La risposta vera [Il Flessibile]

di Dario B. Caruso

 

A volte le risposte lasciano più interrogativi delle domande.

Non parlo dei massimi sistemi, parlo della vita di tutti i giorni e sono convinto che a ciascuno di noi sarà accaduto di ritrovarsi addosso questa sensazione.

Una domanda può assumere molteplici forme: può essere una richiesta d’aiuto, un atto inquisitorio, una semplice informazione, un convenevole.

Mi soffermo su quest’ultima tipologia.

Il convenevole è un atto di ossequio, una forma talvolta inevitabile in cui ci si scambia un saluto e una frase fatta.

“Come va? Tutto bene? Che si dice oggi? Quanto tempo…”

Mai come in questo periodo il convenevole è vicino all’ovvio.

In questi giorni riusciamo ad incontrare dopo svariate settimane (anzi alcuni mesi) persone che eravamo soliti incontrare abitualmente e con cadenza regolare.

Ritroviamo bambini che hanno dismesso il pannolone e al posto del ciuccio hanno la sigaretta, adolescenti cresciuti di un palmo con il patentino, adulti imbolsiti e consumati dai ritmi del lockdown, anziani con lo sguardo nel nulla e la mascherina sotto al naso.

A parte queste amenità, le risposte sono tutte uguali.

Fateci caso. È come se nella nostra memoria avessimo impiantato cinque o sei frasi e le emettiamo automaticamente, come un riflesso condizionato. Sempre quelle.

A forza di assistenti vocali siamo diventati Alexa di noi stessi.

La faccenda è preoccupante.

In una scuola presso la quale lavorai alcuni anni fa c’era un insegnante che impartiva alle sue classi lezioni di ukulele.

Nulla di male, senonché la sua conoscenza dell’armonia (non essendo musicista ma un buon professionista della scuola prestato alla musica) era talmente irrisoria da appiattire i giri di accordi fino ad utilizzarne due, massimo tre.

“What a wonderful world”, struggente canzone di Louis Armstrong dall’armonia lineare ma indispensabilmente geniale, diventava una canzone popolare cacofonica che sarebbe stata schifata anche in osteria dopo una notte intera di bisboccia.

Ecco, la sensazione è quella di chi non si rende conto di essere disarmato e parte per la battaglia.

Solamente nelle leggende e nei romanzi di avventura una fionda ha avuto la meglio contro un bazooka.

Da ora in poi dunque se dovrò scegliere tra la risposta giusta e quella vera mi riprometto di ritardare una frazione di secondo in più ma solamente per pronunciare quella vera.

La risposta vera suona come un convenevole perché è educazione ma non si nasconde dietro il nulla anzi cela un pensiero.

Che spesso, forse, è quello che manca.