di Graziella Zaccone Languzzi
1) Il massimo voto va al quartiere Cristo di Alessandria e ai suoi due animatori: il Dott. Roberto Mutti e il dj e conduttore radiofonico Stefano Venneri. Il Cristo è una città nella città, dopo il centro è il quartiere più popoloso di Alessandria. Negli anni ha saputo riqualificarsi diventando un luogo dove idee, progetti, programmazione e la loro attuazione si sono resi possibili fino ad arrivare ai giorni nostri, diventando il “fior fiore” dei quartieri cittadini. Grazie in particolare al Dott. Mutti e a Venneri, che sono diventati un punto di riferimento e di incontro per commercianti, imprese, cittadini, associazioni, stimolandoli, coinvolgendoli nel desiderio di sentirsi attivi, di partecipare alla socialità del quartiere e di poter essere protagonisti nelle decisioni che riguardano la loro comunità. Il quartiere ha dimostrato di essere un attivo luogo di eventi come la tradizionale “Fiera del Cristo”, un grande appuntamento con la “Notte Bianca”, “Notte magica sotto le stelle” e molto altro. Il 5 febbraio scorso, quando la minaccia di COVID19 non era ancora percepita, questo era il progetto 2020 per il Cristo: “Eventi e Manifestazioni- “Tutto esaurito alla SOMS, il Cristo non si ferma più”.
Ma il Cristo saprà “riaccendersi” e ripartire, nonostante il disastro di questi mesi. Nonostante tutto l’attività dei commercianti del quartiere infatti non si è fermata neppure in periodo di coronavirus, e martedì 16 giugno vi è stata la decima e ultima (per ora) assemblea online dei commercianti del Quartiere Cristo con un collegamento sulla Piattaforma Zoom.Il risultato della serata in web è stato eccellente e si legge qui: “Ultima serata on line per i commercianti del Cristo. Mutti: “Pronti a ripartire davvero”. Devo riconoscere, da residente in altro quartiere, che il Cristo rispetto al resto della città ha una marcia in più, ricco di servizi e negozi diversificati. Lì si trova tutto, addirittura il doppio di panetterie, farmacie, abbigliamento, accessori, gelaterie, supermercati etc. e lavorano tutti. Penso al mio quartiere negli anni spogliato di servizi essenziali: negozi, supermercato, farmacia e ora l’ufficio postale, un quartiere simil-dormitorio ormai, da farsi venire il magone. Il Cristo dovrebbe divenire una finestra e un modello a cui ispirarsi.
Voto: 10
2) A Poste Italiane pongo una domanda: lo sportello dell’ufficio postale di Piazza Don Carlo Torriani (quartiere Galimberti) riaprirà o chiuderà per sempre? Siamo nella “terza fase” e sarebbe corretto rendere note sulla vetrina dell’ufficio le intenzioni. E’ chiuso totalmente dal 3 marzo, forse con la scusante del coronavirus, e nel quartiere abitato da moltissimi anziani le lamentele non si contano. In primis perché quello è un ufficio pubblico, e oltre a svolgere il servizio postale, pagamento bollette e il ritiro della pensione, nel tempo è diventato sportello bancario per molti che ora sono costretti a “migrare” in sportelli non certo comodi, in altri quartieri. Mi è capitato di notare ad esempio che alle Poste di piazza Perosi i clienti sono alla mercè del sole, del sole e della pioggia, e le bronchiti sono in agguato. Le Poste sono un servizio essenziale che purtroppo nel periodo del ‘tutto fermo’ hanno dato la peggior immagine organizzativa, come certe banche del resto. Tornando all’ufficio postale di Piazza Torriani, fra abitanti del quartiere si è già sparsa la voce che lo sportello non riaprirà più e c’è apprensione, se fosse vero è una vergogna. Poste Italiane non è la bottega di quartiere che con la chiusura ha perso gli incassi e ora ha le “ossa rotte”. Poste Italiane ha le spalle ben coperte con il 65% pubblico, nostro, ripartito tra Ministero dell’Economia, che ne detiene una quota del 29,26%, e da Cassa Depositi e Prestiti che possiede una quota del 35%: soldi dei risparmiatori. Il restante 35% appartiene ad azionisti retail e a importanti fondi istituzionali a livello globale, e da cinque anni l’azienda è quotata in Borsa, quindi non è certo un piccolo esercizio che deve “tirare la cinghia” per stare in piedi. Poste Italiane da tempo ha ‘cambiato pelle’: oltre ai servizi postali, che è lo scopo per cui è nata, peraltro erogati non più con la stessa efficienza, è oggi una finanziaria, una banca, un’assicurazione, offre telefonia mobile e altro. Sul suo sito web Poste Italiane si vanta di 158 anni di storia, una rete di oltre 12.800 Uffici Postali, circa 130 mila dipendenti, 536 miliardi di euro di attività finanziarie totali e 35 milioni di clienti. Dichiara di essere parte integrante del tessuto economico, sociale e produttivo del Paese rappresentando una realtà unica in Italia per dimensioni, riconoscibilità, capillarità e fiducia da parte della clientela. Ed è qui che casca l’asino, perché non da oggi molti sono gli sportelli chiusi o a mezzo servizio. Niente di strano, purtroppo. I servizi ai cittadini vengono sempre più ridotti in nome del profitto economico, creando code e disagi per l’utenza, che secondo i “capoccioni” dovrebbe utilizzare internet. Ma allo stato attuale Poste Italiane deve attendere almeno due salti di generazione, perché da dati della Fondazione Feltrinelli nel 2019 il 30% di italiani ha limitazioni nella comprensione, lettura e calcolo, figuriamoci utilizzare la tecnologia per fare operazioni di pagamento o finanziarie. Andiamo molto male, care Poste Italiane!
Voto: 3
3) Ai non pochi giovani delinquenti stranieri che imperversano indisturbati ad Alessandria nonostante precedenti gravi, già noti alle forze dell’ordine ma in libertà, facilitati dal solito foglio che determina la misura cautelare di obbligo di dimora (ma sempre nella nostra città, mica rispediti nella loro terra natia), compiendo all’occorrenza reati e violenza ripetuti. Lo si legge in questo articolo: “Tenta di strapparle l’orecchino e le porta via la borsetta: rapina in via Guasco ad Alessandria”.
Assegno voto 2 e anche meno alla ministra dell’Interno, al ministro della Giustizia, al Governo e ai partiti che lo compongono. Cari politici di centro sinistra, nulla da dire su come viene affrontata la presenza clandestina e su viene gestita la giustizia quando le forze dell’ordine arrestano questi individui intoccabili e incriticabili, anche se irrispettosi delle regole della comunità che li ospita? Gli altri Stati europei non hanno certamente gli stessi riguardi che abbiamo noi, eppure a loro nessuno dice nulla, non ricevono critiche dai media italiani. Signori eletti e al momento al governo del paese, non vi passa per la mente della “roulette russa” che si potrebbe presentare ogni qualvolta si esce di casa? Anche voi avete nonni, genitori, figli, nipoti, non temete che possa toccare ad uno di loro? Ma c’è di peggio: gli italiani hanno assistito alla genuflessione con lacrime e cuore a pezzi della Boldrini che insieme ad alcuni deputati della sua forza hanno ricordato la memoria dell’afroamericano George Floyd. Il suo assassinio è un atto assolutamente condannabile, che mi ricordi però la Boldrini e compagni vari non si sono mai inginocchiati di fronte alle vittime di omicidio o stupro da parte dei loro protetti!
Stessa sceneggiata in altri luoghi del paese, e ovviamente anche nella nostra città dove è stato organizzato un mini show: “Anche ad Alessandria 300 ragazzi in piazza per George Floyd: in ginocchio per quasi 9 minuti”.
Come sempre riceverò la mia dose settimanale di insulti, sarò titolata razzista, ma esiste una forma di razzismo particolare: “razzismo al contrario e odio ideologico” nei confronti degli italiani, soprattutto da parte di chi siede nelle camere parlamentari, con stipendi e privilegi profumatamente pagati dai cittadini di questo paese.
Voto: 2 (anche meno)