di Alessandria datata 1859 evidenzia quanto ai margini della città fortificata si trovasse la nostra antica chiesa di San Giovannino.
====================
1 – TROTTI BENTIVOGLIO, Gian Galeazzo. – Nacque ad Alessandria nel 1599, primogenito di sette figli. Il padre era il conte Luigi Trotti, un nobile alessandrino al servizio spagnolo, distintosi nella guerra delle Fiandre, nelle guerre di religione in Francia e poi in Valtellina e nello Stato di Milano. La madre era Cinzia Elena Fara.
L’antica Chiesa di S. Giovannino
 Nel nostro esame di via Legnano prima di superare corso Roma e procedere sino all’incontro di via Trotti, nel tratto già chiuso dal noto Panificio militare che divideva allora la nostra strada in “vecchia” e “nuova”, procediamo ad un più attento esame sia all’intorno come all’interno della chiesa del SS. Crocefisso (titolo questo che diremo ufficiale) dedicata a S. Giovanni evangelista e comunemente detta “di S. Giovannino”. A quanto risulta nei tempi lontani la chiesa aveva la precisa denominazione di san Giovanni decollato, titolo che non va confuso con quello di altra antica chiesa nostra dal titolo medesimo, esistente in Borgoglio oltre Tanaro e che andò distrutta allorquando venne costruita la Cittadella che tutt’ora vediamo.
  Il tempio di Corso Roma già esisteva proprio sul margine in allora della nostra città, sin dal lontano anno 1484 ed a voce di popolo si disse chiesa del SS. Crocefisso precisamente per la vistosa croce che tutt’ora appare in alto sul fondo del tempio, dominante la apposita grandiosa cappella. Il titolo invece di “San Giovanni il piccolo” divenuto poi l’odierno S. Giovannino, è relativo alla distinzione, che diremo popolare, da altra chiesa nostra che a sua volta si disse S. Giovanni “il grande” (o anche “del Cappuccio”) appartenente ai Padri Umiliati.
  Allor quando, anno 1586, S. Giovannino nostro venne aggregato alla Arciconfraternita romana di San Marcello, la chiesa prese il nuovo titolo di Confraternita del SS. Crocefisso; tuttavia per la gente nostra, rimase ancora e sempre la chiesa di San Giovannino, che quasi del tutto riedificata nel 1708, venne poi ultimata nel 1717. Successivamente risulta poi ampliata nel 1768, proprio così come oggi vediamo: fu benedetta allora dal nostro Vescovo mons. De Rossi. Allor quando, anno 1825, venne soppressa la chiesa di S. Maria dell’Olmo su via Lodi, oggi Istituto Magistrale, il Vescovo d’Angennes assegnava alla chiesa di S. Giovannino, in sostituzione del tempio soppresso, l’incarico di provvedere alle genti dei cascinali fuori Porta Savona (Cristo), incarico durato a lungo, sino al 1900 ed oltre ancora, che comprendeva altresì le costruzioni del nuovo rione che stava sorgendo oltre canale col titolo tutt’ora rimasto di “Pista”. Un rione ancora oggi in continuo sviluppo, che ormai tende ad avvicinarsi al Bormida superando i due noti “Fortini”, ormai in completo disarmo, divisi oggi dalla linea ferroviaria.
  Nel 1935 cessava l’incarico suddetto in quanto, auspice il Vescovo mons. Milone, era sorta in questa parte – diremo nuova – della città, una nuova chiesa. In merito alla chiesa di S. Giovannino, va segnalata la comproprietà nonché le servitù relative al vasto cortile sul fianco del tempio, cortile comune al palazzo di corso Roma, 32, casamento che chiude all’esterno, senza aperture di sorta, il piazzale della chiesa. Da segnalare infine che sulla piazzetta la chiesa è segnata col n. 34 di corso Roma; al n. 32 relativo al cortile la nostra chiesa si presenta con un lungo lato sul quale, oltre all’ingresso secondario al tempio, abbiamo altresì l’abitazione di chi provvede al tempio stesso.
PIERO ANGIOLINI