Lo sviluppo turistico di un territorio è di difficile o rallentata attuazione se avviene con la sola iniziativa delle governance e delle scelte amministrative, mentre un processo condiviso e elaborato da e con gli operatori privati che interagiscono direttamente con il turista e colgono istanze, esigenze e opportunità della domanda, diviene ben più di un valore aggiunto, bensì una vera e propria leva di quello sviluppo, specie se perseguito con metodologie innovative.
Anche i più avanzati e recenti studi del marketing territoriale confermano questo aspetto, come il metodo SGDM (The St.Gallen Model for Destination Management®, sviluppato in Svizzera dall’Università di San Gallo), che parte dall’idea che è il visitatore a “creare” la destinazione decidendo cosa fare, dove andare, quali servizi utilizzare. In altre parole, è la domanda turistica che attiva le varie combinazioni dell’offerta: per comprendere il potenziale di sviluppo di una destinazione e impostare le combinazioni strategiche capaci di aumentare l’attrattività e la competitività di un territorio turistico, bisogna quindi osservare prima di tutto l’effettivo comportamento della domanda turistica. Dall’osservazione accurata del visitatore (specie attraverso gli occhi degli addetti ai lavori), è possibile costruire una mappa del valore turistico molto più attendibile e utile di una mappa della sola offerta, che dà una rappresentazione parziale e non dice come interagisce l’ospite con i servizi e le attrattive di un territorio.
E’ su questa dimensione che poggia il “PROGETTO PER L’ANALISI E SVILUPPO TURISTICO DEL MONFERRATO”, in corso di realizzazione insieme alla società Natourism di Trento e la collaborazione di Roberta Garibaldi, esperta di turismo enogastronomico, docente universitaria ed autrice del “Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano”, voluto e cofinanziato da Alexala, Cciaa e dai comuni di Alessandria, Casale Monferrato, Ovada, Acqui terme e Tortona in collaborazione con il Master in Economia, Innovazione, Comunicazione e Accoglienza per l’impresa turistica di UPO a cura del Prof Marco Novarese. Il programma di lavoro si articola su tre assi: l’analisi della situazione, l’analisi dei flussi turistici e l’ascolto del territorio, per arrivare alla definizione delle priorità progettuali e delle azioni relative.
Il 18 febbraio a Tortona e Alessandria, il 19 ad Acqui Terme e a Ovada e il 20 febbraio a Casale Monferrato si terranno i workshop con gli operatori del territorio per l’analisi, sulla base della loro esperienza diretta sul campo, dei cosiddetti Flussi turistici, sulle mappe geo territoriali.
I workshop avranno il compito di individuare i flussi turistici attuali e potenziali lavorando sia sulla realtà che sulle opportunità di sviluppo, partendo dalla composizione del profilo di chi ci visita: che tipo di visitatori? Come li descriviamo? Quale nazionalità? Cosa li attrae da noi? Cosa fanno? Qual è l’interesse per il patrimonio naturale e culturale? Quando vengono? Quando si fermano? Che percorso fanno per raggiungerci? Dove e come si muovono? Dove si fermano?
Gli operatori invitati da Alexala e dal team di lavoro a questo impegno, sono stati individuati cercando di rispettare la più ampia e variegata rappresentanza possibile di settori e mestieri del turismo: strutture ricettive, rifugi, ristoratori, guide, trasporti, commercio, enti di accoglienza turistica, cantine vitivinicole, comuni e scelti in base alla loro effettiva conoscenza del turista, dei luoghi che visita, dei comportamenti di acquisto, dei servizi che richiede, dei mezzi di trasporto che usa, del periodo di permanenza. Ai partecipanti dei workshop verranno distribuite cartine del territorio con diversa scala per dare la possibilità di rappresentare sia i flussi “macro”, che attraversano cioè un territorio molto ampio (come ad esempio itinerari di lunga percorrenza, o tour in bike ed e-bike) sia i flussi “micro”, ovvero quelli che riguardano porzioni molto precise di territorio e sono legati ad attività o risorse molto specifiche (es: visita di un castello, arrampicata in falesia, visita ad un biotopo, etc).
In tutto saranno almeno cento (le adesioni sono in corso), ripartiti nelle cinque sedi previste.
“Questo lavoro che stiamo facendo, tutti insieme, noi come ente, gli esperti, gli operatori non è un esercizio di stile“ dice il presidente di Alexala, Pier Luigi Prati. “Riposizionare il territorio come destinazione turistica ricca di opportunità e di diversità esperienziali, costruire e riorganizzare i prodotti turistici, attraverso la definizione dei potenziali di sviluppo e la definizione di assetti di governance pertinenti, migliorare il coordinamento e la collaborazione tra enti, operatori, agenzie di viaggio e incoming e consorzi di promozione e commercializzazione; valorizzare le eccellenze del territorio e creare identità territoriale attraverso dei concept evoluti legati a una fruizione “lifestyle”, valutare le modalità di utilizzo di strumenti come la tassa di soggiorno nei principali comuni turistici per fini di sviluppo prodotto: sono passaggi necessari, che nulla tolgono al lavoro fatto fino ad ora, ma che si impongono per stare al passo con le moderne strategie di destinazione che molti altri territori hanno attuato, come Il Trentino, il Veneto e la Lombardia e sono molto grato agli operatori che ci hanno dato la loro disponibilità e il loro tempo, per esser parte di questo processo. La parola chiave è sempre la stessa: insieme. Innovando.”