di Cristina Bargero
Ieri pomeriggio, a Palatium Vetus, Cristina Bargero ha presentato il volume “Alessandria. Oltre la crisi – il capoluogo e la sua provincia”, riflessione sullo stato di salute e le prospettive del nostro tessuto economico.
Alessandria oltre la crisi: l’intenzione è di leggere e provare a interpretare i cambiamenti che si sono succeduti un un decennio che per tipologia e intensità di avvenimenti ha costituito un uniucm nella storia economica e sociale recente .
Il 2008 rappresenta un anno di svolta per le economie avanzate: gli effetti di quel che accadde in quell’autunno hanno inciso profondamente non solo sul sistema finanziario ed economico, ma anche sulle nostre vite, sulle nostre abitudini e soprattutto sulle aspettative verso il futuro.
Questi dieci anni hanno profondamente segnato il tessuto produttivo del nostro paese, con il fallimento di più di 100.000 imprese, il dimensionamento di altre e nuovi investimenti.
Anche la geografia economica sta cambiando: la produzione industriale e di valore aggiunto così come i flussi merci si stanno spostando verso il Nord-Est. L’area italiana con tassi di crescita più elevati è quella che si colloca nel «nuovo» triangolo industriale», ossia Milano-Padova-Bologna.
Sul triangolo A1-A4-A13, i flussi di traffico merci sono quasi doppi rispetto a quelli del vecchio triangolo (Torino Milano Genova) entro cui è collocata la Provincia di Alessandria.
Tale fenomeno è accaduto anche nella Provincia di Alessandria, storicamente terra di manifattura e di distretti. Come ha attraversato questi anni Alessandria, la più policentrica tra le province piemontesi con il capoluogo Alessandria e poi Casale, Valenza, Acqui, Novi, Ovada e Tortona? Ne è uscita indebolita o rafforzata?
Spesso percepiamo un’idea di immobilismo, di rimpianto verso i bei tempi che furono e di rassegnazione nei confronti del futuro. Ma è solo una nostra impressione o le cose stanno realmente così? Cosa è cambiato, cosa invece è rimasto immutato? Ecco il perché di un libro su Alessandria oltre la crisi, che non ha l’ambizione di trovare una ricetta magica ma che tenta di declinare una traiettoria per il futuro, memori di chi siamo , delle nostre debolezze, ma anche delle potenzialità ancora inespresse.
La nostra è una Provincia che inesorabilmente invecchia, ma, nonostante le sue debolezze strutturali, ha in sé elementi di resilienza, connessi alla sua antica tradizione industriale, a una vivacità imprenditoriale ancora presente e a una forte propensione all’innovazione. E allora i mutamenti avvenuti possono essere interpretati come una metamorfosi, nel senso etimologico del termine ( μεταμόρϕωσις che deriva da μεταμορϕόω cioè “trasformare” formato da μετα- ossia “meta-” e da μορϕή ovvero “forma“), in una trasformazione da governare verso il futuro