Gli USA e l’Australia permettono di arricchire il proprio curriculum professionale in tutti i settori collegati all’agricoltura: “Basta parlare un buon inglese e avere pratica certificata nel settore primario. Per l’Australia avere meno di 30 anni, mentre per gli Usa aver compiuto 21 anni, al resto pensiamo noi”. Lo sottolinea Alessandro Calvi di Bergolo, presidente di ANGA Alessandria e componente del comitato di presidenza nazionale, presentando i super stage che offre l’associazione che riunisce i giovani di Confagricoltura.
Le opportunità di tirocinio all’estero – informa l’associazione dei Giovani di Confagricoltura – sono molteplici, riservate non solo ai giovani agricoltori, ma anche agli studenti di Agraria, di Scienze forestali e di Enologia.
“In Australia – fa presente Calvi – si potrà vendemmiare in Barossa Valley, Limestone Coast, Mount Lofty Ranges,, Riverland, Clare Valley, McLaren Vale, West Australia, Mornington, Peninsula, Clare Valley, North-east Victoria, Yarra Valley, North-west Victoria, North Tasmania, Hunter Valley o Riverina. Iscrizioni da settembre per partire a gennaio 2020”.
“Negli Usa – precisa il Presidente provinciale dell’associazione giovanile di Confagricoltura – è possibile effettuare tirocini formativi in tutti i settori agricoli. Per il vitivinicolo l’esperienza californiana può spaziare da Sonoma alla Napa Valley, senza tralasciare l’Oregon, in particolare Willamette Valley con i suoi Pinot noir e Chardonnay, o nello stato di Washington famoso per la produzione di vini pregiati. “Oltre al vino – spiega Mastrandrea – le occasioni sono moltissime, dai grandi allevamenti suinicoli ai ranch, alla ricerca applicata sugli alberi da frutta, ma anche ai programmi di silvicoltura e gestione delle risorse forestali in collaborazione con l’US Forest Service”.
“E’ un’opportunità formativa da cogliere al volo – conclude il presidente dei Giovani di Confagricoltura Calvi – I tirocini vengono cuciti su misura partendo dal proprio progetto di crescita professionale e permettono di arricchire le proprie competenze, confrontando metodi diversi, ma anche approcci culturali e colturali assai distanti dai nostri”.