di Enrico Sozzetti
Le certezze, per ora, sono due. La prima è che Alessandria è rappresentata da Antonio Maconi all’interno del consiglio di amministrazione dell’Università del Piemonte Orientale. La seconda è che il cda si insedierà venerdì 8 novembre. Per il resto su cosa verrà deciso, in concreto, nel prossimo futuro per lo sviluppo dell’insediamento universitario non è del tutto chiaro e quelle che si rincorrono sono dichiarazioni, in apparente libertà. Un giorno il Rettore, Gian Carlo Avanzi, dichiara una cosa, quello successivo da Alessandria arriva una dichiarazione opposta. E in mezzo, regna la confusione. Fermo restando il quadro relativo a quanto esiste già, dall’attività dei due Dipartimenti fino al corso di medicina.
Sarà un esordio pieno di stimoli e sfide quello di Maconi, che sarà affiancato, come rappresentante esterno dei territori in cui sono presenti le sedi dell’Ateneo, da Giulia Gregori (responsabile della Pianificazione strategica e comunicazione aziendale di Novamont Spa) di Novara e da Fernando Lombardi (presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli). Il consiglio di amministrazione prende le decisioni che contano, infatti svolge «le funzioni di indirizzo strategico dell’Ateneo e vigila sulla sostenibilità finanziaria delle attività».
Intanto Avanzi dichiara a Radio Gold che l’Ateneo «sta guardando anche ai privati. Di chi si tratta? Preferisco non dirlo, in questo momento abbiamo stipulato un patto con queste persone che preferiscono mantenere il riserbo. Si stanno facendo valutazioni, abbiamo in mano le planimetrie e chiesto di fare valutazioni di prove statiche per vedere se la portata delle solette è adeguata, siamo in attesa dei risultati». Il progetto cui pensa l’Upo potrebbe comportare una spesa complessiva intorno ai 5/6 milioni di euro. L’articolo di Radio Gold recita testualmente: “Sull’identità del soggetto e sul luogo della struttura, destinata anche a ospitare la nuova biblioteca (del Dipartimento di giurisprudenza, scienze politiche economiche e sociali, ndr) vige ancora il più stretto riserbo, ma è in corso la valutazione delle planimetrie”. Da alcune indiscrezioni emergerebbe un forte interessamento per un edificio in zona centrale, forse compresa fra via Migliara e via Chenna.
Ma intanto arriva un’altra uscita che contribuisce a rendere ancora più indecifrabile la situazione. Quasi al termine della riunione della Commissione consiliare Sviluppo del territorio convocata per esaminare ‘Il piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari per il triennio 2020-2022’, l’assessore Giovanni Barosini nel rispondere in merito ai rapporti anche con l’Ateneo ha detto che l’università intende investire sulla ex Saves, il circolo sportivo ‘Orti’ di via Giordano Bruno. Affermazione che qualche scompiglio lo ha creato, oltre a ingenerare ulteriore confusione. In realtà, un interesse ci sarebbe, ma pare concentrato sul Cuspo (Centro Universitario Sportivo Piemonte Orientale) che ad Alessandria ha avviato, l’anno scorso, il progetto di realizzazione del campus sportivo “Centro Sportivo Cuspo” a Casalbagliano (l’impianto sportivo comunale è stato concesso formalmente) dove è già operativa parte della sezione rugby. Resta il dubbio che vi siano criticità di comunicazione anche all’interno della giunta, se un assessore parla del circolo ‘Orti’ senza avere chiari né la destinazione, né il quadro generale dei rapporti con l’Ateneo, mentre il sindaco, Gianfranco Cuttica di Revigliasco, è fortemente impegnato nel progetto di valorizzazione dell’ex ospedale militare.
L’altra partita aperta è proprio quella dell’ex ospedale militare. Rispetto al quale, una volta Avanzi appare possibilista e un’altra volta nega ogni apertura. Come stanno le cose? Ancora il Rettore a Radio Gold: «I progetti disponibili, sui quali gli enti pubblici hanno collaborato, hanno problematiche serie che ne impediscono la realizzazione in tempi brevi. L’ex ospedale militare, ad esempio, presenta delle problematiche molto serie dal punto di vista di resistenza ai carichi, valutate da uno studio che avevamo fatto tempo fa. Per questo ci siamo guardati attorno e ci siamo rivolti anche ai privati». Vicenda intricata.. Che prende le mosse nel 2008 quando era avvenuta la consegna all’allora Facoltà di Giurisprudenza dei locali dell’ex ospedale militare e subito erano iniziati i rilievi tecnici necessari per avviare i lavori per la nuova sede. Peccato che fra i problemi strutturali emersi successivamente e i pesanti vincoli imposti dalla Soprintendenza, alla fine non si fece nulla, mentre non sono mancati negli successivi anche dei contenziosi legali con l’amministrazione comunale. «Durante le verifiche abbiamo fatto dei carotaggi per verificare la staticità che hanno dato esito negativo» aveva affermato il Rettore durante un recente incontro a Cultura & Sviluppo. «Le tecniche costruttive e la tecnologia permettono interventi sugli edifici rispetto alla staticità e poi basta variare la destinazione d’uso di alcuni spazi per eseguire ristrutturazioni efficaci» aveva replicato il primo cittadino ribadendo che c’è l’interesse invece di un investitore milanese per una possibile residenza da realizzare proprio all’ex ospedale militare.
Infine, per valutare una ipotesi di intervento sull’ex ospedale militare, la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, insieme al Comune, aveva assegnato alla società Sinloc (Sistema iniziative locali, sede a Padova, società di consulenza e investimento che opera sul territorio nazionale) l’incarico di effettuare uno studio. Il percorso prevedeva un successivo impegno economico anche da parte dell’università. Lo stato dell’arte? Discreto mistero. L’Ateneo pare intenzionato a sganciarsi, sempre secondo alcune indiscrezioni. Benché abbia manifestato al contempo la volontà di aderire alla proposta progettuale della Sinloc. Il Comune, invece, appare convinto. Al punto che ha ribadito che essendo l’immobile ancora in concessione di uso all’università non vi sono ostacoli per un possibile intervento finalizzato a realizzare una residenza universitaria.