di Graziella Zaccone Languzzi
1) A Roberto Grenna, Dirigente scolastico del liceo Saluzzo Plana di Alessandria. Il massimo voto gli viene assegnato per aver prontamente bloccato l’uso di mascherine da distribuire agli studenti provenienti da un lotto prodotto da FCA (di colore bianco), consegnate dal Commissario straordinario per il COVD -19, Domenico Arcuri, quindi dal Governo. La motivazione? Il forte odore di solvente che emanavano le mascherine all’apertura delle confezioni. Il Preside Roberto Grenna, per evitare qualsiasi problema sanitario agli studenti, ha rilasciato una circolare interna e provveduto a segnalare la vicenda ad Arcuri. Il testo della circolare: «A seguito di segnalazioni circa forti odori di solvente provenienti dalle mascherine in oggetto, le quali sono state consegnate all’Istituto dal Commissario Straordinario Covid-19 e distribuite dalla scuola agli studenti, si invitano gli stessi a non utilizzarle. Verranno distribuite prontamente altre mascherine di differenti produttori». Anche la madre di uno studente ha segnalato a Radiogold che le mascherine puzzavano di un misto petrolio e gomma, un odore da vomito. Come si legge su Radiogold la notizia è diventata di carattere nazionale e giustamente il leader della Lega, Matteo Salvini ha annunciato che chiederà spiegazioni in Parlamento. E’ il minimo per chi fa politica: “All’Istituto Saluzzo-Plana segnalate dieci mascherine con odore di solvente. E Salvini attacca”.
Questa notizia è stata pubblicata su Radiogold nella serata del 20 ottobre alle ore 21:27, prontamente nella stessa serata alle ore 22:34 la replica a Matteo Salvini da parte della senatrice dei 5 Stelle, Matrisciano: “Caso mascherine, Matrisciano (M5S) risponde a Salvini: “No polemiche futili, io ho subito chiesto spiegazioni”.
Dice la senatrice: “Vorrei suggerire al Senatore Salvini che non c’è bisogno di andare in Parlamento, da Senatore della Repubblica lui stesso può tranquillamente alzare la cornetta e chiedere delucidazioni al Commissario Arcuri anche attraverso il suo rappresentante del territorio. Io ho già provveduto ad inoltrare il documento. Trovo tutto davvero molto triste, in questo momento in cui c’è bisogno di lavorare a testa bassa anziché alimentare futili polemiche”. E meno male che ci sono politici nazionali attenti che dimostrano interesse su ciò che accade sui territori usando ogni mezzo, anche se paiono “futili polemiche”. Tutto è utile per far arrivare a Roma e alla pubblica opinione ciò che accade e poi in questa vicenda piuttosto seria di futile non c’è proprio nulla. A titolo informativo: “FCA produrrà milioni di mascherine al giorno: il piano di Arcuri”.
Arcuri in Egitto sarebbe stato considerato l’ottava piaga.
Voto: 10
2) Altro sondaggio interessante di CorriereAl, che la scorsa settimana poneva questa domanda: “Natale in lockdown?”. I lettori appena lanciato il sondaggio, hanno risposto in buona percentuale “SI”. Ciò significa che la percezione dei cittadini è lucida. Conosciamo bene insomma l’andazzo di questo Governo che dichiara e poche ore dopo smentisce per cambiare di nuovo idea di lì a breve: per Natale, Capodanno e Befana potremmo rischiare un tutto chiuso (dicasi lockdown), per evitare la secolare tradizione di festosi assembramenti familiari. Oltre a rompere tradizioni, dividere affetti famigliari e personali cosa comporta l’eventuale decisione di un “Natale in lockdown?”. Significa un enorme danno all’economia, perché dicembre e le sue feste sono un grande salvagente per il commercio tradizionale e per tutte le attività di ristorazione, bar, discoteche etc. Se tutto viene chiuso o limitato non vi è interesse per fare acquisti, far circolare il denaro, ma pure il sistema Stato con le sue tasse ci rimetterà parecchio. Il timore ci viene rappresentato da questi articoli: “I commercianti di Alessandria: “Lockdown a Natale, ipotesi assurda, per i negozi sarebbe una catastrofe”.
Il Covid non ha intaccato i redditi di dipendenti pubblici, pensionati e naturalmente dei politici, ma al contrario ha quasi annullato il reddito a moltissime categorie di lavoratori privati, autonomi dipendenti o liberi professionisti che siano. Su Il Sole 24 Ore si legge da un rapporto della Caritas che i nuovi poveri sono passati dal 31 al 45%. Lo stesso report egnala che oltre a famiglie con figli che si sono presentate per la prima volta a chiedere aiuto, ci sono anche tanti commercianti e lavoratori autonomi, categorie che durante la chiusura totale sono state considerate “attività non essenziali” come pure i ristoranti, bar, discoteche etc. Non solo soffrono le piccole imprese, ma con loro anche i loro dipendenti e l’indotto. Lo denuncia Maura Settimo, della UIL/Uiltucs Alessandria: “Uil su chiusura centri commerciali nel week end: “A rischio occupazione e indotto”.
Questo Governo squinternato dice di voler tutelare la nostra salute: bene, è un suo dovere, ma l’Esecutivo deve avere la capacità di tutelare anche l’economia e la libertà individuale. Questo Governo però per incapacità, litigiosità, scelte di collaborazioni scellerate rischia di generare il caos: altro che salute pubblica!
Voto: 2
3) Manutenzione delle sponde dei fiumi e di messa in sicurezza del territorio: “Ecco i fondi per i lavori su Tanaro, Bormida, Belbo e Orba”. Potrebbe essere una bella notizia se non fosse che c’è sempre il dubbio: i denari annunciati arriveranno davvero? L’AIPO (Agenzia Interregionale per il fiume PO) riuscirà ad intervenire nel concreto?
Tralasciando il post ’94, negli ultimi vent’anni, dall’alluvione del 2000 ad oggi, annunci di lavori anche di massima urgenza da effettuare, accompagnati da comunicati stampa, ne ho sentiti parecchi, un caso su tutti è l’arretramento dell’ attuale argine in corrispondenza della Cascina Consolata di Terranova, a Casale Monferrato, con lo scopo era di rimediare ad una strozzatura dell’area golenale. Il primo annuncio fu dato l’11 febbraio 2010, da parte dell’allora Assessore ai Lavori Pubblici Daniele Borioli per la Regione Piemonte e dall’AIPO da parte dei Dirigenti in carica in quel tempo. Era febbraio 2010 e l’Assessore Borioli comunicava quanto segue: “Si tratta di un intervento importante che si colloca all’interno di un piano straordinario di messa in sicurezza delle città piemontesi dal rischio idrogeologico: 115 milioni in tre anni, 60 dei quali già nel 2010. Dell’intera somma 25 milioni sono destinati complessivamente al territorio alessandrino e 3 alla risoluzione, nei primi anni della prossima legislatura regionale, di gran parte delle problematiche di rischio nel Casalese. Si legge qua: “Indietro l’argine della Consolata”.
Vent’anni fa come oggi venivano promesse opere e fondi, e non ho idea se almeno qualcosa di quanto annunciato sia stato realizzato: resta il fatto che l’argine della Consolata è ancora là che attende, nonostante fosse stato annunciato che i lavori si sarebbero conclusi entro il 2012. Nel 2013 sulla pubblicazione AIPO del 09 maggio 2013 a titolo: “10 anni – Appunti di viaggio”, tra le pag.12 e 13 si leggeva che “E’ in corso di ultimazione l’arretramento dell’argine di Po in località Cascina Consolata”. Come era possibile visto che nella realtà i lavori non sono mai iniziati? Pare una storia infinita: il 2 luglio 2020 si leggeva che nel mese di agosto avrebbero preso il via i lavori per l’arretramento dell’argine del Po di Cascina Consolata a Casale: “C.AL.CA. a Casale Monferrato: “Chiediamo chiarimenti sui lavori di arretramento argine in prossimità di cascina Consolata”.
Siamo alla fine di ottobre e la domanda è: di grazia, agosto di che anno? Quindi non rallegriamoci troppo quando si leggono certi annunci, una mano propone e poi l’altra non dispone, troppi enti preposti allo scopo ma dopo il “tocca a te … e il no tocca a te” nulla viene fatto.
Voto: 4