Caro Presidente Conte, aboliamo contanti e paradisi fiscali

Coloris (PD), storia di un anno vissuto pericolosamente: “giusta l’autocritica, ma guardiamo avanti con passione” CorriereAl 3Egregio Presidente Conte,

mi rivolgo a lei che considero un uomo libero, senza padrini e padroni, per proporre un progetto che credo potrebbe risolvere gli annosi problemi che da tempo inchiodano l’Italia ad un immobilismo incondizionato.

Da molti anni come Presidente di IDEA, Associazione Onlus, che ha sede in Alessandria e che si occupa delle persone con disabilità, ricevo molte richieste di aiuto.

Le persone chiedono cose semplici, come il diritto ad uscire di casa e a non essere prigionieri di un letto, ad avere un posto di lavoro, un inserimento scolastico degno di questo nome, dei mezzi di trasporto pubblico che funzionino. O anche il diritto ad invecchiare e a morire degnamente. Io a trovare una risposta o una soluzione a tutte queste richieste, dedico tutto il mio tempo. Nessuno mi ha mai dato il minimo strumento per dare voce a questi diritti.
Ora con l’ardire di chi ne ha viste tante e non ha più timore di niente e nessuno, io mi rivolgo a Lei, una delle massime cariche dello Stato, perché nella prossima riunione del G20, avanzi un’IDEA rivoluzionaria assolutamente in linea con quella che io credo sia la sua impostazione etica: aboliamo tutti i paradisi fiscali ed il denaro contante.

Il rapporto Oxfam, che Lei conoscerà sicuramente, ci dice che l’elusione fiscale costa ai paesi più poveri almeno 100 miliardi di dollari all’anno, una cifra sufficiente a mandare a scuola 124 milioni di ragazzi e coprire le spese sanitarie per salvare la vita di 6 milioni di bambini. l paradisi fiscali aiutano le multinazionali a sottrarre risorse alle casse degli Stati contribuendo a generare e rafforzare sistemi economici fondati sulla disuguaglianza. A rimetterci sono le piccole e medie imprese nazionali ed i cittadini più poveri. Ci sono anche dei paesi europei tra i paradisi fiscali, I Paesi Bassi, l’Irlanda, la Svizzera ed il Lussemburgo.

L’eliminazione invece del contante permetterà di registrare ogni entrata ed uscita, tenendo memoria sia dell’importo che della causale della transazione. Faremo come si è fatto già tempo fa con lo stipendio, che non può più essere erogato in contanti ma solo attraverso conto corrente. In Svezia ad esempio meno del 2% dei pagamenti avviene ora in contanti, il paese scandinavo prevede di eliminare definitivamente il contante entro il 2025. Un’operazione difficile per loro stessa ammissione soprattutto per i pensionati, meno avvezzi ad usare i sistemi elettronici ma già ora gli acquisti in contanti sono stai dimezzati e sembra sia l’unico modo per evitare i pagamenti in nero. Ovviamente si dovranno fare accordi con gli Istituti bancari e le Poste per evitare che questi servizi vengono fatti pagare alla cittadinanza.

Affido a lei questi miei desiderata, che poi altro non sono che le basi per un vivere civile e democratico dei cittadini italiani.

Distinti saluti.

Paolo Berta – Presidente Associazione Idea